«Se il PD rischia di morire se si spacca al referendum? Si, credo non ci sia futuro». Intervistata da Alberto Sofia su Giornalettismo.com, Sandra Zampa, vicepresidente del PD, avverte sui rischi di scissione se non si troverà un accordo prima del voto del 4 dicembre che possa tenere unito il partito. «Da una parte, o da un’altra, non si potrebbe restare di certo insieme. E il giorno dopo il voto non resterebbe tutto uguale. Bersani sbaglia a dire che non cambierebbe nulla», aggiunge, bacchettando l’ex segretario, a un passo dal “NO”. «Ci sarebbe un problema di credibilità, di autorevolezza della politica – continua l’ex portavoce di Romano Prodi – Viviamo in una legislatura anomala che ci ha fatto ritrovare accanto a Denis Verdini. E io accanto a lui non vorrei trovarmi più. Lo abbiamo fatto perché avevamo un compito. Adesso dopo tre anni cosa raccontiamo alla gente? Che abbiamo scherzato? Chi dice che non cambierebbe nulla non considera che sarebbe un Pd fortemente delegittimato».
Referendum, Zampa: “Il PD rischia di morire se si spacca”
SANDRA ZAMPA (PD): «IL PD RISCHIA DI MORIRE SE SI SPACCA AL REFERENDUM»
SANDRA ZAMPA (PD): «BERSANI? HA VOTATO “SI” IN AULA, SAREBBE INCOERENTE SE INVITASSE A VOTARE NO AL REFERENDUM»
«Io non riesco a capire come si possa votare per tre volte “Sì” in Parlamento, per poi uscire dall’Aula e invitare i cittadini a votare contro al referendum». Intervistata da Alberto Sofia su Giornalettismo.com, Sandra Zampa, vicepresidente del PD, bacchetta l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani e la minoranza dem ormai vicina a votare “No” il 4 dicembre. L’ex portavoce di Romano Prodi condivide le critiche all’Italicum (che non votò, ndr) ma sosterrà il “Sì”: «C’è un nesso tra la riforma costituzionale e l’Italicum? Vero, per me esiste. Allora chiediamo una modifica della legge elettorale. Si chiede un segno tangibile? Il segno è che si metta a lavorare la commissione e da lì venga avviato l’iter legislativo per modificarla». Zampa però non comprende la linea di Bersani e Speranza: «Ma se questo viene fatto e resti ancora sul No, allora la questione è un’altra. Ma tocca a loro spiegarlo. Un’incoerenza di questo tipo mi stupirebbe molto».
SANDRA ZAMPA (PD): «RENZI CAMBI TONO. SERVE PIÙ RISPETTO»
«Non va bene dire che quelli della minoranza Pd sono solo pretesti o che vogliono solo affossare la sua leadership. Basta con i toni muscolari». Intervistata da Alberto Sofia su Giornalettismo.com, Sandra Zampa, vicepresidente del PD, critica il segretario dem e premier Matteo Renzi: «Dentro una comunità ci si rispetta. E negli ultimi anni rispetto ne ho visto poco», aggiunge la deputata dem. «I nostri elettori sono molto stressati da i nostri comportamenti. Questo è il segno di un partito che ancora si contende le spoglie del passato. Mi viene il sospetto che il PD non l’abbiamo mai voluto veder nascere. C’è chi continua, con una vecchia cultura politica, ad affrontare il presente. E c’è chi, come Renzi, non riconosce quanto è stato fatto per arrivare a oggi. Specularmente, è lo stesso errore. Ma il premier dovrebbe ringraziare chi ha fondato il partito, non liquidare il passato». Zampa chiede a tutti maggiore rispetto: «Bersani dice di essere stato trattato come un rottame da Renzi? Bisogna smetterla con questi personalismi. Il Pd non è roba loro, la facciano tutti finita».
SANDRA ZAMPA (PD): «LA COMMISSIONE PER CAMBIARE L’ITALICUM? PROPOSTA VERA, MA EMERGA POSIZIONE PD IN POCO TEMPO»
«La commissione Pd per cambiare l’Italicum? Io credo sia una proposta vera, ora va praticata con risposte autentiche». Intervistata da Alberto Sofia su Giornalettismo.com, Sandra Zampa, vicepresidente del PD, crede che sia ancora possibile un accordo interno, prima del referendum. «Rassegnata ad assistere a un Congresso anticipato alle urne? No, ma ora mi aspetto che la commissione porti alla luce almeno la posizione del Pd, in poco tempo. Ricordo che a Varese in un’assemblea nazionale, con Bersani segretario, noi proponemmo il maggioritario a doppio turno alla francese, che prevede gli apparentamenti. Adesso va risolto anche il nodo dei collegi e vanno corretti tutti quei difetti che abbiamo trovato nell’Italicum», spiega. L’ex portavoce di Prodi è ottimista: «Credo si possa trovare un’intesa sulla proposta Chiti-Fornaro (che disciplina l’elezione diretta dei senatori e che in Direzione Renzi ha spiegato di voler adottare, ndr) e correggere l’Italicum». Con chi cambiare la legge? «Con chi sarà disponibile. Prima si parte dall’unità massima del Pd sulla proposta di legge elettorale, poi si va a mediare con chi riesce almeno ad accogliere alcuni parti», conclude.