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San Cesareo, la commissione temporanea per gli odori acri perde i pezzi: Mattogno e Scacco si dimettono

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San Cesareo, la commissione temporanea per gli odori acri perde i pezzi: Mattogno e Scacco si dimettono
Uniti per San Cesareo commenta i recenti avvenimenti in città relativi agli odori acri e l’inquinamento acustico. Le loro parole:

San Cesareo, Mattogno e Scacco si dimettono dalla Commissione Temporanea per gli odori acri

A San Cesareo lo stato di disagio sugli odori acri e l’inquinamento acustico continua ad essere il tema caldo anche in questa estate 2021.

Dopo l’ultima denuncia nei giorni scorsi del Comitato Pro Campo Gillaro sull’immobilismo dell’Amministrazione comunale sulla vicenda (nonostante a gennaio avesse già ricevuto i rapporti di verifica dell’Arpa da cui risultavano valori non conformi), nel consiglio comunale dell’8 luglio 2021 Massimo Mattogno capogruppo di minoranza e Michela Scacco, hanno rassegnato le dimissioni da componenti della commissione temporanea.
“La commissione – dichiara Mattogno – non è stata mai posta in grado di funzionare pienamente non essendo stata fornite alla stessa nessun documento e né le informazioni utili allo scopo, che invece vengono diramate dall’Amministrazione attraverso i social e solo a distanza di tempo.
Riteniamo inoltre lesive dell’immagine e dell’onorabilità dei consiglieri alcune affermazioni come quelle espresse sulla pagina FB del Comune di San Cesareo del 7 luglio in cui si afferma che ‘non è stata fornita notizia alla compagine politica, a garanzia dell’imparzialità dell’istruttoria stessa’, – prosegue – quasi a voler far apparire i componenti della commissione come soggetti non in grado di svolgere il proprio ruolo con terzietà”.
Dimissioni che però non significano abbandonare la questione anzi, concludono i consiglieri, annunciando che continueranno , in ogni caso, ad occuparsi della problematica in qualità di consiglieri comunali e presenteranno proposte concrete elaborate insieme  per risolvere le problematiche di cui la commissione preposta avrebbe dovuto occuparsi.
Non è quindi uno scarico di responsabilità ma anzi un atto di protesta sul modo improprio di procedere che svilisce il ruolo dei consiglieri comunali democraticamente eletti e quindi, anche del Consiglio comunale, il massimo organo di rappresentanza civica.