N.B. SI PREGA DI LEGGERE FINO A FINE ARTICOLO, PER PRENDERE VISIONE ANCHE DELLA SMENTITA DELL’ISPRA IN MERITO A QUESTA NOTA DELL’USB:
L’Unione Sindacale di Base dell’Ispra ha scritto questa mattina ai vertici dell’istituto chiedendo un incontro urgente e le contestuali chiusura e sanificazione delle sedi romane, a causa di un preoccupante aumento dei casi di Covid-19.
USB, inoltre, ha sollecitato Ispra a comunicare urgentemente all’Inail i nomi dei lavoratori positivi, per il riconoscimento della malattia professionale. Di seguito il testo della Pec.
La lettera di USB
Al dg dell’ISPRA Dr Alessandro Bratti
e pc, al Direttore del personale Dr Marco La Commare
Oggetto: Richiesta urgente di incontro sulla diffusione del virus covid19 nelle sedi di via Brancati e relative misure di contrasto. Richiesta di chiusura delle sedi romane e di sanificazione. Richiesta di denuncia all’INAIL per il personale risultato positivo per attivazione della malattia professionale
Alla luce di numerose evidenze raccolte negli ultimi giorni, la scrivente OS ritiene assolutamente insufficiente la modalità di gestione delle misure di contrasto alla diffusione dei contagi, anche in termini di informazione al personale e alle rappresentanze sindacali, sia nei contenuti che nella frequenza.
Per la prima volta siamo di fronte allo sviluppo di un probabile focolaio all’interno dell’istituto e non siamo a conoscenza di come siano stati applicati i protocolli di profilassi.
La sanificazione effettuata nel pomeriggio dello scorso venerdì 26 febbraio non è stata accompagnata dalla chiusura delle sedi, e la fortuita concomitanza del fine settimana non può essere stata sufficiente per bloccare i contagi, anche a causa di infezioni riscontrate anche successivamente alla data di sanificazione. Ci risulta tra l’altro che l’Ispra permetta il rientro al lavoro dall’isolamento fiduciario in presenza di negatività del solo tampone antigenico, mentre i protocolli prudenziali imporrebbero comunque il termine dei 10 giorni, specie a causa della ridotta affidabilità dei tamponi “rapidi” rispetto alle varianti virali in circolazione.
È evidente a nostro avviso che nelle settimane precedenti allo sviluppo del focolaio c’è stata una riduzione dei controlli ed un conseguente aumento del lavoro in presenza, con il verificarsi di riunioni di lavoro e conviviali che hanno elevato il rischio.
La situazione è grave e necessita di azioni risolute, che vadano oltre la lettura “al ribasso” delle norme previste per la PA, che codesta amministrazione ha scelto fin dalla scorsa primavera.
Evidenziamo per altro che i lavoratori che hanno comunicato la positività al COVID-19 DEBBONO essere comunicati all’INAIL e, di conseguenze, inseriti nella malattia professionale, assicurando da parte dell’ISPRA il più concreto aiuto nella fase di positività e, per i soggetti sintomatici, nella successiva fase di recupero.
Pertanto, USB PI, anche in qualità di OS firmataria dell’accordo presso la Funzione Pubblica, richiede l’incontro in oggetto, da svolgersi in via telematica nel più breve tempo possibile, per un’attenta analisi della situazione delle sedi romane e, nel frattempo, di mettere in atto tutte le dovute azioni di profilassi, compresa la chiusura delle sedi, con svolgimento del lavoro da remoto che, come dimostrato ampiamente dai lavoratori nel corso dei mesi passati, siamo certi non arrecherà danno alla produttività ma assicurerà il necessario e obbligatorio controllo della situazione.
In mancanza di sollecito riscontro non esiteremo ad attivare gli strumenti dedicati all’emergenza dal suddetto accordo con la Funzione Pubblica.
Claudio Argentini
p.USB PI Ricerca
Di seguito, la nota di smentita dell’ISPRA
- le sanificazioni sono condotte in maniera frequente e meticolosa, e sono giunte addirittura fino alla contrattualizzazione di personale addetto alla sanificazione dei tavoli della mensa dopo ogni singolo utilizzo;
- L’ISPRA viene accusata di non fornire informazione quando ad oggi sono stati effettuati 19 comunicati sindacali solo per tenere informato il personale sull’andamento della seconda ondata della Pandemia, arrivando anche a fare due comunicati nello stesso giorno nel momento stesso in cui si era avuto certezza di un aggravamento rispetto a quanto comunicato poche ore prima, per dovere di informazione e rispetto nei confronti del personale.
- I casi di infezione riscontrati successivamente alla sanificazione non hanno alcuna connessione con i contagi verificatisi nelle due settimane precedenti: per tutti e due gli ultimi casi si è potuto, infatti, risalire ad un’origine verosimilmente singolare e familiare.
- Ogni singolo contagio è oggetto di attenta analisi finalizzata al tracciamento effettuata sette giorni su sette h24.
- L’ISPRA non fa rientrare i casi al lavoro prima dei 10 giorni di isolamento ed ha sempre richiesto tassativamente a tutti (casi e sospetti contatti) di informare tempestivamente il proprio medico di medicina generale e di seguire le indicazioni impartite da quest’ultimo che prevedranno, in caso di contagio accertato o di contatto stretto, l’isolamento fiduciario o la quarantena con i tempi e le modalità per il rientro in comunità stabilite nella Circolare Ministeriale del 12 ottobre 2020 n. 32850.
- L’ISPRA ha stipulato una convenzione con una struttura sanitaria per l’effettuazione di tamponi diagnostici rapidi per i dipendenti a titolo gratuito. La convenzione era stata peraltro sollecitata dalle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e salutata con favore unanime dalle stesse..
- Quanto all’infortunio sul lavoro/malattia COVID-19, non vige per i lavoratori dell’ISPRA la presunzione di origine professionale che riguarda innanzitutto gli operatori sanitari esposti ad elevato rischio di contagio, aggravato fino a diventare specifico.
- Per i casi di COVID-19 tra i dipendenti ISPRA non può, quindi, assumersi presuntivamente l’origine professionale del contagio e anche se vi fosse il sospetto di trasmissione del contagio in ambiente di lavoro, sarà comunque necessario l’accertamento medico-legale che seguirà l’ordinaria procedura privilegiando gli elementi epidemiologico, clinico, anamnestico e circostanziale (Circolari INAIL n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 maggio 2020). Fermo restando che proprio per l’insieme delle iniziative e misure poste in essere da ISPRA, secondo le indicazioni pubblicate dall’INAIL, non è assolutamente evincibile alcuna responsabilità del datore di lavoro.
- mercoledì 10 marzo è stato convocato il tavolo informativo sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro per l’aggiornamento periodico sulle misure di prevenzione alla pandemia.
Le iniziative di prevenzione poste in essere vanno ben oltre la piena conformità alla normativa di riferimento per frenare al massimo la diffusione della pandemia, in un momento in cui, peraltro, è sempre più sottolineata la centralità dell’ISPRA nelle politiche del Paese.