Forse ve ne sarete già accorti: gli smartphone di nuova generazione hanno cominciato ad avvisare gli utenti quando il volume della musica è troppo alto. Il motivo? Da quando si sono diffusi gli mp3, il problema della correlazione tra rumori troppo forti e abbassamento dell’udito – il nome clinico è ipoacusia – ha conosciuto una nuova e più ampia diffusione.
Già, ma cosa succede esattamente quando il nostro orecchio è esposto a rumori troppo forti? E c’è modo di rimediare o l’unica cura è la prevenzione? In questo articolo scopriremo tutto ciò che il rumore alto provoca al nostro sistema uditivo.
Di cosa parliamo quando parliamo di rumori forti
Cerchiamo anzitutto di riconoscere quali siano, tra i tanti rumori da cui siamo bersagliati nella vita di tutti i giorni, quelli così forti da poter causare una perdita dell’udito. C’è una prima cattiva notizia, ed è che non si tratta di rumori insopportabilmente alti. Bastano infatti i normali suoni che si avvertono nelle grandi città, e che possono facilmente superare i 65db. Un’altra è che, oltre a incidere sull’udito, questi rumori provocano un generale deterioramento della qualità della vita, causando disturbi del sonno, mal di testa e altro. Si parla, in questi casi, di danni da rumore cronico. Un fenomeno che era in passato relegato a determinati contesti lavorativi e che oggi, purtroppo, si sta diffondendo in modo sempre più capillare.
Al danno da rumore cronico si affianca, poi, quello da rumore intenso ed improvviso. Succede ad esempio allo stadio, o anche in caso di accensione improvvisa di una cassa dello stereo o, ancora – anche se fortunatamente si tratta di un evento più raro – in caso di esplosioni (attenzione: bastano i classici “botti di Capodanno”).
Gli effetti del rumore forte sull’udito: il trauma uditivo
Abbiamo, come si può notare, due tipi di danno: quello da rumore cronico e quello da rumore intenso. Quest’ultimo, in alcuni casi, può provocare anche la perforazione del timpano. Soprattutto, il rumore genera uno stato di abbassamento o perdita completa dell’udito di tipo neurosensoriale – temporaneo o permanente – cui si può associare anche l’acufene, e addirittura l’iperacusia, cioè l’ipersensibilità ai rumori.
Bisogna a questo punto specificare un fattore importante, ossia che l’ipoacusia – il termine clinico per definire l’abbassamento dell’udito – da esposizione a rumore dipende dalle persone. Lo stesso rumore, cioè, può colpire in modo più o meno grave rispetto a chi lo subisce. In alcuni casi il danno è irreversibile, mentre in altri casi l’udito si può invece recuperare, ma con una intensa riabilitazione, e in altri casi ancora è sufficiente una cura relativamente blanda che si può fare anche da soli.
Calo dell’udito: si può curare a casa?
Sì e no. Come abbiamo detto, ad alcune persone basta una cura più blanda, si parla molto ad esempio di Nutresin Herbapure Ear, un prodotto in gocce a cui diverse recensioni attribuiscono buoni risultati nella cura dell’abbassamento dell’udito. Altri hanno, invece, bisogno di interventi più incisivi a cura di un professionista. E in altri casi, come abbiamo detto, la perdita è invece permanente.
Il consiglio, in ogni caso, è quello di fare sempre una visita audiometrica, non solo per avere un quadro preciso della gravità del danno in termini di perdita dell’udito, ma anche per verificare che il danno sia effettivamente temporaneo. E, vale la pena ricordarlo, tenete presente che la cura migliore resta ancora la prevenzione. Mantenere il volume di musica e televisione bassi. Indossare le apposite protezioni e infine, anche se un’esplosione è un evento che le persone non vanno certo a cercarsi, prestare invece attenzione ai fuochi d’artificio evitandone l’uso o, se proprio non se ne può fare a meno, tenendosi a distanza.