Andava avanti ormai da diverso tempo la “querelle” tra le associazioni della provincia di Roma e di quella di Frosinone e la Saxa Gres. Nello specifico, Anagni Viva, e le due di Colleferro, Comitato Residenti e Retuvasa. L’azienda ci ha scritto per informare la cittadinanza sull’esito del TAR.
La nota di Saxa Gres
Il ricorso proposto dal Comitato Residenti Colleferro, dall’Associazione Anagni Viva, dall’Associazione Retuvasa Onlus nei confronti di Saxa Gres S.pA. è stato definitivamente dichiarato improcedibile dal Tar del Lazio Sezione Prima Quater. Il Tribunale ha condannato le Associazioni ed il Comitato a pagare le spese di lite alla Regione Lazio ed alla Saxa Gres, assistita dallo studio Dla Piper.
“Si chiude così una vicenda assolutamente infondata, che ha avuto il solo effetto di inasprire un clima fino a quel momento assolutamente sereno e collaborativo tra azienda e territorio.
Il Tar ha ribadito la decisione di respingere il ricorso “per carenza di interesse, perché anche l’eventuale accoglimento non potrebbe determinare il venir meno degli effetti del successivo provvedimento divenuto ormai inoppugnabile”.
In pratica: quel ricorso era assolutamente inutile, nessun effetto pratico avrebbe potuto determinare, non metteva in discussione né il ciclo di lavorazione né l’uso di materiali riciclati nella realizzazione dei prodotti Saxa Gres. Attaccava soltanto un passaggio procedurale, superato poi dai fatti e dai passaggi successivi.
Siamo sempre stati fiduciosi nella Giustizia e non temevamo che potesse esserci altro tipo di pronunciamento. Non possiamo fare a meno di esprimere la nostra amarezza di fronte a ricorsi pretestuosi. Che nulla fanno a vantaggio del territorio, dei lavoratori, della crescita dell’economia locale nel suo insieme. Questo tipo di ricorsi ha il solo risultato di ingenerare confusione nella popolazione, alimentando un clima di scontro assolutamente inutile e non necessario. Soprattutto in questo momento in cui i costi dell’energia e delle materie prime stanno mettendo seriamente a rischio la produzione industriale in tutto il Paese.
Anche sul biodigestore, ci troviamo nella stessa situazione: una narrazione fantasiosa, condita da elementi talmente assurdi da sfidare le più elementari basi sul funzionamento di un impianto di compostaggio e biogas. Il nostro progetto è fermo da 5 anni nonostante la legge preveda un iter di 180 giorni. Viene raccontato strumentalmente male ai cittadini e disegnato come un mostro, quando invece non è altro che un impianto che digerisce sfalci del verde e scarti di cucina.
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Ma soprattutto produce gas bio, col quale tenere in piedi le fabbriche che oggi rischiano di doversi fermare per la speculazione sulle materie prime, nonostante il raddoppio degli ordini anno su anno.
Purtroppo si cerca di lucrare sulla pelle delle aziende e dei lavoratori. Quando non ci saranno più sapremo chi ringraziare” hanno dichiarato da Saxa Gres.
Restiamo a disposizione delle associazioni locali per un commento alla vicenda.