LETTERA APERTA AI MINISTRI DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA E DELLA SALUTE, DA PARTE DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI PER L’AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI FROSINONE:
LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Ill.mo On. Roberto Cingolani
AL MINISTRO DELLA SALUTE
Ill.mo On. Roberto speranza
Siamo nella Valle del Sacco, dove il tempo sembra andare a ritroso e la direzione degli eventi ostinatamente al contrario. L’Europa propone nuove misure per ridurre l’inquinamento atmosferico e confida negli obiettivi del pacchetto “Aria Pulita”, che per il 2030 prevede 58.000 morti premature in meno; 123.000km2 di ecosistemi salvati dall’inquinamento dell’azoto; 56.000km2 di spazi protetti Natura 2000 recuperati; 19.000km2 di ecosistemi forestali sottratti alle piogge acide. Il tribunale dell’Aia, in Olanda, il 26 maggio scorso, impone alla Shell, grande compagnia petrolifera multinazionale, di tagliare le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030.
L’Arpa Lazio comunica che nel quinquennio 2015-2019 nella Regione Lazio è migliorata la qualità dell’aria, ma non nella Valle del Sacco, dove i valori persistono critici. Sono decenni che questo territorio è attanagliato dagli inquinanti atmosferici con concentrazioni di polveri sottili nell’aria ai livelli massimi, sia rispetto la Nazione che l’Europa.
La correlazione tra condizioni di salute della popolazione e inquinamento è impietosa, coerente ed estremamente preoccupante.
La recente indagine del DEP (Dipartimento Epidemiologico) Lazio, riguardante l’incremento della mortalità nei capoluogo di provincia, a seguito della criticità sanitaria indotta dalla pandemia da Covid-19, riferito al mese di ottobre 2020, classifica Frosinone al secondo posto in assoluto con un incremento di morti del 43%. Di trentadue capoluoghi di Provincia, seconda solo a Cagliari e distaccata da tutte le altre città. A significare una vulnerabilità e fragilità sanitaria dei cittadini, dove il medesimo evento critico determina aggravamenti di patologie e incrementi di decessi di gran lunga superiori rispetto le altre realtà comparate. Nel 2016 l’ospedalizzazione per asma pediatrico (età 2–17 anni) della Asl di Frosinone è stata di gran lunga e con evidenza la più rappresentata rispetto a quella di tutte le altre Asl romane e del resto della Regione Lazio. Stesso periodo, sempre per la ASL di Frosinone, i morti per BPCO dopo 30 giorni dal primo ricovero rappresentavano oltre il doppio rispetto la media regionale, mentre la percentuale di mortalità per patologie del sistema circolatorio era del 44,5%, rispetto al 36,3% della Regione Lazio. Negli anni 2015 inizio 2016 da una indagine epidemiologica sul 10% dei cittadini di Frosinone è emersa una prevalenza di asma e di BPCO (bronchite cronica) rispettivamente del doppio e del triplo rispetto le altre città capoluogo d’Italia. Siamo in un S.I.N. (Sito di Interessa Nazionale) dove l’inquinamento ha un ruolo patogenetico prioritario e dove ogni peggioramento ambientale, seppur minimo, induce danni irreparabili.
In un simile contesto è in corso il rilascio di autorizzazioni per impianti di trattamenti di rifiuti, per oltre 500.000tonnellate/annue, in particolare biodigestori anaerobici a forte impatto emissivo e dispersivo. Di contro, in contemporanea, nel Comune di Nave (BS), l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nega il permesso alla realizzazione di impianti di produzione energetica, in funzione della concentrazione di PM 10 e di PM 2,5 che risultano oltre i valori ammessi per legge, valori che come è noto sono il doppio di quanto raccomandato dall’OMS a tutela dei rischi per la salute. La situazione in essere nell’area, secondo l’ISS, sconsiglia qualsiasi ulteriore contributo emissivo, che se anche quantificato in valori estremamente contenuti (0,001-0,006 mcg/m3), comunque si aggiungerebbe ad un fondo già compromesso tale da escludere qualsiasi ulteriore sorgente di potenziale emissione. La Valle del Sacco presenta una compromissione ed una criticità della qualità dell’aria di gran lunga peggiore rispetto quella di Nave (BS) ed il contributo emissivo dei digestori di rifiuti previsti (0,0198-0,317mcg/m3), sarà fortemente rappresentato ed impattante a peggiorare ulteriormente una condizione di fondo già gravemente compromessa.
Nonostante ciò, nella Valle del Sacco, gli impianti di trattamento dei rifiuti vengono autorizzati in assenza di valutazioni di ordine sanitario. A norma di legge perché per i biodigestori non è prevista la VIS (Valutazione d’Impatto Sanitario), a norma di legge perché la ASL non partecipa alle Conferenze dei Servizi, con una assenza che equivale a parere favorevole all’autorizzazione.
Chi scrive è l’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia, che in base ad incontrovertibili acquisizioni medico-scientifiche a tutti note, alla mancata attuazione delle raccomandazioni dell’OMS, alle inconfutabili evidenze epidemiologiche, comunica che nella Valle del Sacco in generale ed in particolare nei paesi dove dovrebbero sorgere i biodigestori, ossia: Frosinone, Anagni e Patrica, si prevede un aumento di morti premature e di malattie, sopratutto respiratorie e cardiovascolari, aumento proporzionale all’incremento delle sorgenti emissive, in accordo con consolidata letteratura scientifica internazionale e tutto a norma di legge. Inquietante risulta che il dirigente regionale responsabile dell’iter autorizzativo dei biodigestori e decisore finale anche delle ricadute sulla salute dei cittadini, sia stato arrestato, come da note cronache giudiziarie, per questioni legate alla gestione dei rifiuti. Risulta difficile e sempre penoso comunicare a chi ha perso un caro o un parente per morte prematura, a chi ha sviluppato una malattia inquinamento correlata, spesso grave, a chi genitore assiste alle crisi respiratorie dei figli, che tutto è accaduto ed accade a norma di legge.
L’Associazione dei Medici rivolge appello per un intervento straordinario degli Onorevoli Ministri della Transizione Ecologica e della Salute.
Con Osservanza.
dott.ssa Marzia Armida dott. Giovambattista Martino
Presidente Associazione Coordinatore Associazione
Medici di Famiglia per l’Ambiente Medici di Famiglia per l’Ambiente