Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma
Sono 96.974 le persone decedute a causa del Covid-19. Nell’ultima settimana la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 3,85 per 1.000 (in aumento rispetto alla scorsa settimana analizzata 3,76 x 1.000), mentre la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 3,05% (stabile rispetto alla scorsa settimana analizzata 3,07%).
“Se le misure restrittive del periodo natalizio hanno aiutato a prevenire la terza ondata – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) – la diffusione delle varianti nelle ultime settimane sembra far materializzare lo spettro della terza ondata. La settimana appena trascorsa, continua Cicchetti, evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 133 ogni 100.000 residenti. Non solo l’incidenza, ma anche altri parametri, che stiamo monitorando con i nostri Instant Report settimanali, sembrano oscillare in modo preoccupante in quest’ultimo periodo.”
Ad un anno dal primo caso di Codogno, il report propone un focus sul personale. “In particolare – afferma il professor Cicchetti – si è analizzato l’incremento mensile del personale medico e di medici anestesisti e rianimatori da marzo 2020 a febbraio 2021. L’incremento del personale medico presenta una crescita significativa nel tempo in Lombardia, Veneto, Lazio e Puglia che si caratterizzano per essere le Regioni con maggiori assunzioni. L’incremento di anestesisti e rianimatori evidenzia, invece, una crescita significativa in Lombardia, da Aprile 2020 ad oggi, mentre le regioni Lazio, Veneto e Campania mostrano un andamento costante con alcuni picchi in dati momenti della pandemia. In particolare, l’incremento di assunzioni di anestesisti e rianimatori nella Regione Lazio corrisponde alle fasi di maggiore contagio (es. Giugno, Ottobre e Gennaio). La Regione Veneto, invece, ha previsto un numero notevole di anestesisti e rianimatori nei mesi di Aprile e Gennaio mentre la Regione Campania nel mese di Novembre”
È quanto emerso dalla 41ma puntata dell’Instant Report Covid-19 – https://altems.unicatt.it/altems-covid-19 – una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 22 Febbraio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 387.903) sulla popolazione nazionale è pari a 0,65% (in calo rispetto ai dati del 15/02 in cui si registrava lo 0,67%). La percentuale di casi (n= 2.818.863) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 4,58% al 4,73%.
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 133 ogni 100.000 residenti.
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella PA Bolzano (9,72%), in Veneto (6,70%) e in Valle d’Aosta (6,38%), ma è in PA Bolzano (1,30%), Campania (1,25%) e in Abruzzo (1,00%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,65% (in calo rispetto ai dati del 15/02).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 793 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.
Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 25 dicembre – 23 gennaio e del 24 gennaio – 22 febbraio per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice abbia subito un calo. Le Regioni con una prevalenza periodale più alta nell’ultimo mese sono la PA Bolzano (5.383) e l’Abruzzo (1.638). In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è diminuito passando da 1.688 (nel periodo 25 dicembre – 23 gennaio) a 1.427 (nel periodo 24 gennaio – 22 febbraio).
Letalità (rapporto decessi su positivi)
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Molise pari a 10,28 x 1.000 e in Liguria pari a 7,83 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 3,85 per 1.000 (in aumento rispetto alla scorsa settimana analizzata 3,76 x 1.000).
Mortalità (rapporto decessi su popolazione)
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 3,05% (stabile rispetto alla scorsa settimana analizzata 3,07%). L’Umbria è di poco sotto il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 8,16%, seguita da PA Bolzano a 7,89% e dal Molise a 7,32%.
Indice di positività settimanale
L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 73,91% in P.A di Trento e del 71,64% nella P.A. di Bolzano. In Italia l’indice di positività al test è pari all’14,57%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 7 nuovi soggetti testati.
Andamento dell’età dei contagi
È stato analizzato l’andamento dell’età dei contagi dal 24 agosto 2020 al 7 febbraio 2020. Si nota che i contagi tra gli over-70 sono passati dall’essere il 7,2% di tutti i nuovi contagi, nel periodo 24 agosto – 6 settembre, all’essere il 18,2%, nel periodo 30 novembre – 13 dicembre (picco massimo), per poi scendere al 16,4% nel periodo 28 dicembre – 10 gennaio, riprendere l’incremento nel periodo 4 gennaio – 17 gennaio al 16,70% e nel periodo 11 gennaio – 24 gennaio al 16,80% e scendere al 13,6% nel periodo 1 febbraio – 14 febbraio.
Nuova pressione per setting assistenziale (Domicilio, terapia medica, terapia intensiva, x 100.000 ab): 16 – 22 febbraio 2021
Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. Si può notare come nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati -9,25 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -0,52 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,07 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti.
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A. di Bolzano (77,73 per 1.000 abitanti), così come per i tamponi molecolari (28,19 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 14,65 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 12,30 per 1.000 abitanti.
Terapia intensiva
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,71 (in aumento rispetto alla settimana precedente pari a 1,63). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il l’Umbria (4,83), l’Abruzzo (3,25) e la PA Trento (2,93).
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 22 febbraio 2021
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica. Le soglie del 30% e del 40% sono individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Si può notare come grazie queste soglie il grafico si divida in quattro quadranti: nel primo si posizionano tutte quelle regioni che hanno superato sia la soglia relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva che quella relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, nel secondo si posizionano le regioni che superano solo la soglia relativa all’Area Non Critica, nel terzo sono presenti le regioni non a rischio di sovraccarico e nel quarto le regioni a rischio di sovraccarico relativamente alla sola Terapia Intensiva. Al 22 febbraio 2021 quattro regioni (Molise, Marche, P.A. di Bolzano e Umbria) si posizionano nel primo quadrante con la più elevata pressione per tasso di saturazione sia in area non critica che in terapia intensiva a livello nazionale registrata dall’Umbria. Le restanti Regioni, ad eccezione del Friuli Venezia Giulia, P.A. di Trento, Lombardia e Abruzzo (quarto quadrante) non sono a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, posizionandosi, quindi, nel terzo quadrante.
Impatto economico
Si aggiorna l’analisi esplorativa già pubblicata relativa al quadro pre-COVID 19 che evidenziava una «perdita» di ricoveri non-COVID oltre i €4,2 miliardi. Ad oggi, considerando un ulteriore mese di blocco dei ricoveri programmati durante la seconda ondata, tale valore sale a 6,7 miliari di euro. Partendo dai dati del Ministero della Salute 2018 relativi al totale dei ricoveri programmati annui, è stato calcolato il numero medio di ricoveri mensile. Per valorizzare i ricoveri non-COVID «persi» durante 5 mesi, dall’inizio dell’emergenza.
È stata aggiornata l’analisi di scenario relativa ai costi per il trattamento dei casi positivi guariti e/o deceduti. Il primo scenario (scenario attuale o a regime, aggiornato con i dati del Bollettino del 11 novembre 2020) considera l’attuale distribuzione per gravità applicata ai casi guariti (dato del 17 febbraio 2021). Il secondo scenario (scenario iniziale o estremo) tiene conto della distribuzione per gravità dei casi al 9 marzo 2020. Per i costi sono state considerate le tariffe DRG. Il «costo» stimato per il SSN dei casi (guariti o deceduti) varia da un minimo di €930 a un massimo di €3.791 milioni.
Per i 2.303.199 ricoveri per COVID-19 effettuati e conclusi con dimissione, al 18 febbraio 2021 la spesa, valorizzata con le tariffe DRG, si stima pari a € 19.521.914.724 di cui il 21% sostenuto per i casi trattati in Lombardia. Il DRG medio (totale/ricoveri) è stimato pari a € 8.476.
Per i 64.400 ricoveri per COVID-19 stimati conclusi causa decesso, la spesa, valorizzata con le tariffe DRG, si stima pari a € 631.254.240€ di cui ben il 27% sostenuto per i casi trattati in Lombardia. Il DRG medio (totale/ricoveri) è stimato pari a € 9.796.
È stata anche aggiornata la stima dei costi per giornate in terapia intensiva. Date le 425.893 giornate di degenza (al 22 febbraio 2021, dati Ministero della Salute) in terapia intensiva, ed assunto un costo giornaliero medio di € 1.425, il costo totale a livello nazionale si stima di € 606.897.525, di cui il 27% sostenuto in strutture ospedaliere della Lombardia.
È stata anche aggiornata la stima relativa al costo sostenuto dalle Regioni per la realizzazione degli oltre 37 milioni di tamponi effettuati sinora per testare la popolazione per motivi di screening, per conferma positività o per sintomi: il costo totale a livello nazionale si stima poco superiore ad 1 miliardo di euro.
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione al 22 febbraio 2021
È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale. Il valore più alto dell’indicatore si registra in Veneto, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 42.147 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in Emilia Romagna (25.851), Toscana (21.572), Friuli Venezia Giulia (18.950) e Puglia (17.843). Al contrario il suddetto indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Basilicata (6.400) ed in Valle D’Aosta (5.777).
Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione dal 15 febbraio al 22 febbraio 2021
È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione nell’ultima settimana. Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state: il Veneto (6720), la Toscana (4642) e l’Emilia-Romagna (3587).
Al contrario, la Valle D’Aosta (952), la Sardegna (958) e la Lombardia (969) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.
Monitoraggio dell’attivazione di ulteriori punti vaccinali
Dal report #38 si avvia il monitoraggio dell’attivazione degli ulteriori punti vaccinali in vista dell’avvio della campagna vaccinale di massa. Il grafico mostra al 22 febbraio 2020 i punti vaccinali ospedalieri già attivati (fonte dei dati: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) e i punti di nuova attivazione (fonte: siti delle regioni) previsti nelle regioni in cui è in partenza la vaccinazione della popolazione over 80. Il Lazio, l’Emilia Romagna ed il Veneto sono le Regioni che hanno previsto un maggior numero di centri vaccinali per la fase 2.
Percentuale di dosi distribuite (somministrate/consegnate) al 23 febbraio 2021
L’indicatore mostra la percentuale di dosi di vaccino somministrate rispetto alle dosi consegnate. Dal grafico si evince che la Valle d’Aosta, la P.A. di Bolzano e la Toscana sono le regioni con la percentuale di dosi somministrate più alta, mentre la Calabria, la Liguria e la Sardegna registrano i valori più bassi. In Italia l’70,16% delle dosi vaccinali consegnate sono state somministrate.
Dosi somministrate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 23 febbraio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Calabria, l’Umbria, la Sardegna attualmente sono le regioni in cui sono state somministrate meno dosi.
Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 23 febbraio 2021
L’indicatore mostra il valore complessivo di dosi di vaccino consegnate rispetto alla popolazione residente in ogni regione Italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria sono le regioni in cui l’indicatore segna i valori più alti. L’Umbria, l’Abruzzo e le Marche sono le regioni caratterizzate da indici più modesti.
Dosi somministrate/popolazione residente (per 1.000 abitanti)* – Incremento 15 Febbraio – 22 febbraio 2021
L’indicatore mostra l’incremento nelle dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che l’incremento maggiore rispetto alla settimana precedente si è avuto in Valle d’Aosta e Toscana. Il Piemonte, La Sardegna e la Puglia sono le regioni in cui si è assistito all’incremento più modesto.
Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti)* 15 – 22 febbraio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino consegnate rispetto nella settimana precedente nella popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e le Marche sono le regioni a cui sono state consegnate più dosi rispetto alla popolazione residente. La Campania, la P.A. di Bolzano e la Sicilia attualmente sono le regioni in cui sono state consegnate meno dosi.
Dosi somministrate/popolazione residente > 80 anni (per 1.000 abitanti) * – 23 febbraio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente con età maggiore di 80 anni in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A. di Bolzano, la P.A di Trento e la Valle d’Aosta sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Sardegna, la Toscana e la Calabria attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.
Numero dosi somministrate > 80 anni /popolazione residente > 80 anni al 24 febbraio 2021
L’indicatore mostra la percentuale di dosi di vaccino somministrate agli over 80 anni rispetto alla popolazione residente con età maggiore di 80 anni in ogni regione italiana. Dal grafico risulta che la P.A. di Bolzano ha vaccinato più del 40% degli over 80; la P.A di Trento, la Valle d’Aosta e il Lazio sono le regioni in cui si raggiungono valori intorno al 20%. Il Molise e la Toscana sono le regioni che hanno somministrato meno dosi alla popolazione over 80 anni.
Stato dell’arte vaccinazioni al 24 febbraio 2021 in riferimento all’obiettivo del 31 Marzo 2021 dell’UE
Dal report #38 si avvia il monitoraggio dello stato dell’arte delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla luce del target fissato dall’UE in riferimento alla data del 31 marzo 2021, data in cui l’UE chiede ai Paesi membri di raggiungere l’obiettivo dell’80% di persone vaccinate (operatori sanitari e sociosanitari, e persone >80 anni). Ad oggi sono state vaccinate il 26,34% dell’obiettivo di 5,1 milioni da raggiungere al 31 Marzo 2021, pari a 1.348.819 persone vaccinate.
Countdown vaccinazioni all’obiettivo del 31 Marzo 2021 dell’UE
Dal report #39 si avvia il monitoraggio dell’andamento delle vaccinazioni covid-19 e stima del numero di persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla data del 31 Marzo 2021, data in cui l’UE chiede ai Paesi membri di raggiungere l’obiettivo dell’80% di persone vaccinate (operatori sanitari e sociosanitari, e persone >80 anni). La data di partenza del grafico è stata il 17 gennaio, giorno 1 della seconda dose in Italia, visto che consideriamo a tutti gli effetti vaccinato un individuo che ha ricevuto la seconda dose. Il confronto è stato reso con una ipotetica velocità ideale che seguendo un andamento lineare si sarebbe dovuta tenere per raggiungere in tempo il target vaccinale del 31 marzo, corrisponde a 5,1 milioni di vaccinati.
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Ad oggi si registrano 1.348.819 di persone vaccinate, che corrisponde ad un buon andamento nelle vaccinazioni, tuttavia ipotizzando questo andamento lineare non si raggiunge nei tempi stabiliti (31 marzo) l’obiettivo fissato dall’ECDC (European Center for Diseases Prevention and Control).