Il consiglio comunale di Frosinone di martedì si è aperto con la comunicazione del sindaco, Nicola Ottaviani, sul progetto per la realizzazione della “Torre della Pace”, dedicata ai Santi Patroni, i Papi Silverio e Ormisda, per celebrare il momento di uscita ovvero del superamento delle situazioni di massima criticità dalla pandemia.
Ecco il progetto dell’opera
L’opera, che avrà le dimensioni di 15 metri di altezza, trae origine dal concept architettonico realizzato nel 2013 dall’Accademia di Belle Arti di Frosinone con la supervisione della Diocesi di Frosinone, e avrà un valore di catarsi laica, dopo l’emergenza sociosanitaria, oltre che di riconciliazione con la storia religiosa e civile della città di Frosinone, che trae le origini nel VI secolo d.C.
La forma slanciata del concept e la posizione della tiara papale – di cui si può notare, già da qualche anno, una versione in forma ridotta, esposta durante le ultime processioni tenutesi al centro storico – ricordano la fisionomia dei due Santi Ormisda e Silverio, fondendo l’esperienza dei due pontificati, che cercarono la riconciliazione della Chiesa di Oriente con quella occidentale, arrivando al momento in cui l’imperatore Giustiniano relegò Papa Silverio sull’isola di Palmarola, fino agli ultimi giorni della sua vita. Sulle infule papali sarà incisa la formula ormisdiana che, ancora oggi, è oggetto di studi storici e scientifici, volti a porre in rilievo il profondo valore ecumenico della testimonianza dei due Papi frusinati.
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L’opera, che sarà portata in spalla da 30/40 incollatori, avrà un peso di circa 1.500 kg, che insisteranno su una superficie baricentrica di circa 16 mq e sarà realizzata da un pool di progettisti, ingegneri e architetti del capoluogo, attraverso l’ausilio di un’impresa metalmeccanica del territorio che, già in passato, si è occupata di altre importanti strutture religiose, come la copertura della chiesa di Santa Maria Goretti.
La Torre della Pace potrà rappresentare il simbolo di identità storica e culturale della cittadinanza, per rafforzare il sentimento di coesione dell’intera comunità seguendo un percorso storico-religioso ma, anche, di forte valenza laica e culturale.