Dopo aver riscoperto i nomi delle strade e dei vicoli dell’abitato di Montelanico nei secoli scorsi, in questa nuova occasione parliamo di come cambiò la sua toponomastica dopo l’Unità d’Italia. Negli anni immediatamente successivi il 1870 si diede vita ad intensa e vasta opera di costruzione di una identità nazionale che passasse attraverso la realizzazione di luoghi della memoria collettiva titolati a momenti o a personaggi del Risorgimento italiano. Il tutto era necessario per calare nei luoghi dove si svolgeva la vita di tutti i giorni un valore di appartenenza alla comunità nazionale così da poter realizzare una identità condivisa. E così avvenne anche a Montelanico. Dopo l’Unità, il nuovo sindaco Don Francesco Raimondi e la giunta comunale, vollero cambiare la “denominazione delle vie, frazioni, casali e la numerazione delle casa” dando loro una “evidente impronta risorgimentale”. Ecco, quindi, sostituito il nome dove era già presente e denominate le nuove strade realizzate. L’elenco comprendeva: “strada Garibaldi, piazza Vittorio Emanuele II, strada Plebiscito, vicolo del Sasso, strada di Carpineto, strada delle Fornaci [al posto di vicolo delle Fornaci], strada di S. Michele, strada del Cavaccione, strada Corte Vecchia, strada Principe Umberto, strada Piazza Cavour, strada S. Pietro e strada dell’Indipendenza Italiana”. Una toponomastica che riflette pianamente il nuovo periodo storico e sulla quale incidono fortemente le scelte di una azione tesa a consolidare un sistema di valori e simboli emerso dalla nuova realtà statuale. Montelanico, in questo senso, ne è un esempio che fa pendant con moltissimi altri sparsi in tutta la penisola. La toponomastica cambiava perché cambiavano i tempi, e, con essi, iniziava una nuova storia.
Percorrendo la toponomastica antica di Montelanico (seconda parte)
