Ernst August Wagner nel 1913 uccise moglie e 4 figli e poi sparò in strada alla folla in Germania: è considerato come il primo mass murder della storia. Ovviamente, in passato ci sono stati altri casi analoghi, ma che non sono stati presi in considerazione dal punto di vista criminologico ufficiale. Purtroppo, il tema dei mass murderer è tornato di moda dopo la tragedia di Ardea.
Il killer di Ardea: un’analisi criminologica sul fenomeno dei mass murderer
In Italia, per fortuna, non siamo abituati a questi avvenimenti. Il motivo è semplice: la mancanza di un facilitatore. Stiamo parlando ovviamente di armi. Cosa ovviamente differente in America: lì la presenza massiccia di armi da fuoco fa sì che queste tragedia accadano con maggior frequenza.
La figura del mass murderer è poco analizzata perché non genera alcun allarme sociologico: statisticamente sono pochi i casi. Di solito si tratta di assassini disorganizzati, prima collerici o disforici, e la strage che compiono è il primo e l’unico reato che fanno e talvolta termina con il loro suicidio, considerato come una forma di protesta contro il mondo.
Gli studiosi Levin e Fox hanno stilato quattro categorie di mass murderer, basate anche sul loro modus operandi:
- Vendicatore (vendetta contro una categoria o società in generale)
- Per amore (suicidio allargato: vuole salvare i suoi familiari dal dolore che proveranno in seguito alla sua scomparsa)
- Per profitto (uccide vittime perché percepite come ostacolo, ad esempio in una rapina)
- Per terrore (ideologico. Vuole mandare un messaggio, di solito è un terrorista).
Come si evince dalle suddette categorie, più o meno nella metà dei casi lo sterminatore non conosce le sue vittime.
https://www.casilinanews.it/173863/attualita/ardea-killer-chi-era-ingegnere-informatico-tso.html
Lo sterminatore italiano
Quest’ultimo si definisce in 3 figure: liberatore (uccide per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione del suo piano di vita); altruistico e vendicatore. Per un’analisi più dettagliata rimandiamo al Libro Gli sterminatori di Angelo Zappalà, dove i suddetti temi sono affrontati nel dettaglio.