Continua l’attività di controllo che i Carabinieri della Compagnia di Anagni stanno portando avanti per garantire la sicurezza sul territorio, prevenire e reprimere i reati in genere, mantenendo alta l’attenzione sugli episodi di violenza maturati in ambito familiare, in relazione anche agli eventuali atti persecutori ed intervenendo in maniera ferma e tempestiva in tutti quei casi del c.d. “codice rosso”. In particolare:
a Morolo, i militari della locale Stazione nella mattinata del 17 agosto u.s., hanno tratto in arresto in flagranza di reato un giovane perché responsabile di “maltrattamenti in famiglia”, già censito per lo stesso tipo di violazione.
L’uomo, che già da tempo vessava i genitori chiedendo loro soldi e minacciandoli reiteratamente qualora non avessero corrisposto alle sue richieste, nella circostanza li minacciava di morte ed atti di violenza costringendoli addirittura ad abbandonare l’abitazione familiare e scappare in strada.
Gli operanti, allertati dai malcapitati, immediatamente giunti sul posto sorprendevano il prevenuto che anche alla loro presenza continuava ad inveire contro i genitori in quanto gli avevano negato le chiavi della macchina e impedito di uscire essendo lo stesso in possesso di patente scaduta di validità.
Al termine delle formalità di rito, il giovane era tratto in arresto mentre gli anziani genitori fortemente impauriti potevano rientrare nella loro abitazione;
a Piglio, i Carabinieri della locale Stazione nella giornata di ieri, hanno deferito in stato di libertà un uomo di mezza età, già censito per reati contro il patrimonio e la persona, perché responsabile di “maltrattamenti in famiglia”. A seguito della richiesta di aiuto pervenuta telefonicamente al 112 da parte dell’anziana madre dell’uomo, i militari nella serata del 14 agosto intervenivano presso l’abitazione della donna accertando che il prevenuto, in evidente stato di alterazione psicofisica conseguente all’uso smodato di bevande alcoliche, poco prima l’aveva minacciata di morte.
Sulla base delle dichiarazioni rese dalla vittima, gli operanti inoltre avevano modo di ricostruire una prolungata serie di violenze psicologiche poste in essere dal figlio nel corso degli anni.