“Il Governo ha annunciato il passaggio della regione Lazio dalla zona rossa a quella arancione, con decorrenza a partire da martedì 30 marzo.
Martedì e mercoledì gli studenti della Ciociaria staranno a casa
Ciò comporterà la riapertura delle scuole, che martedì e mercoledì ospiteranno la didattica in presenza per scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie e per il 50% per le superiori. In tutto, dunque, le scuole usufruiranno di due giorni di apertura, comprensivi di una sanificazione prima del suono della campanella e di un’altra sanificazione a distanza di poche ore, ad aule vuote, prima dello stop imposto dalle festività pasquali che, da calendario scolastico, sono previste dal 1° al 6 aprile.
I dati appena menzionati fanno comprendere, da soli, come riaprire le scuole per appena due giorni, nelle attuali condizioni di diffusione del virus e delle varianti, particolarmente aggressive, soprattutto dopo che era stato adottato il criterio della prudenza con la Didattica a distanza (Dad), significhi produrre terreno fertile per l’avanzata del virus. Senza contare che proprio durante le imminenti festività pasquali è facile prevedere un incremento di contatti tra quegli stessi alunni e i loro nonni o genitori, con effetti potenzialmente dannosi a carico dell’indice RT, che saranno visibili solo nei giorni successivi.
Per questi motivi, ritengo inopportuna la riapertura per soli due giorni delle scuole del territorio: credo che le priorità per i cittadini e le famiglie di Frosinone siano altre, come, ad esempio, la possibilità di un deciso incremento dei numeri della campagna vaccinale. Dal punto di vista strettamente normativo, non è possibile, per un sindaco, adottare un provvedimento per decidere, in modo autonomo, la chiusura dei plessi scolastici, opponendosi quindi, di fatto, alle misure contenute in un atto formale del Governo.
A chi ha delle perplessità sul punto, “consiglierei” di dare una letta all’art. 54, n. 4, del Tuel. Da sindaco, però, e soprattutto, da persona munita di normale buon senso, sento il dovere, questa volta, di “sconsigliare” alle famiglie di far riprendere la didattica in presenza ai propri figli per poche ore, prima della pausa pasquale, poiché i potenziali pericoli sarebbero di gran lunga superiori rispetto agli elementi di vantaggio.
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Viceversa, usufruendo di un ulteriore periodo per ridurre le criticità note a tutti, potenziando i mezzi di contrasto alla diffusione del virus, sarà possibile riprendere, in condizioni di maggiore sicurezza, dopo Pasqua, la didattica in presenza, senza doverla interrompere successivamente, dandole continuità fino al termine dell’anno scolastico”.