“Lascio Forza Italia. In questo momento l’amarezza e la delusione sono i sentimenti prevalenti: è stato il mio unico vero partito in questi anni. Ma non ci sono più le condizioni per restare. E non certo per responsabilità del sottoscritto». Così Gianluca Quadrini, capogruppo degli “azzurri” alla Provincia. Nel partito era rientrato nel 2019, come vicecoordinatore regionale. Indicato direttamente dal senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Poi la frattura con lo stesso Fazzone.
Spiega Quadrini: «Sono stato eletto consigliere provinciale con il voto di 180 amministratori. Alla Comunità Montana venni eletto presidente con il voto di oltre 50 amministratori. Quando mi sono candidato come consigliere comunale non ho mai avuto problemi ad ottenere consensi. Anche quando, non in Forza Italia, mi sono cimentato con le politiche e le regionali, ho dimostrato di prendere consensi. Quando sono rientrato nel partito ho avuto un solo obiettivo: aggregare e cercare di far aderire sindaci e amministratori locali. E ho fatto centinaia di tessere. Purtroppo sono stato bersagliato da critiche e polemiche interne, che francamente faccio fatica a spiegare. Anche perché spesso sono arrivate da esponenti che io stesso avevo indicato in ruoli apicali. Forse ha dato fastidio il fatto che avessi aggregato?».
Le indiscrezioni (autorevoli) danno Gianluca Quadrini ad un passo dalla Lega. Lui però spiega: «Sono stato contattato da altri partiti di centrodestra. Sto valutando. Se mi ricandiderò alle provinciali? Certamente sì. Ma potrei anche scendere in campo per altre elezioni». Gianluca Quadrini non lo dice, ma è chiaro che il riferimento è alle regionali. Nota ancora Quadrini: «Se sono un individualista? Ma questa francamente è una storiella priva di fondamento. Ho sempre creduto al gioco di squadra e in quell’ottica mi sono mosso. Un esempio su tutti: alle europee ho dato il mio contributo all’elezione di Salvatore De Meo. E ne sono fiero. Ringrazio il senatore Maurizio Gasparri, che mi ha onorato della nomina a vicecoordinatore nazionale degli enti locali di Forza Italia. Un gesto importante, ma qualcosa si era rotto. Irrimediabilmente. D’altronde, come presidente della Comunità Montana mi è stata data una spallata politica difficile da capire e dimenticare. Anche successivamente non sono mancate critiche e prese di distanza da quella che era stata la mia attività amministrativa.
Non potevo continuare a fare finta di nulla. La delusione c’è, inutile nasconderlo. Credo però che i vertici di Forza Italia dovrebbero riflettere sul fatto che in tanti hanno lasciato il partito in questi ultimi anni. Forse la favoletta che Gianluca Quadrini è il “cattivo” non regge». Quindi Quadrini aggiunge: «Ad un certo punto ho ritenuto opportuno fare presente la situazione ad esponenti di primo piano nazionale del partito. Non per chiedere la “testa” di qualcuno, ma semplicemente per favorire interventi che tenessero tutti dentro al partito. Non ho riscontrato alcuna presa di posizione vera. E men che meno un intervento. Così come non ci sono stati chiarimenti. Mai. La classe dirigente di un partito dovrebbe avere come imperativo categorico quello di coinvolgere, aggregare, motivare, ricucire. Ad ogni modo le cose sono andate in questo modo. Ho dato tutto quello che potevo dare in questi anni.
Quindi sotto questo punto di vista non posso rimproverarmi nulla». A questo punto si attende soltanto l’ufficializzazione dell’adesione alla Lega di Gianluca Quadrini. Partito al quale, con provenienza Forza Italia, sono arrivati i sindaci Nicola Ottaviani (Frosinone) e Anselmo Rotondo (Pontecorvo), il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli e il capogruppo al Comune capoluogo Danilo Magliocchetti.