Attenzione alla zanzara giapponese. E’ arrivata dall’est nell’Italia settentrionale negli scorsi mesi e minaccia d’invadere tutta la penisola. Porta con sé diversi virus e malattie come l’encefalite giapponese.
Ci mancava solo la zanzara giapponese…
Estati calde e secche ed inverni miti e piovosi. Il cambiamento climatico globale si fa sentire. Le variazioni comportano rischi per la salute: le specie di zanzare tropicali e batteri aggressivi sono le nuove minacce. In particolare a settembre le autorità sanitarie sono all’erta per la zanzara giapponese del genere Culex, vettore di molte malattie infettive.
Come è arrivata in Italia
Arrivata nell’Italia settentrionale negli scorsi mesi, minaccia di espandersi su tutta la Penisola e oltre. Porta con sé diversi virus e malattie, ma non è sicuro che questi trovino gli ambienti adatti a svilupparsi. È aggressiva, molesta e le piacciono tanto le città. La Aedes Japonicus è particolarmente ghiotta del sangue umano. Vive nelle aree torride del sud-est asiatico, è più grossa della zanzara tigre e punge nelle ore serali, durante la notte, fino all’alba. Grazie alla sua capacità di resistere a lunghi voli, è arrivata in Italia.
Quali malattie porta
Il responsabile del laboratorio di parassitologia dell’Istituto zooprofilattico di Padova, Fabrizio Montarsi, ha spiegato che “nasce nei boschi, ma in Europa e da noi la troviamo nelle città e persino nei piccoli centri immersi nella natura”. Alla presenza di questa zanzara, si aggiunge la paura che possa proliferare ed espandersi in fretta. È la terza in classifica delle cento specie di questo insetto più invasive al mondo. Porta con sé diverse malattie, quali Dengue, Febbre gialla ed encefalite giapponese.
Quest’ultima viene rilevata a livello mondiale in circa 50’000 pazienti all’anno, con una media di 10’000 morti. Può causare febbre, disturbi neurologici, fino al coma. Ma secondo Montarsi non è necessario preoccuparsi: “In Europa finora non abbiamo riscontrato alcun caso.
Perché il virus venga trasmesso occorre infatti che ci siano l’insetto, il virus e lo stesso identico ambiente in cui questa trasmissione è possibile, tipicamente quello del sud-est asiatico.” Come spiegato sul sito della regione Veneto, “la gran parte delle infezioni è asintomatica; l’encefalite vera e propria si manifesta in percentuali variabili da 1 a 20 casi ogni mille infezioni con comparsa di cefalea, febbre, convulsioni, disturbi neurologici, disturbi della coscienza e coma. Il rischio di infezione è generalmente basso per i viaggiatori, se il soggiorno è breve e si svolge in centri urbani.
È più elevato, invece per coloro che si recano per lunghi periodi in aree rurali e agricole in paesi endemici (specie durante la stagione dei monsoni) e per coloro che si recano anche per soggiorni brevi, in aree rurali, rimanendo all’aperto nelle ore serali e notturne, senza adeguata protezione.” Secondo gli esperti, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la popolazione deve aiutare a prevenire la proliferazione di questa zanzara, in quanto il suo successo è dato grazie anche «alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua.
I metodi possibili sono a non lasciare aperti i contenitori che possono colmarsi di acqua, non accatastare materiali, usare le reti anti zanzare, vuotare e capovolgere gli annaffiatoi, mantenere pulite le aree in cui si vive. Ci sono poi quelli più invasivi, come gli insetticidi e la sterilizzazione dei maschi.
Tuttavia le zanzare hanno comunque un ruolo rilevante nell’ecosistema, tanto quanto le api, poiché trasportano i pollini e sono inoltre fonte di cibo di molti animali.