In concomitanza con gli attesissimi europei di calcio UEFA EURO 2020, il Nucleo Speciale Tutela
Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha concluso una nuova ed importante
operazione di contrasto al fenomeno della pirateria audiovisiva attraverso la trasmissione non
autorizzata su rete internet, la c.d. “IPTV” – Internet Protocol Television.
Ecco tutti i dettagli
L’attività ha avuto origine dalla UEFA che, in qualità di titolare dei diritti di trasmissione dell’evento,
segnalava la proliferazione di portali dediti allo streaming illegale delle partite in prossimità dell’inizio
della manifestazione calcistica europea.
Le preliminari attività hanno riguardato l’identificazione e l’accurato monitoraggio dei servizi e delle
risorse IPTV e streaming illegali a partire dalla cerimonia inaugurale di Roma dello scorso 11 Giugno.
Veniva smascherato un nuovo articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima
generazione, alimentate simultaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” ubicate in Europa e
finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati
sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo. Singolare la circostanza che, interrogate le singole
risorse informatiche, numerose restituissero sul browser il messaggio ‘Xtream Codes Reborn’ che
riporta alla nota piattaforma pirata mondiale smantellata nel 2019.
Completata la prima fase investigativa è stato configurato un innovativo sistema di tracciamento che
ha consentito di individuare compiutamente tutti i fruitori dei flussi pirata. In occasione del palinsesto
di ieri, 17 Giugno (ove in Italia due partite erano trasmesse in esclusiva in Pay-Tv), tutti gli utenti
collegati hanno quindi visualizzato all’improvviso sui propri dispositivi un pannello che li avvertiva
che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma era stato sottoposto a
sequestro ed i loro dati di connessione rilevati.
I responsabili dei servizi pirata rischiano ora la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 15.493 Euro; mentre gli utenti finali riceveranno automaticamente una rilevante sanzione amministrativa per un importo fino a 1032 euro.
La complessa ed innovativa attività di indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica di
Napoli, Giovanni Melillo e diretta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai Sostituti
Procuratore Valeria Sico e Maria Sofia Cozza, ha consentito il sequestro e l’oscuramento di oltre
600 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live
streaming nonché l’acquisizione dell’elenco completo dei dati identificativi di centinaia di migliaia di
illeciti utilizzatori in ambito mondiale.
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La Guardia di Finanza, nella sua veste di polizia economico finanziaria a tutela degli operatori onesti
e per assicurare condizioni di leale concorrenza, contrasta con decisione questo business illegale
che finanzia la criminalità organizzata e cagiona un imponente danno per l’economia italiana a
discapito dell’industria dell’audiovisivo che, in un momento già gravemente segnato dalle difficoltà
derivanti dalla pandemia di COVID 19, si stima abbia perso nel solo anno 2020 oltre 8000 posti di
lavoro (dati FAPAV) proprio per effetto di questi fenomeni criminali