Nelle ultime ore, la stampa locale ha riferito commenti (di fonte sindacale, politica e sociale) sul recente avvicendamento nella gestione dei servizi di igiene ambientale del Comune di Valmontone che coinvolgono la Società Lazio Ambiente Spa, già affidataria degli stessi fino alla data dell’11 settembre scorso.
Dandosi ovviamente atto della piena legittimità degli interventi e del dibattito pubblico di cui trattasi, ci corre comunque l’obbligo di precisare alcuni aspetti che più direttamente ineriscono la condotta della nostra Società.
Come è ormai noto, il Comune di Valmontone ha inteso affidare i servizi ad altra azienda pubblica laziale; pertanto, in virtù di quanto prevede la norma di legge e quella contrattuale, il giorno 9 settembre scorso le parti (Ente locale, società cedente, società subentrante e organizzazioni e rappresentanze sindacali) si sono incontrate per perfezionare il trasferimento del personale “addetto in via ordinaria allo specifico appalto”.
In tale sede, facendo seguito alle precedenti interlocuzioni, la direzione aziendale di Lazio Ambiente ha confermato che per lo svolgimento del servizio di Valmontone erano utilizzate mediamente 18 unità lavorative dirette di cantiere, oltre a circa 3 unità lavorative equivalenti per i cosiddetti servizi di rete (manutenzioni, autoparco aziendale, servizi compartiti, eccetera). Analogamente la direzione aziendale ha anche ovviamente specificato che l’equivalenza di 3 ulteriori unità lavorative di profilo impiegatizio – addette ai servizi generali della sede centrale – doveva considerarsi (indirettamente) riferibile al servizio di Valmontone.
Dopo ampio dibattito, stante la indisponibilità della società subentrante ad assumere le tre unità lavorative indirette, eccedenti quelle (ventuno) ritenute coerenti con il valore economico del contratto di servizio sottoscritto dalla Municipalità di Valmontone, e vista l’imminenza del subentro operativo, calendarizzato per il 12 settembre, le parti – con la sola dichiarazione contraria di un’unica federazione sindacale tra le presenti – hanno sottoscritto un verbale ove si prendeva atto dell’immediato trasferimento di ventuno unità lavorative (diciotto di cantiere e tre dei servizi di rete) e si decideva di aggiornare il confronto in sede istituzionale, presso la Direzione Territoriale del Lavoro, circa “la soluzione occupazionale delle ulteriori tre unità lavorative indirette”.
In tale occasione (come testualmente annotato anche nel suddetto verbale) la direzione aziendale di Lazio Ambiente ha ulteriormente ribadito l’impegno a realizzare – anche attraverso nuove iniziative industriali – l’indicazione strategica della proprietà (la Regione Lazio) circa il complessivo mantenimento dei livelli occupazionali, auspicando altresì che una corretta governance pubblica nel settore dell’igiene ambientale potesse incrementare l’occupazione e la qualità dei servizi nell’intero bacino territoriale.
Pertanto – pur con rammarico – va doverosamente rilevato come risulti ingiustificatamente allarmistico ogni riferimento di stampa a “licenziamenti di massa” ed esuberi. Assolutamente prive di fondamento sono poi alcuni riferimenti (di fonte sindacale) a presunte riduzioni di debito che sarebbero state concesse da Lazio Ambiente. Giammai, infatti, né al tavolo di confronto tra le suddette parti sociali ed istituzionali, né in altra sede, si è fatto alcun cenno a “riduzioni di debito” – che non ci sono! – per Valmontone o altra municipalità.
La realtà dei fatti testimonia che la direzione aziendale di Lazio Ambiente è quotidianamente impegnata non solo nella messa in sicurezza dell’ordinaria gestione aziendale (e con soddisfazione si riscontra in questi ultimi mesi un crescente nuovo clima di fiducia intorno ad essa), ma anche in concrete ipotesi di integrazione, sviluppo e diversificazione della mission aziendale, soprattutto a beneficio dell’occupazione. Ed in questo senso, dunque, stante anche la dichiarata impossibilità della Regione Lazio a confermare nel tempo un suo ruolo diretto nella gestione dei servizi di igiene ambientale, ben venga l’auspicato e rinnovato protagonismo delle municipalità locali e delle parti sociali, e con esso, ovviamente, il legittimo esercizio di critica e di confronto.
Sono i fatti, ovviamente, a qualificare la condotta del management delle società pubbliche e a legittimare il conseguente giudizio che su esso si può dare. A Colleferro, nell’intera regione come altrove. E i fatti, nel caso di specie, dicono quanto qui sinteticamente richiamato.