Cronaca

Atina, impiegata delle Poste truffa una 87enne e le sottrae dal conto 1.800 euro

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Atina, impiegata della Posta truffa una 87enne e le sottrae dal conto 1.800 euro

Ad Atina, i Carabinieri della Stazione di Cassino, a conclusione di attività di indagine intrapresa a seguito di una denuncia presentata da una 87enne pensionata del luogo, hanno deferito in stato di libertà per “peculato e indebito utilizzo di carte di credito” un’impiegata dell’Ufficio Postale di quel centro.

La vicenda

Dalle indagini eseguite dai militari operanti, anche con l’ausilio delle immagini del circuito di videosorveglianza dello sportello automatico ATM, è emerso che la predetta nell’esercizio delle sue funzioni, approfittando del suo incarico nonché del rapporto di fiducia e dell’età avanzata della vittima, si faceva fraudolentemente consegnare una carta bancoposta con il relativo codice segreto, adducendo quale motivazione la presunta invalidità della carta stessa.

L’impiegata invece, in diverse occasioni ed in orario di servizio, ha effettuato tre prelievi da euro 600 ciascuno, per un totale di euro 1800, i quali, grazie alla funzione di “allert” attivata sul conto, venivano immediatamente segnalati ma disconosciuti dall’interessata.

Arce, deferita in stato di libertà una 34enne

I militari della Stazione di San Giovanni Incarico hanno deferito in stato di libertà per “furto e indebito utilizzo” una 34enne di Arce, a seguito di denuncia per presunta clonazione presentata da un 69enne di Isoletta d’Arce, dopo aver scoperto un ammanco dal proprio libretto postale della cospicua somma di euro 14.000 avvenuto nel 2019 durante i suoi periodi di ricovero in ospedale per problemi di salute.

I militari operanti hanno accertato che l’indagata, in qualità di amica di famiglia prestava anche assistenza alla moglie del denunciante, portatrice di handicap, approfittando della fiducia dei coniugi e dei lunghi periodi di assenza dell’uomo, in più occasioni sottraeva la carta bancoposta collegata al libretto ed effettuava prelievi in bancomat di diversi Comuni essendo a conoscenza del codice pin, per poi riporla una volta utilizzata.

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I Carabinieri, grazie alla comparazione delle celle agganciate dal cellulare della donna con gli orari in cui venivano effettuati i prelievi, sono riusciti a dimostrare la colpevolezza della 34enne la quale, messa alle strette, ha ammesso la sua colpevolezza precisando di averlo fatto a causa di problemi economici.

Foto di repertorio