Fu una giornata memorabile quella del 2 giugno 1946. Una data storica che sarebbe poi stata celebrata e ricordata negli anni a venire come momento fondante della nostra Repubblica. Dopo anni di dittatura fascista gli italiani poterono ritornare a votare, con suffragio universale, sia gli uomini che le donne. E proprio il voto alle donne fu un aspetto di assoluta novità. Infatti, per la prima volta nella storia dell’Italia unita, le italiane potevano finalmente esercitare il loro diritto di partecipazione diretta alla vita politica.
Nello stesso giorno si poteva votare per decidere la nuova forma dello Stato, con la preferenza al referendum fra monarchia e repubblica, e per l’Assemblea costituente. I risultati della consultazione referendaria, arrivati dopo una campagna elettorale molto tesa, decretarono la vittoria per la Repubblica con poco più di 12 milioni di voti, circa il 54 per cento, mentre per la monarchia le preferenze espresse furono suppergiù 10 milioni, il 45 per cento. Il totale dei votanti recatisi alle urne raggiungeva quota 25 milioni, oltre l’89% dei 28 milioni degli aventi diritto. L’esito del referendum consegnava una Italia divisa in due. Da una parte l’Italia del nord dove il 64 per cento dei voti andarono alla repubblica dall’altra l’Italia del sud dove le preferenze per la monarchia si attestarono al 64 per cento. Il re d’Italia Umberto II, chiamato “Re di maggio” per via del suo breve regno durato soltanto il mese di maggio 1946, dopo il risultato referendario andò in esilio in Portogallo.
L’altra consultazione alla quale vennero chiamati ad esprimersi gli italiani, sempre il 2 giugno, fu quella per l’Assemblea costituente. Anche in questo caso il confronto fra i diversi partiti che si affrontavano fu molto aspro. Il responso delle urne consegnò una vittoria schiacciante per la Democrazia Cristiana, con il 35 per cento, seguita dal Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, con il 20 per cento e da Partito Comunista Italiano con il 18 per cento.
La vittoria della repubblica aveva consegnato il paese alla libertà dando agli individui la propria autonomia rendendoli padroni delle proprie scelte. E con le elezioni per l’Assemblea costituente vincevano partiti che avevano fatto della lotta per la libertà e la democrazia i cardini contro il regime passato. Finalmente l’Italia poteva tornare a decidere il proprio destino e costruire il proprio futuro.