Politica

Bagarre politica ad Artena. Le parole al veleno di Antonio Panici

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Di seguito, il post di Antonio Panici, candidato con la lista Artena Rinasce.
La mia risposta alle offese riportate nel manifesto deve necessariamente partire dal dopo campagna elettorale.

Dopo aver convintamente accettato di partecipare con la lista Artena Rinasce a fine campagna i risultati da me conseguiti sono stati soltanto di 28 voti (e non 16). La cosa non mi ha sconvolto né tantomeno disturbato sapendo come sono certe dinamiche in un paese in cui più o meno tutti sono legati da vincoli di parentela o da altri tipi di rapporto per cui mi sono ritirato in buon ordine ma dicendo a me stesso che mai più sarebbe accaduto che avrei partecipato ad altre iniziative di questo genere. Essendo stato, quindi, l’ultimo della lista ero più che tranquillo che la mia avventura politica fosse finita.

E’ passato qualche mese dalle elezioni e le promesse elettorali sono venute via via scemando e, purtroppo le cose per chi sta amministrando questa città, non sono andate per il verso giusto tanto è vero che è ancora in corso il processo legato all’indagine Feudo. Non devo aggiungere altro in merito in quanto ci sono le cronache a parlare e, per chi ancora non lo sapesse, già alcune persone hanno patteggiato una pena e ci sono già delle condanne.

Nel tempo, quindi, una maggioranza robusta e che sembrava invincibile ha cominciato a perdere pezzi fino ad arrivare ad un numero pari alle opposizioni e di fatto sarebbe stata cosa giusta prendere atto dello sfascio dovuto alla incapacità totale di governare e rimettere il mandato. Ma no si è andati avanti tanto è vero che qualcuno si è definito “ottimo project manager” e qui, per carità di patria, mi astengo da ogni altro commento. Non entro nel merito delle ragioni di chi ha fatto delle scelte diverse abbandonando la maggioranza e passando all’opposizione; certo è che se lo hanno fatto non sono stati premiati con alcunché e saranno anche loro, immagino, a dare risposte adeguate.

Arriviamo a settembre.
Altri due consiglieri comunali si dimettono il 30 di agosto e il giorno stesso mi telefona l’assessore ai servizi sociali chiedendomi se avessi voluto essere surrogato. La risposta è stata no e la telefonata si è chiusa così.

Tutto tace fino all’8 settembre quando il vice sindaco viene a casa per sapere le mie intenzioni circa l’intenzione di accettare la carica di consigliere. Gli rispondo di no, va via e dopo nemmeno un quarto d’ora arriva il comandante della polizia locale Gallo accompagnato dal vigile Calò con la comunicazione avente per oggetto “Richiesta assenso nomina consigliere comunale” mi fa firmare per ricevuta e sulla sua copia chiede che venga scritta la mia rinuncia. Cosa che ho fatto.

Nel frattempo le cose per l’amministrazione diventano difficili essendo le forze nel consiglio comunale perfettamente pari e il confronto tra maggioranza e opposizione diventa sempre più aspro .

Ancora tutto tace fino al 28 ottobre (a cinquanta giorni dalla prima comunicazione) quando torna il comandante Gallo con un’altra notifica, anch’essa protocollata, il cui oggetto è: ”Surroga consigliere comunale”. A questo punto mi domando: se la prima comunicazione è quella definitiva perché inviarmene una seconda? Mi informo e leggo sul sito del Ministero dell’Interno :”A seguito della formalizzazione delle dimissioni da parte di un consigliere si può dare avvio alla procedura di surroga con la convocazione del consiglio e la nomina del primo dei non eletti. Solo a questo punto, quest’ultimo può rinunciare allo status acquisito con la delibera di surroga, risultando pertanto ogni anticipata rinuncia a quel diritto “radicalmente inefficace” (TAR Lazio n. 651/2005). “

In seguito a quanto letto e visto che le condizioni in 50 giorni erano cambiate in maniera tale che in consiglio comunale si era raggiunto un livello sempre più ingessato ho ripensato al mio diniego iniziale e avendo la possibilità di entrare in consiglio mi sono presentato , forte della convocazione per la surroga di accettare. Il Presidente del Consiglio non ha voluto procedere alla surroga riservandosi di chiedere il parere in merito al Prefetto.

Questi i fatti.

Tanto per chiarire a lorsignori. Non ho avuto alcuna promessa di alcun genere e le decisioni, nella mia vita, le ho sempre prese in totale autonomia ascoltando, riflettendo e poi decidendo assumendomi anche le responsabilità delle decisioni. Dietro di me non c’è nessuno se non io stesso.

Io sono tranquillissimo con la mia coscienza e , visti gli avvenimenti recenti e passati non tutti possono dire la stessa cosa.

Anche il modo di porre le domande su quel manifesto mi fanno pensare ancor di più che gente così volgare dovrebbe essere moralmente condannata dalla comunità che pretende di guidare.

L’aver pubblicato dei documenti che riportano le generalità e le informazioni sensibili, al di la della bassezza morale di chi ne è stato l’autore, sono anche una palese violazione della privacy di cui se ne dovrà rispondere.

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