Nel precedente articolo si è ricordata la figura di Giacinto Frascara, principale protagonista dell’avventura della Valsacco. Oltre a Frascara però anche altri uomini presero parte alla creazione dello zuccherificio. Due, secondo il già citato Aldo Colajacomo, sono le figure che, in particolare, hanno contribuito alla nascita della società: Antonino Clementi e Silvestro Tomassi. Le loro brevi biografie meritano di essere ripercorse.
L’ingegnere Antonino Clementi, stando a Colajacomo, “era un valoroso tecnico molto noto alla fine del secolo: a lui si deve, tra l’altro, la progettazione e la realizzazione delle ferrovie vicinali che allacciano la Capitale con Zagarolo, Palestrina, Cave”. (p. 180)
A seguire sempre riprendendo le parole di Colajacomo c’è Silvestro Tomassi. Quest’ultimo all’epoca è “affittuario di tutti i terreni che i principi Doria possedevano nella zona di Colleferro.” Appartenente ad una delle famiglie più importanti e benestanti del territorio i Tomassi sono originari di Segni, secondo quanto attesta Alfredo Serangeli nel suo scritto sulla Tenuta di Piombinara. Le prime notizie sulla famiglia, scrive Serangeli, “risalgono al sec. XVII [e] documentano il prestigio e la solida posizione economica” (p. 49) dei Tomassi. Negli anni ’30 dell’Ottocento una ramo della famiglia si sposta ad Artena e negli anni ’60 compaiono come affittuari della tenuta di Colleferro oltre a quella di Piombinara. Silvestro, insieme agli altri due fratelli Lorenzo e Giulio, sposano poi tre donne della famiglia Fini “legata da un prestigio secolare al gotha della società di Montefortino” (Serangeli, p. 51) consolidando una attenta strategia matrimoniale di alto livello con la società più ricca del territorio. Quando partecipa alla nascita della società Valsacco Silvestro Tomassi permette la coltivazione delle barbabietole sulle sue terre, alcune di diretta proprietà e altre prese in affitto, consentendo all’impianto di iniziare la produzione.