Arrestate cinque persone che, su una nota piattaforma di messaggistica, si scambiavano materiale pedopornografico.
Una vicenda aberrante
Gli indagati avevano creato un gruppo chiuso, denominato “Famiglie da Abusi”, in cui si scambiavano contenuti espliciti che coinvolgevano i componenti delle loro famiglie, compresi i figli, realizzati anche mediante lo sfruttamento sessuale di minori e ritraenti sia atti sessuali che momenti intimi catturati di nascosto. Altre tre persone sono state invece indagate.
L’indagine sviluppata dai compartimenti della Polizia postale di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania e coordinata dal Servizio Polizia postale e delle comunicazioni attraverso il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online (C.N.C.P.O.), ha avuto inizio dallo scambio di informazioni con organismi di Polizia internazionali.
Gli specialisti della Polizia postale, dopo aver individuato gli appartenenti al gruppo, seguendo le tracce informatiche, hanno eseguito diverse perquisizioni.
La prima perquisizione in ordine di tempo è stata eseguita nella Capitale dove un uomo è stato arrestato per il possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. In quella occasione è emersa per la prima volta l’esistenza del gruppo. Dagli approfondimenti investigativi, si è arrivati a un imprenditore edile bolognese, il quale è stato arrestato perché trovato in possesso di un video autoprodotto, con il coinvolgimento di un minore appartenente al nucleo familiare.
Un terzo uomo è stato individuato a Napoli: dipendente del Comune di Napoli è stato denunciato a piede libero perché detentore di materiale pedopornografico.
Altro componente del gruppo, residente nel bresciano, è stato arrestato per detenzione di ingente quantitativo di materiale riguardante lo sfruttamento sessuale di minori ed indagato per violenza sessuale ai danni della propria figlia, nell’ambito di una separata attività investigativa, originata da una segnalazione delle autorità canadesi.
Sempre il Compartimento della postale di Roma ha identificato altre due persone in contatto con il primo indagato, con il quale intrattenevano conversazioni a sfondo pedopornografico e scambiavano contenuti illeciti. Uno dei due, residente in provincia di Roma, è stato denunciato a piede libero poiché deteneva sui propri dispositivi i file ricevuti dal primo arrestato, che gli aveva anche fornito istruzioni per instaurare un contatto sessuale con un minore.
L’altro, un 55enne siciliano, nel corso della perquisizione eseguita in Sicilia è stato arrestato per aver abusato sessualmente della propria figlia, di cui condivideva le registrazioni con i suoi interlocutori.
Nei confronti della moglie del siciliano, invece, indagata per non essere intervenuta pur essendo a conoscenza degli abusi, è stata emessa la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa coniugale e del divieto di avvicinamento alla figlia.
Un altro componente del gruppo, è un napoletano poco più che trentenne. L’uomo è stato arrestato perché nel corso della perquisizione è stato trovato in possesso di circa 200 file pedopornografici ed è stata documentata la sua partecipazione alla chat, su cui condivideva le proprie fantasie inerenti ad atti sessuali con minori anche con foto riferite a momenti della vita quotidiana familiare.