A seguito di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone ed espletata in modo encomiabile dalla Polizia Stradale di Frosinone, sono state emesse dal GIP di Frosinone nove misure cautelari personali: di cui 4 agli arresti domiciliari, 4 con obbligo di dimora ed uno di interdizione dai pubblici uffici.
I dettagli
Le predette persone sono indagate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico nazionale ed internazionale di autoveicoli di provenienza illecita con l’aggravante della transnazionalità, riciclaggio, ricettazione, falso, rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo alla banca dati delle Forze dell’Ordine e possesso di apparecchi idonei alle comunicazioni con persone detenute.
Con la stessa ordinanza cautelare è stata disposta la cessazione di diverse attività imprenditoriali operanti nel campo della commercializzazione dei veicoli, nelle provincie di Frosinone, Roma e Lecce.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, hanno avuto inizio nel mese di luglio dello scorso anno con il sequestro di due autovetture rubate e contraffatte, il primo eseguito da personale della Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone ed il secondo da personale del Distaccamento Polizia Stradale di Sora e si inseriscono nell’attività investigativa che la polizia stradale di Frosinone ha svolto nel corso del 2020 che ha già portato al sequestro di circa cinquanta autovetture di provenienza furtiva, contraffatte e rimesse in circolazione ed all’arresto di un commerciante di autoveicoli di Cassino effettuato nel mese di luglio dello scorso anno.
L’attività investigativa svolta dalla polizia stradale ha portato alla luce un’organizzazione criminale radicata a Frosinone, con alcuni riferimenti nella zona sud della Capitale, composta da:
– persona di etnia rom, di Frosinone, ritenuto il vertice dell’organizzazione, che si occupava di gestire le varie attività illecite degli altri componenti del sodalizio, vendendo le autovetture sotto falso nome e gestendo i contatti con i soggetti prestanome ai quali venivano intestati i veicoli;
– altra persona di Fiuggi, che gestiva un autosalone situato nella provincia di Frosinone e si occupava della vendita dei veicoli sia all’estero che in Italia;
– titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche della provincia che si occupava dei falsi passaggi di proprietà dei veicoli, che venivano intestati a persone fisiche o a società fittizie,al fine di interrompere il tracciamento degli stessi in caso di accertamenti da parte delle forze di polizia;
– persona di Roma che si occupava del reperimento e della contraffazione di autovetture rubate, in contatto con altri pregiudicati della capitale che materialmente eseguivano i furti. Si occupava, inoltre, della spedizione all’estero, principalmente in Grecia, delle parti di ricambio, ottenute dalla cd. “cannibalizzazione” dei veicoli rubati nella Capitale.
L’organizzazione si serviva, per l’intestazione fittizia degli autoveicoli, anche di persona originaria di Lecce ed altre due di Ceprano e Ceccano, i quali, trovandosi in una posizione debitoria nei confronti del capo del sodalizio, mettevano a disposizione il primo il proprio nominativo e gli altri due le loro società.
L’intestazione fittizia era impiegata anche per consentire la circolazione di veicoli utilizzati da persone prive di patente di guida o anche da gruppi criminali che realizzavano reati di tipo predatorio nella provincia, quali furti in abitazione o negli esercizi commerciali oppure per agevolare la circolazione di persone latitanti.
E’ stata sottoposta, altresì, alla misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio anche un Maresciallo dei Carabinieri in servizio a Roma.
Nel corso dell’indagine sono state sequestrate in Germania, con la collaborazione della polizia tedesca, quattro veicoli di provenienza illecita, di proprietà di un concessionario Fiat di Salerno, i quali, tramite l’autosalone di persona di Frosinone, erano stati esportati in Germania, nella città di Norimberga, ove era stata tentata l’immatricolazione con documenti falsi.
L’intervento della polizia tedesca ha impedito che il reato fosse portato a termine ed ha consentito il sequestro dei veicoli.
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Altri veicoli truffati sono stati esportati in Ungheria, previa intestazione fittizia in Italia, realizzata sempre tramite la stessa agenzia di pratiche automobilistiche. Proprio in Ungheria è stata rintracciata e sequestrata una BMW X5 esportata tramite i canali dell’organizzazione.
Oltre alle misure cautelari notificate alle persone ritenute appartenenti al sodalizio, è stata disposta la cessazione delle attività imprenditoriali di un’agenzia di consulenza automobilistica e di quattro attività di rivendita di veicoli, di cui due che operavano in “e-commerce”.
Gli accertamenti hanno consentito di individuare una organizzazione dedita al commercio illecito di autovetture estesa sull’intera regione Lazio e con ramificazioni internazionali che consentiva di rivendere numerosi veicoli di provenienza illecita attraverso contraffazioni di documenti e dei dati loro identificativi conseguendo in tal modo notevoli profitti.