La Saxa Gres spegne i suoi forni dall’inizio del prossimo anno fino al 31 Gennaio 2022 e i propri dipendenti verranno posti in cassa integrazione. Coinvolti 350 lavoratori dei due stabilimenti del frusinate e 125 di Gualdo Tadino. Di seguito, la nota dell’azienda e poi quella del Sindacato UGL di Frosinone:
Forni spenti in Ciociaria nel settore ceramiche
Le aziende del settore Ceramiche guidate da Francesco Borgomeo hanno ordini per il 2022
doppi rispetto al fatturato 2021. Ma nonostante questo spegneranno i loro forni fino al 31
gennaio prossimo.
È la conseguenza della congiuntura internazionale che ha quintuplicato i costi del gas,
materia indispensabile per alimentare i forni nei quali produrre i celebri sampietrini ed il
gres da esterni in pietra ceramica Green.
La decisione è stata presa di concerto con i grandi gruppi nazionali del settore, messi
tutti di fronte ad un costo dell’energia arrivato ormai a livelli non più sostenibili per il
settore industriale.
Il Gruppo Saxa si allinea così, suo malgrado, alla decisione presa già da settimane, da
altri colossi del vetro, del cemento, dell’acciaio e della ceramica: settori che possono
produrre solo con un massiccio impiego di energia per alimentare i loro forni.
“Paghiamo le scelte di un Paese che non è autosufficiente sul piano energetico” spiega il
presidente Francesco Borgomeo. “Non siamo in presenza solo di una speculazione
internazionale ma di scelte politiche sbagliate delle quali ora pagheranno il conto le
categorie produttive ed i lavoratori. Mi domando per esempio che senso abbia portare
all’estero i rifiuti del Lazio per poi comprare dall’estero l’energia prodotta con i nostri
materiali, opportunamente trattati in termovalorizzatori e biodigestori che qui ancora ci
impediscono di realizzare nonostante li solleciti e li richieda anche il Pnrr per renderci
competitivi”.
“Avremmo potuto evitare questo stop se solo non avessimo dovuto perdere 5 anni, a
fronte dei 180 giorni previsti per legge, per non avere un biodigestore che ci spetta. E
che avrebbe impedito il fermo forni”.
“Recupereremo in estate questi giorni di fermo produttivo, per mantenere fede agli
impegni presi con i clienti, confidando in una soluzione che nel frattempo raffreddi i
prezzi. Non possiamo produrre in perdita, come per alcune settimane abbiamo fatto”.
Le parole del Sindacato
“Anche una delle aziende che ha investito di più sul nostro territorio – sottolinea il Segretario Provinciale Enzo Valente – è costretta ad alzare bandiera bianca e a sospendere la produzione per un mese. Rinnoviamo l’appello al Governo visto che nella finanziaria manca un intervento a sostegno delle imprese ad alto consumo energetico del settore della ceramica”.
La chiusura parziale della produzione degli stabilimenti di Anagni, Roccasecca e Gualdo Tadino, è un effetto degli aumenti dei prezzi energetici che mettono a rischio le imprese, rischia di paralizzare la ripresa economica del Paese e con il caro bollette va ad incidere pesantemente sul reddito di ogni famiglia italiana: “L’impatto del costo dell’energia nega la giusta competitività sul mercato delle nostre industrie – spiega Valente – e la produzione di beni strategici rischia di bloccarsi anche oltre il solo mese annunciato da Saxa Gres”.
La notizia di questi giorni chiude nel peggiore dei modi un 2021 già caratterizzato da effetti negativi per il settore: “Ed il timore – continua Valente – è che anche per il settore carta, sul quale la provincia conta molto in termini di sviluppo economico e lavoro, con migliaia di impiegati, possa avere ripercussioni negative”.
Restando così la situazione, è prevedibile la perdita di quote di mercato e di un nuovo e massiccio ricorso alla cassa integrazione, in un momento di generale ripresa delle attività produttive: “Al Governo – conclude il segretario Valente – come già chiesto dal Segretario Nazionale Francesco Paolo Capone, ci appelliamo per intervenire immediatamente, aprendo un tavolo di confronto”.
Foto di repertorio