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Anagni, mandato dell’assise per studiare le azioni legali e amministrative idonee a riottenere l’apertura dell’ex ospedale

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Quella per il diritto alla salute è una battaglia che da anni si combatte nell’area nord della Provincia di Frosinone e ieri, nella seduta del Consiglio Comunale di Anagni dedicata proprio al tema della sanità, il sindaco della città dei papi Daniele Natalia ha incassato il mandato dell’assise per studiare le azioni legali ed amministrative idonee a riottenere l’apertura dell’ex nosocomio cittadino.

A spiegare il significato dell’atto approvato è il sindaco Daniele Natalia che spiega: «Lo scopo con il quale ieri l’Amministrazione aveva presentato in Consiglio Comunale il documento sulla sanità era quello di ottenere una approvazione corale e dunque un “mandato pieno” per studiare e cercare la soluzione più idonea per la sanità locale. Tre avvocati verranno incaricati di studiare il dossier relativo all’ex Ospedale di Anagni nel caso si debbano intraprendere non solo azioni di tipo amministrativo ma anche legale contro Regione Lazio ed ASL di Frosinone per la chiusura della struttura cittadina che riteniamo immotivata.

La chiusura dell’Ospedale di Anagni, nosocomio che serviva un bacino d’utenza di 80.000 persone oggi rimasto di fatto scoperto, e la sua mancata riapertura sono inspiegabili ancor più di fronte all’emergenza pandemica in atto. L’ho detto già in precedenza, delle chiacchiere e delle scuse non ce ne facciamo niente, Anagni e l’area nord hanno il diritto ai servizi sanitari essenziali, non esistono zone di serie A e serie B, esiste il diritto alla salute e su questo non possiamo transigere».

A poche ore dalla seduta del Consiglio Comunale il primo cittadino anagnino aveva dichiarato che la sanità fosse un tema di interesse né politico né amministrativo ma “comunitario” e che il diritto alla salute andasse tutelato in tutti i modi. A tal proposito il sindaco Natalia ha specificato che: «Ho letto sulla stampa la notizia della sentenza relativa alla riapertura dell’Ospedale San Giacomo di Roma. Il caso dell’Ospedale di Anagni è diverso ma non escludo uno studio anche sulla vicenda del San Giacomo per capire se si possa fare qualcosa. L’interessamento di tre professionisti, di cui un penalista, un civilista ed un amministrativista, per redigere gli atti necessari è funzionale a capire quali possano essere le “giuste corde” da toccare per riavere finalmente il nostro Ospedale.

Contestualmente alla redazione di questi atti interesserò anche gli altri otto sindaci dell’area nord che formano, insieme ad Anagni, il coordinamento per la sanità» conclude Natalia.