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Colleferro, manifestazione degli ex lavoratori Amazon: le loro richieste all’azienda e alla politica e le risposte ricevute (FOTO e VIDEO)

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Colleferro, manifestazione degli ex lavoratori Amazon: le loro richieste all'azienda e alla politica

Mattinata di proteste a Colleferro, dove una delegazione di ex lavoratori Amazon ha dato vita a una manifestazione divisa in più tappe. Prima il raduno davanti al polo logistico, poi davanti la sede di Adecco e, infine, in piazza Italia dove c’era ad attenderli anche il Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, di fronte il palazzo comunale. In primis, il Primo Cittadino ha proposto di accoglierli in sede per questioni logistiche, ma in seguito ha accettato di scendere in strada.

Ex lavoratori Amazon in protesta: l’incontro con il Sindaco di Colleferro

La questione Amazon, a Colleferro, continua a tenere banco. Gli ex lavoratori hanno parlato del problema dell’eccessivo turn-over. Stando ai loro resoconti, la questione principale è che vengono utilizzati come parti di un processo di interscambio, in cui si resta due mesi per poi far posto al prossimo. La loro richiesta è invece quella di restare.

“Non ha senso essere selezionati dopo un iter complesso e che talvolta dura mesi, per poi essere mandati via, senza motivo”. Uno di loro ha infatti spiegato che se Adecco (agenzia del lavoro che si è occupata della fase di recruiting) avesse dichiarato sin da subito che la selezione, durata ben cinque mesi, avesse avuto come scopo unico quello di far fronte alle richieste extra dovute alla stagionalità o al Covid, non avrebbe nemmeno partecipato. Una ex lavoratrice ha invece qui raccontato come è stata trattata sia da Adecco che da Amazon.

L’unico Sindacato presente sul posto è USB, che ha spiegato quali fossero le istanze dei lavoratori e si è fatto loro portavoce e filo di congiunzione tra loro e la politica. Dall’altro capo del filo c’era dunque il Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, che ha accettato di buon grado di incontrarsi con i lavoratori. Quest’ultimo ha dichiarato di non dover essere ringraziato per questa decisione, poiché rientra nei suoi doveri.

Le richieste degli ex lavoratori Amazon alla politica e all’azienda

La richiesta dei lavoratori è semplice: lavoro e stabilità. Per farlo si è chiesto che il Comune di Colleferro si faccia garante per la realizzazione di un incontro dapprima con la Regione Lazio e in seguito anche con l’attuale Governo e quindi di un possibile tavolo di confronto al MISE. 

I problemi con Amazon e Adecco

Le lamentele più diffuse hanno riguardato il comportamento di alcuni giovani dirigenti locali di Amazon, e i contratti. Poche infatti a dire dei manifestanti le persone assunte a tempo indeterminato e il comportamento di Adecco, giudicato poco trasparente nei confronti dei lavoratori. Infine, ha tenuto banco anche la tematica ambientale. Una giovane ricercatrice ha infatti spiegato come la logistica inquini e che fra 50 anni Amazon potrebbe essere la nuova Ilva.

Dal canto loro, abbiamo raggiunto i vertici di Amazon proprio per chiedere risposte concrete in merito ai principali problemi presentati dai lavoratori. Di seguito, il punto di vista dell’impresa:

Le risposte di Amazon

In merito al problema precariato, la risposta della multinazionale è stata questa:

Amazon è oggi uno maggiori datori di lavoro in Italia. In 10 anni ha creato oltre 9.500 posti di lavoro a tempo indeterminato, a cui se ne aggiungeranno oltre 2000 nei prossimi tre anni solo per le attività di magazzino.

Come tante aziende con andamento dei volumi variabile, facciamo ricorso a lavoratori temporanei per supportarci nei periodi in cui registriamo incrementi del numero di ordini dei clienti. I lavoratori con contratti a tempo determinato ricevono il medesimo salario dei lavoratori a tempo indeterminato inquadrati allo stesso livello. Appena abbiamo la possibilità di assumere nuovo personale a tempo indeterminato ci rivolgiamo prioritariamente ai lavoratori che hanno già lavorato con noi.

Il sito di Colleferro è operativo dal mese di ottobre del 2020. Al momento del lancio del sito abbiamo annunciato la creazione di 500 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni. A sette mesi dall’apertura abbiamo assunto oltre 350 lavoratori a tempo indeterminato, in anticipo sugli obiettivi annunciati in fase di lancio.

Per quanto riguarda la richiesta degli ex lavoratori di essere presi in considerazione per il loro ritorno anziché eccedere con il turn-over, Amazon ha risposto così:

Come tante attività con andamento dei volumi variabile, facciamo ricorso a lavoratori temporanei per supportarci quando registriamo incrementi del numero di ordini dei clienti. Quando lanciamo un nuovo centro ricorriamo sia a lavoratori a tempo indeterminato che a tempo determinato per riuscire a gestire i volumi degli ordini nel miglior modo possibile. I lavoratori con contratti a tempo determinato ricevono il medesimo salario dei lavoratori a tempo indeterminato inquadrati allo stesso livello. Appena abbiamo la possibilità di assumere nuovo personale a tempo indeterminato ci rivolgiamo prioritariamente ai lavoratori che hanno già lavorato con noi.

Il ricorso al lavoro in somministrazione non è dettato esclusivamente dall’andamento dei volumi nel breve e lungo termine, ma anche dalle necessità connesse al lancio di nuovi siti. Durante la fase di lancio di nuovi siti delle dimensioni e della complessità dei centri di distribuzione Amazon, come ad esempio quello di Colleferro aperto circa 7 mesi fa, è necessaria una fase di organizzazione iniziale delle attività che deve essere necessariamente supportata dall’uso di personale temporaneo. Riguardo all’andamento dei volumi, il netto aumento degli ordini del periodo natalizio si riflette in un numero di contratti in somministrazione decisamente superiore rispetto a tutto il resto dell’anno. Inoltre, essendo Amazon a tutti gli effetti un negozio aperto 24/7hr, è costantemente soggetto alla variabilità degli ordini e pertanto ci avvaliamo di personale in somministrazione anche negli altri periodi dell’anno.

Sulla questione Adecco, la multinazionale fondata da Bezos ha così spiegato: 

Lavoriamo con le principali agenzie per il lavoro. Riteniamo che lavorare con le agenzie interinali per l’assunzione di personale sia un requisito fondamentale per un’attività in rapida crescita e caratterizzata da variabilità dei volumi come la nostra. I dipendenti assunti con contratto in somministrazione dalle agenzie ricevono lo stesso stipendio e stesse condizioni contrattuali dei dipendenti assunti direttamente da Amazon. Ci impegniamo a offrire a ciascuno l’opportunità di crescere all’interno dell’azienda, quando possibile.

Sulla questione ambientale, Amazon ha così argomentato:

Sul tema della sostenibilità, il 19 settembre 2019 Amazon e Global Optimism hanno annunciato The Climate Pledge, un impegno a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi con 10 anni di anticipo. Amazon è il primo firmatario di questo impegno. The Climate Pledge invita i firmatari a raggiungere zero emissioni nette di carbonio in tutte le loro attività imprese entro il 2040, dieci anni prima rispetto all’obiettivo del 2050 fissato dall’Accordo di Parigi.

Le aziende firmatarie del Climate Pledge si impegnano a: misurare e segnalare con regolarità le emissioni di gas a effetto serra; implementare strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi attraverso cambiamenti e innovazioni reali dell’attività, che comprendano un miglioramento dell’efficienza, l’impiego di energia rinnovabile, la riduzione dei materiali e altre strategie atte all’eliminazione delle emissioni di carbonio; neutralizzare qualsiasi emissione residua adottando misure compensative aggiuntive, quantificabili, reali, permanenti e con un impatto sociale positivo, così da raggiungere zero emissioni di carbonio annue entro il 2040.

E infine, anche una parola sulle tasse da parte di Amazon, che chiude così:

In merito alle tasse, alcuni media stanno confondendo e quindi riportando erroneamente ciò che Amazon paga come imposta sulla società di una entità in Lussemburgo con ciò che Amazon paga in tutta Europa. Paghiamo l’imposta sulla società nei paesi di tutta Europa per centinaia di milioni di euro e operiamo ovunque nel pieno rispetto delle leggi fiscali locali. In Italia, nel 2019 il nostro contributo fiscale complessivo è stato di 234 milioni di Euro.

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Presto tavolo permanente con la Regione Lazio. La promessa di Mattia (PD)

“Sono al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici ex somministrati Amazon che oggi hanno manifestato davanti allo stabilimento di Colleferro. Il tema sollevato, quello della stabilità del lavoro, è serio e non riguarda solo la città di Colleferro, ma tutta la Regione” – dichiara  Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione lavoro Regione Lazio  – “Anche per questo dopo lo sciopero del 22 marzo, il primo in Italia, ho presentato una mozione per istituire un tavolo di confronto permanente tra Regione, sindacati, Amazon e Comuni in cui sono ubicati gli stabilimenti per monitorare le varie realtà e per costruire un dialogo tra le parti che si inserisca nel sistema di relazioni industriali che caratterizza il sistema italiano.

Come sempre mi metto a disposizione per portare la vicenda all’attenzione della Commissione lavoro in Consiglio Regionale”

Dunque, questa è la delicata situazione a Colleferro, ma non solo. Il problema riguarda molti paesi del Centro-Sud Italia che li ospitano; mentre appare meno grave al Nord-Italia. Voi cosa ne pensate? Di seguito, i video della giornata:

https://fb.watch/5p2Hd3qBur/

https://www.youtube.com/watch?v=W0h-3V02tYA