Marco Milani è un agente di Polizia Locale, e sindacalista, e ha deciso di scriverci una missiva per chiarire il suo punto di vista sulla recente situazione legata all’introduzione del green pass obbligatorio e una recente polemica nata in cui si è parlato di una chat costituita da agenti del corpo, che contestano l’istituzione delle nuove e recentissime norme anti-covid:
Mi chiamo Marco Milani sono innanzitutto un uomo, un padre, un cittadino ed il mio lavoro è nella Polizia Locale, ove svolgo anche il ruolo di sindacalista. Ieri ho messo un post in cui, sempre da cittadino contestato su canali social privati l’introduzione del green pass obbligatorio, come del resto hanno fatto (devo dire con successo) milioni di francesi o forse dovrei dire concittadini europei.
Sempre ieri ho commesso l’errore di rispondere al telefono a un giornalista di una testata giornalistica, che non è nuovo a tentare di mettermi in cattiva luce nei suoi articoli, arrivando spesso a travisare la realtà (una volta scrisse della mia adesione come sindacato ad una manifestazione di estrema destra, adesione e partecipazione mai avvenuta) ma io sono fatto così: credo nel dialogo, rispondo a tutti e credo e spero sempre nel confronto che ove leale è insieme alla libera circolazione delle idee, il sale della democrazia.
Moltissimi i temi e gli argomenti trattati nel corso della telefonata, iniziata (e non conclusasi) con una precisazione : quello che scrivo e posto nei miei social come cittadino, non deve ne può avere ripercussioni sulle posizioni sindacali o peggio ancora sull’abnegazione professionale.
È un punto importante: un tempo era fatto divieto a magistrati e forze di polizia (e la polizia locale non lo è), di essere iscritti a partiti politici correnti fare politica od esprimere valutazioni in merito, oggi, non é così per loro figuriamoci se può esserlo per un impiegato comunale. Ho parlato con il giornalista di come io stesso sia vaccinato, di come i miei tre figli (infradodicenni), siano stati colpiti dal covid, ed alle sue insistenti domande su “ciò che dice la scienza” , ho risposto sia spiegando come purtroppo non sia univoca nemmeno qui in Italia, sia come le diverse politiche (penso a Francia e Gran Bretagna) creino ulteriori dubbi e confusione anche nei cittadini dello stesso blocco occidentale.
Ho avuto la sfortuna sperando di appellarmi alla sua particolare sensibilità sull’argomento, di spiegare come poi la “scienza stessa” muti le proprie convinzioni prendendo ad esempio il tema dell’omosessualità giudicata fino ad alcuni decenni fa una vera e propria malattia da curare, RI-orientare ed estirpare. Oggi, dalla testata giornalistica vengo dipinto (per l’ennesima volta) come il leader di una frangia rivolta della polizia locale di Roma (nulla di più falso) accostando il mio nome a presunte chat di colleghi complottisti ed ammutinati. Niente di più falso.
In 20 anni nel Corpo il mio stato disciplinare è intonso ed innumerevoli sono le parole di lode e gli encomi, semplici e meno di cui posso fregiarmi, segno evidente che tra dilettantismo (ciò che si fa per passione) e professionalità vi è un mare di distanza.
Ovviamente questa mattina le prese di distanze, le richieste di licenziamento in tronco da parte dei candidati Sindaci (a proposito: sulla base di quali norme signor Calenda? Un aspirante Sindaco dovrebbe conoscerle) e le stigmatizzazione di un opinione personale mal riportata si sprecano. Pazienza: abbiamo le spalle larghe buffo solo pensare che quella libera manifestazione del proprio pensiero, espressa nelle forme consentite dalla legge, sia proprio quella che permette ai giornali di esistere ed al signor giornalista di cui sopra di lavorare ma tant’é. Da vaccinato una cosa mi sento di dire ai “no vax”: dittatura Sanitaria? No dittatura mediatica ed é 1000 volte più pericolosa.
Marco Milani: Uomo, padre, cittadino e più tutto il resto.
Detto questo ritengo che il green pass sia fortemente lesivo di quelle categorie economiche, quali bar, ristoranti e palestre già messe pesantemente a dura prova dalle chiusure anti covid. Infine, dichiaro di non aver mai partecipato né di essere a conoscenza dell’esistenza di alcuna “chat” di colleghi di contestazione sull’istituto del green pass.