Cultura

Storia della Valsacco: il ruolo della stampa (ottava parte)

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Per ricostruire e raccontare la storia dello zuccherificio non si può non parlare del compito assunto dalla stampa nel creare quelle premesse e nel realizzare quel clima anche culturale necessario alla nascita dello stabilimento della Valsacco. Un’opera di comunicazione costruita sui giornali nazionali e locali per promuovere e diffondere la coltivazione della barbabietola. Tema, quest’ultimo, che diventa argomento di discussione della borghesia quale novità che si affacciava sul panorama produttivo del Regno d’Italia.

Dopo il 1870, nel Circondario di Velletri, ossia l’ambito geografico-istituzionale entro il quale si svolge la storia della Valsacco, nascono nuovi giornali: Il Censore, Il Nuovo Censore, La Vera Democrazia, Il Metàbo, Il Popolo di Velletri, La Stampa Libera e La Favilla. E proprio dalle colonne di quest’ultimo viene lanciata una campagna propagandistica a favore dell’uso industriale della barbabietola. A partire, infatti, dalla fine degli anni novanta una corposa e intensa azione pubblicitaria su La Favilla promuove la costruzione del nuovo impianto. Dalle sue pagine si danno le notizie sulle prime prove di coltivazione e sui loro esiti, si parla dei progressi fatti in diverse altre parti d’Italia, si sostiene l’impiego della barbabietola per la produzione dello zucchero e si guarda con estremo favore alla “nuova industria che è immensamente remuneratrice per gli agricoltori.” Gli esperimenti di coltura della pianta nelle zone circostanti Velletri e in altri comuni del Circondario, danno buoni risultati. Anzi, i successi vengono descritti con toni trionfalistici in un articolo del luglio 1898 che termina con una beneaugurante messaggio per “gli splendidi risultati ottenuti, i quali condurranno senza dubbio all’esecuzione del progetto per la fondazione della desiderata fabbrica di zucchero.”

Anche in altre testate vennero promosse delle campagne a sostegno della piantumazione della barbabietola nel territorio. Queste, insieme alle notizie riportate dal periodico La Favilla, riescono a convincere una parte dell’opinione pubblica a sostenere la nuova coltura che servirà poi alla nascita dell’impianto della Valsacco.

Attorno lo zuccherificio, durante gli anni della sua costruzione, nascono anche i primi insediamenti abitativi che formeranno la base per la formazione di un primo borgo.