E’ stata pressoché unanime la votazione dei 75 Sindaci presenti (solo 11 gli assenti) a Frosinone a favore della risoluzione del contratto con Acea.
L’unico che si è opposto, il Sindaco di San Giovanni Incarico, Antonio Salvati, ha dichiarato di averlo fatto non perché a favore di Acea, ma perché temeva la possibilità che la società di gestione idrica avesse i presupposti per ottenere un ricorso dopo questa delibera. La decisione dei Sindaci è stata quella di dare 180 giorni per permettergli di risolvere le inadempienze che hanno visto protagonista in negativo la società.
Sidnaci dentro e cittadini fuori. Questa decisione ha scatenato l’ira dei manifestanti, a cui si è spiegato poi che la scelta è stata presa per motivi di ordine pubblico. Gli animi si sono scaldati, ma la situazione non è andata oltre gli slogan e le pacifiche proteste delle circa 300 persone che si sono incontrate spontaneamente per manifestare la loro contrarietà alla fusione.
Il mood è stato percepito dai Sindaci, che hanno preso la decisione migliore per tutti. Ci sono volute più di due ore di discussione per giungere al verdetto unanime. I dubbi riguardavano la tempistica da lasciare a favore dell’ente per risolvere le varie controversie. Chi voleva concedere 90 giorni e chi 180, alla fine si è raggiunto l’accordo per la seconda ipotesi.
Alla fine tutto si è risolto per il meglio e si è votato a favore della risoluzione del contratto per la soddisfazione dei primi cittadini, cittadini, militanti politici e associazioni varie. E’ dal 2009 che si chiedeva di giungere a questa decisione.
Si è dunque dato il via all’iter burocratico per la messa in mora del servizio idrico. Un passo avanti chiesto da molti e che farà felici tutte le persone che in passato hanno avuto battibecchi con l’ente, non lesinando polemiche per i call center non funzionanti e l’esorbitanza dei costi nelle bollette ricevute.