Eseguita il 4 maggio scorso, l’Ordinanza di Custodia Cautelare a carico degli indagati emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.
Violenza sessuale di gruppo, lesioni e, per uno degli indagati, spaccio di sostanze stupefacenti: sono questi i capi di accusa che gravano su 2 giovani fermati dalla Polizia di Stato per aver drogato e violentato un loro conoscente. Sono stati gli stessi agenti del commissariato Appio ad eseguire la misura e ad accompagnare i 2 agli arresti domiciliari.
La vicenda
La vicenda si è svolta nello scorso autunno: un giovane, poco dopo le 5 di mattina, è stato soccorso dall’ambulanza e dalla Polizia di Stato in un bar di Colli Albani. Seppur molto agiato e con frasi sconnesse, il ragazzo ha raccontato di aver fatto uso di droghe e di essere stato violentato da alcuni amici. I successivi accertamenti clinici hanno confermato sia la violenza sessuale sia l’assunzione di stupefacenti, con una prognosi di 25 giorni.
Durante le successive indagini, condotte dagli investigatori del commissariato Appio è emerso che la vittima, dopo aver cenato ed aver assunto droghe –in particolare GBH, un acido organico conosciuto anche come “droga delle stupro”- con due conoscenti, nell’appartamento di uno di loro, è stato improvvisamente invitato ad andarsene; lo stesso, dopo aver vagato un po’ per la strada, è tornato indietro con l’intenzione di farsi riaccompagnare a casa.
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I 2 giovani lo hanno fatto entrare ma una volta dentro, prima con le minacce e poi con violenza, lo hanno stuprato entrambi e lo hanno rimandato in strada sanguinante, non prima di averlo minacciato che, se avesse raccontato a qualcuno quello che era successo, avrebbero fatto vedere il video al fidanzato. Secondo quanto ipotizzato dalla stessa vittima, i violentatori, durante la cena, gli avrebbero fatto assumere a sua insaputa altra droga, sempre GBH.
I poliziotti, dopo una serie di accertamenti, sono giunti all’identificazione dei 2 violentatori, entrambi romani, di 32 e 25 anni, permettendo così alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di procedere nei loro confronti.
Foto di repertorio