Non è stata solo una visita di cortesia quella che, ieri mattina – 14 ottobre 2016, ha visto protagonisti a Ceccano, presso il Palazzo municipale, il Sindaco di Piedimonte San Germano, Vincenzo Nocella, il suo Vice-Sindaco, Leonardo Capuano, e il Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale ONLUS Antares, Massimo Benedetto Mastrangeli.
Per il primo cittadino di Ceccano, Roberto Caligiore, si è trattato “di un incontro tra amministratori che, di fatto, può essere ritenuto un vero e proprio gemellaggio culturale tra la nostra Amministrazione e quella di questa cittadina, oggi legata moltissimo alla nostra comunità anche per i numerosi pendolari che ogni giorno vi si recano al lavoro”.
L’incontro molto cordiale tra le due delegazioni amministrative è avvenuto però per altri tipi di legami che la storia, dopo anni, ha voluto riannodare. A Ceccano, infatti, a seguito della dismissione di un palazzo nobiliare passato ora di proprietà, è stata recuperata una preziosa litografia ritraente Vincenzo Aceto, Avvocato della Sacra Rota di Piedimonte S. Germano che, nel frattempo, l’Assessore alla Cultura, Stefano Gizzi, si era premunito di conservare presso la Biblioteca cittadina con la chiara intenzione di risalire agli effettivi proprietari.
Dopo una serie di doverosi accertamenti, la storia legata a questo particolare ritratto ha consentito di riportarne alla luce l’esatta provenienza che, dall’800, lo legava alla nobile famiglia tenutaria del castello di Piedimonte S. Germano, bombardato e distrutto durante la II Guerra Mondiale.
La litografia, appesa allora alle pareti del castello insieme alle altre degli avi della stessa famiglia, andate poi distrutte per gli eventi bellici, dopo la cruenta battaglia che mise in ritirata le truppe tedesche, fu prelevata dagli alleati che arrivati a Ceccano, qui la lasciarono in custodia.
Ora la litografia è ritornata nella sua sede originaria e da parte dell’Amministrazione di Piedimonte San Germano, Ceccano ha ricevuto un’interessantissima serie di volumi, catalogabili come fonti locali, di cui molte copie anastatiche di edizioni non più recuperabili e legate alla storia della Terra di Lavoro, altra anima territoriale ora fusa nell’unicità della provincia di Frosinone.