Curiosità

Percorrendo la toponomastica antica di Montelanico (prima parte)

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La lettura della toponomastica dei nostri centri abitati, che oramai attraversiamo con superficiale indifferenza, si rivela essere un interessante quanto curioso percorso nella storia di una località.

La toponimia, infatti, rivela immediatamente un luogo, lo individua e lo caratterizza rispetto ad altri. Del resto, i nomi delle nostre strade, delle vie, dei vicoli o delle piazze sono il risultato di epoche e cambiamenti storici rilevanti, il concentrato di momenti passati, il segno di una sospensione nel tempo che li fissa a lungo nella loro forma originaria.

Un caso da considerare è Montelanico, piccolo centro dei Monti Lepini. La sua toponomastica antica, come scrive Luigi Roberti, faceva somigliare il paese ad ‘un grande condominio dove ognuno era conosciuto’ e questo permetteva a tutti gli abitanti di riuscire a ‘comporre l’albero genealogico, almeno per un paio di generazioni, figurarsi se non ci si conosceva la sua abitazione’.

Per individuare facilmente le persone e i luoghi di loro residenza, era necessario sapere i nomi delle strade.  Da un documento, datato 27 ottobre 1862, titolato «Istrumento dell’appalto della costruzione dei selciati nelle strade interne», si può risalire ai nomi antichi delle strade e dei vicoli del centro abitato di Montelanico.

La descrizione dei vicoli interessati dai lavori di risistemazione della pavimentazione è preceduta da una breve rappresentazione della zona del paese denominata il Borgo (jo Burgo), cioè l’attuale Piazza Vittorio Emanuele II, a cui segue una descrizione della parte antica, oggi indicata come centro storico. «Trovasi l’abitato del Comune di Montelanico –si legge nel documento- parte in piano e parte in poca altura. Esiste nel piano la strada rotabile che conduce a Carpineto e nell’altura poi esiste anche esso in un perfetto piano che ha l’imbocco in due parti nella detta strada rotabile: il primo subito esiste nella Via del Piano dove ha principio il Borgo ove percorre la detta strada rotabile e tanto l’uno che l’altro imbocco presentano una dolce acclività e mettono all’abitato superiore. Le Vie maestre che esistono sono Via di Cortevecchia e Via Sedionato, ed ambedue ritengono i suoi vicoletti racchiusi, ossia senza sfondo nel finire di essi. Le Vie Maestre esistono tutte con nuovo selciato, i soli Vicoletti, benchè in essi vi esistono molte abitazioni, sono ripieni di immondezze a causa degl’avvallamenti e male indicati nel percorrere le acque superflue, che provengono dalle dette vie Maestre creano continue servitù e danno agli stabili adiacenti, onde che a riparare a tali inconvenienti si propose di selciare i Vicoletti, ed in tal modo avviene che l’abitato tutto del detto Comune di Montelanico, non soffrirà in avvenire». Dopo questa premessa che ci rivela le motivazioni dei lavori di sistemazione si passa alla denominazione dei Vicoli. Il «primo vicolo che dal principio del Borgo conduce alle Fornaci; secondo vicolo nella destra della Via detta Sedionato denominato di Liborio; terzo vicolo chiamato Massaretto parimenti nella destra di detta via; quarto vicolo Primavera nella sinistra quinto vicolo denominato Casa Spallata; sesto vicolo detto di Romualdo; settimo vicolo denominato Orto Petriconi; ottavo vicolo detto di Piccione. Seguono i vicoletti della Via di Cortevecchia: primo vicolo Pasquale Greggi nella sinistra; secondo vicolo detto di Pizzicato; terzo vicolo denomiato il Forno; quarto vicolo di Lucia la Mora; quinto vicolo Strilla forte; sesto vicolo Colle Sasso; settimo vicolo detto Sotto il Murello; ottavo vicolo Giovan Crisostomo; nono vicolo dell’Ortiariola».

Questi, dunque, erano i nomi delle strade e dei vicoli del centro abitato di Montelanico.

Rimarranno sempre così? Lo scopriremo al prossimo articolo sulla toponomastica di Montelanico