A seguito di complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ed eseguite dalla Polizia di Stato del X Distretto di Roma, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Ostia, nella mattinata odierna è stata data esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di un sessantenne romano, già recidivo specifico, gravemente indiziato dei delitti di usura e tentata estorsione, con le aggravanti di aver commesso il fatto ai danni di persona in stato di bisogno, che svolge attività imprenditoriale.
La vicenda
A seguito di iniziale prestito di 40.000,00 euro, l’indagato aveva richiesto la restituzione di oltre 50.000,00 euro, costringendo la vittima, un commerciante della zona di Ostia Antica, a restituire il denaro con interessi del 25°/o imposti con minacce sempre più pressanti e inquietanti, quali telefonate minatorie , visite in negozio, episodi di “spesa proletaria “, cioè non pagata, che hanno portato prima alla denuncia, all’inchiesta ed infine all’ arresto.
Le richieste usuraie si sono protratte per oltre un anno e, a far partire le indagini, è stato il coraggio della vittima nel denunciare le condotte delittuose ai suoi danni, scaturito dal rapporto di fiducia intrapreso con il personale della polizia di Stato.
In particolare nel corso delle investigazioni è emerso che nel marzo 2020, la vittima dei reati, ovvero un negoziante, in evidente difficoltà economiche per via della crisi scaturita dal Covid ed a seguito del rifiuto delle istituzioni bancarie, a cui si era rivolto, ad aprire nuove linee di credito, aveva richiesto, su suggerimento di alcuni conoscenti, il prestito all’arrestato, noto commerciante della zona di Ostia Antica a lui noto come persona solita a sovvenzionare economicamente aziende e/o persone in difficoltà economiche.
Le continue richieste di dazioni usurarie e le gravi minacce, di carattere estorsivo, fra le quali quelle di uccidere la persona offesa e di spezzarle le mani e le braccia se non avesse saldato il debito, sono state ampia1nente docu1nentate dagli inquirenti grazie ad una costante attività di sorveglianza, anche tecnica, espletata dalla Polizia di Stato dell’indagato, che consentiva, altresì, di documentare e registrare gli incontri che avvenivano tra la vittima e il presunto usuraio.
LEGGI ANCHE – Don Bosco, Ennio ancora non può rientrare a casa. Le Rom: “Non abbiamo occupato”
Nel corso di uno degli incontri, l’usurato veniva colpito con violenza la volto, riportando lesioni personali in particolare un trauma facciale e un trauma cranico, dopo essere stato minacciato di morte, per costringerlo all’immediata restituzione degli interessi maturati con il debito.
Le indagini costituiscono la conferma alla diffusione del fenomeno usurario nel circondario di Roma, diffusosi ancor più rapidamente a seguito della pandemia e della conseguente crisi economica di diversi operatori commerciali e della necessità della denuncia della vittima per potere identificare gli autori dell’odioso delitto di usura.