Nuovi studi lo dimostrano: Omicron colpisce meno i polmoni ed è quindi meno aggressivo. Nuovi studi su animali da laboratorio e tessuti umani tendono a dimostrare che la variante Omicron del coronavirus colpisce meno i polmoni, il che confermerebbe il suo carattere meno aggressivo
Test su topi e criceti hanno dimostrato che Omicron provoca infezioni meno gravi, spesso limitate al tratto respiratorio superiore (naso, gola, trachea). La variante era molto meno dannosa per i polmoni, mentre le varianti precedenti spesso causavano gravi danni respiratori e complicazioni. “Si potrebbe dire che sta emergendo l’idea di una malattia che si manifesta principalmente nel sistema respiratorio superiore”, ha commentato Roland Eils, bioinformatico dell’Istituto di sanità di Berlino.
Le prime segnalazioni della variante Omicron sono arrivate dal Sudafrica a novembre, senza che gli scienziati sapessero in che modo differisse dalle precedenti forme del virus, se non per la sua grande contagiosità. Da allora, gli studi hanno dimostrato che appare meno aggressivo della variante Delta. Esperti di Hong Kong hanno studiato campioni prelevati durante operazioni sulle vie respiratorie umane.
Per dodici di questi campioni, Omicron è cresciuto più lentamente di Delta e delle altre varianti. Altri studi hanno suggerito che la nuova variante fosse accompagnata da una diminuzione dei ricoveri ospedalieri, ma gli esperti avevano delle riserve al riguardo. Secondo il quotidiano New York Times che ha pubblicato lo studio, non è ancora chiaro perché la variante abbia questa capacità di diffondersi rapidamente. Molti Paesi europei, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno recentemente registrato un numero record di contagi. In Italia, rappresenta ora più di 7 infezioni su 10.