La digos di Torino, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della polizia prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica di Torino, ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare con il contributo operativo delle digos di Pescara, Roma e Viterbo.
Le sette persone arrestate sono: Anna Beniamino, 46 anni, Marco Bisesti, 33 anni, Alessandro Mercogliano, 43 anni, Danilo Emiliano Cremonese, 40 anni, e Valentina Spaziale, 39 anni. Oltre che Alfredo Cospito, compagno della Beniamino, e Nicola Gai, già condannati per la gambizzazione di Adinolfi.
Il Tribunale di Genova, per l’attenatato ad Adinolfi, dirigente di Ansaldo Energia gambizzato il 7 maggio 2012, riconobbe le finalità terroristiche e condannò nel novembre 2013 Alfredo Cospito a 10 anni e 8 mesi e Nicola Gai a 9 anni e 4 mesi.
Gli altri otto anarchici indagati, a vario titolo, per l’appartenenza alla stessa associazione, sono: Patrizia Marino (nata a Torino nel 1967), Carlo Tesseri (nato ad Aprilia, Lt, nel 1965), Stefano Del Moro (nato a Roma nel 1977), Claudia Cospito (nata a Ortona, Ch, nel 1969), Stefano Gabriele Fosco (nato in Argentina nel 1962), Elisa Di Berardo (nata a Brescia nel 1976), Gabriel Pombo Da Silva (nato in Spagna nel 1967) e Giuseppe Lo Turco (nata a Catania nel 1989).
Gli arrestati sono accusati del reato di associazione finalizzata a compiere atti di violenza con finalità di terrorismo ed eversione.
Inoltre, ad essi gli inquirenti attribuiscono l’esplosione di tre ordigni. Uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due ordigni presso la caserma allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. Gli ordigni, in entrambi i casi, erano programmati per esplodere a breve distanza l’uno dall’altro al chiaro scopo di arrecare grave danno all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute sul posto.
Nell’ambito della vasta operazione, i poliziotti, con l’ausilio di unità cinofile antiesplosivo, hanno sottoposto a perquisizione oltre trenta anarchici ed una trentina di abitazioni dislocate in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria.
Secondo gli investigatori l’associazione eversiva è connotata da una complessa organizzazione priva di una stabile struttura di tipo tradizionale ed è votata alla lotta armata contro le struture del potere.
Gli arrestati facevano parte della FAI Federazione Anarchica Informale, associazione che troverebbe origine in epoca antecedente all’aprile del 1997.
Bisogna specificare che questa associazione non è collegata con la Federazione Anarchica Italiana, fondata a Carrara nel 1945.
La base dell’associazione, secondo quanto ricostruito nelle indagini, era a Torino, ma le diramazioni si estendevano in tutto il Paese. Il materiale raccolto nel procedimento in carico alla Procura di Torino, ha consentito di dimostrare infatti che la FAI è stata costituita per iniziativa di anarchici residenti a Torino che, insieme ad altri anarchici residenti tra l’altro a Viterbo, Pescara e Roma, “hanno promosso, organizzato e compiuto attentati – sostengono gli investigatori – alla vita e all’incolumità delle persone attraverso l’utilizzo di armi, l’invio di plichi esplosivi ed incendiari nonché la collocazione di ordigni esplosivi temporizzati, su diverse province del nostro Paese”.
La Federazione Anarchica Informale, potrebbe aver compiuto quasi 50 azioni in 13 anni di attività.
Come espressamente affermato nel programma criminoso stilato dai “soci fondatori”, ricostruito dagli investigatori attraverso l’analisi documentale di numerosi scritti, le azioni erano finalizzate a realizzare la «distruzione dello Stato e del capitale» portando l’attacco alle strutture del «dominio».
In particolare, vengono contestati loro le seguenti azioni terroristiche:
– Attentato del 24 ottobre 2005 effettuato mediante un ordigno esplosivo ad alto potenziale (contenente dinamite e dadi metallici), dotato di sistema di attivazione temporizzato, posizionato presso il Parco Ducale di Parma e poi rivendicato dalla compagine denominata «Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)/FAI»;
– Attentato del 2 novembre 2005 effettuato mediante invio di un ordigno esplosivo/incendiario al Sindaco pro-tempore di Bologna, Sergio Cofferati, poi rivendicato dalla compagine denominata «FAI/Coop Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)»;
– Attentato effettuato mediante l’invio di plichi esplosivi, recapitati ad inizio luglio 2006, presso la sede torinese della ditta «Coema Edilità», al Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e al direttore del quotidiano Torino Cronaca, Giuseppe Fossati, poi rivendicati dalla compagine denominata «RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI»;
– Attentato del 24 maggio 2005 effettuato mediante invio di ordigni esplosivo/incendiari al Presidente dell’ente gestore del Centro di Permanenza Temporanea di Modena (Daniele Giovanardi), al Questore pro-tempore di Lecce (Giorgio Manari) ed al Comando della Polizia Municipale di Torino sito in via Saluzzo 26, rivendicati dalla «cellula» denominata «Narodnaja Volja – FAI»; – Attentato del 7 maggio 2012, commesso, a Genova, con l’utilizzo di un’arma da sparo ai danni dell’ing. Adinolfi Roberto, amministratore delegato della Ansaldo Nucleare, rivendicati dalla «cellula» denominata «Nucleo Olga/FAI-FRI»;
– Attentato del 2 giugno 2006 effettuato mediante due ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati posizionati nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (CN) e poi rivendicati dalla compagine denominata «RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/FAI»;
– Attentato del 5 marzo 2007 effettuato mediante tre ordigni esplosivi ad alto potenziale dotati di sistemi di attivazione temporizzati collocati presso la zona pedonale del quartiere «Crocetta» di Torino e poi rivendicati dalla compagine denominata «RAT (Rivolta anonima e Tremenda)/ FAI».
L’ultimo attentato messo a segno potrebbe essere quello del gennaio 2016 al tribunale di Civitavecchia.