Eurospin richiama miscela tostata macinata di CAFFE CLASSICO Espresso Italia 250g per Ocratossina A oltre i limiti di legge. Lo segnala Rasff. Scatta il ritiro in Croazia e Slovenia ma in Italia non si avvertono i consumatori.
Scatta di nuovo un’allerta alimentare per eccesso di Ocratossina A in miscela di caffè tostato macinato proveniente dall’Italia e distribuiti in Croazia e Slovenia.
“C’è la possibilità che un lotto di prodotto sia nelle dispense di ignari consumatori anche in Italia e vengano consumati nei prossimi giorni” – avvisano dallo Sportello dei Diritti.
Il RASFF poche ore fa ha attivato un avviso di sicurezza (2021.7264) per alto contenuto di Ocratossina A in miscela di caffè tostato macinato prodotto in Italia e commercializzati da Eurospin in Croazia e Slovenia.
Cos’è l’Ocratossina
L’Ocratossina A (OTA) è una tossina prodotta da diversi tipi di muffe dei generi Aspergillum e Penicillium, presente in numerosi alimenti tra i quali i cereali, la carne conservata, la frutta fresca e secca e i formaggi, ed è nota da tempo per essere una sostanza pericolosa per gli animali, tossica per il rene e cancerogena. Inoltre si sapeva che è genotossica sia in vitro che in vivo, e cioè che agisce direttamente sul DNA, anche se non si conosceva bene il meccanismo di tale effetto.
L’ultima valutazione dell’Efsa, del 2006, si atteneva a questi elementi, e forniva limiti di assunzione settimanali, ma ora ne è uscita una versione aggiornata, più restrittiva e improntata a una maggiore prudenza, perché gli studi effettuati nel frattempo hanno chiarito meglio i complessi meccanismi di azione sui geni, e messo in luce che la sostanza è probabilmente peggiore di quanto ritenuto finora.
Tra gli alimenti che contribuiscono di più all’esposizione da Ocratossina A ci sono i formaggi. Il documento ha preso in considerazione le misurazioni di oltre 71 mila campioni analizzati in 29 paesi europei (soprattutto Germania e Olanda) negli ultimi 10 anni, e ha concluso che esistono motivi di preoccupazione sanitaria per la maggior parte delle fasce di consumatori. In generale le concentrazioni più alte di Ocratossina A sono state trovate nelle categorie degli estratti vegetali (‘Plant extract formula’), degli aromi e delle essenze ( ‘Flavourings or essences’) contenenti estratti di liquirizia e nel peperoncino.
L’esposizione media nella popolazione va da 0,64 a 9,13 nanogrammi per chilo di peso al giorno e i cibi che più contribuiscono all’esposizione cronica sono il formaggio stagionato, i cereali e i derivati, e la carne conservata. Anche se in misura minore rispetto alle altre categorie citate, anche la frutta fresca e i succhi contribuiscono all’esposizione dei bambini, dove è possibile che l’Ocratossina A totale assunta sia piuttosto elevata (e questo preoccupa).
Come si legge nella sintesi del documento, restano comunque molti aspetti da chiarire e la prudenza potrebbe essere eccessiva, ma sono state fatte scelte improntate al principio di precauzione, conservative. Il parametro calcolato dall’Efsa in questa analisi è il MOE, il margine di esposizione della popolazione alla tossina attraverso gli alimenti.
La consulenza fornita fungerà da base scientifica per la Commissione europea nel decidere i livelli massimi di Ocratossina A ammessi nei prodotti alimentari. Ecco perché la sua presenza eccessiva nella dieta va considerata potenzialmente nociva per la salute.
La segnalazione è pubblica solo perchè il prodotto è esportato in Croazia e Slovenia e in questi casi la norma europea prevede l’obbligo di informare il Rasff.
Il lotto
Nel dettaglio si tratta della miscela di caffè tostato macinato CAFFE CLASSICO Espresso Italia 250g con data di scadenza 9.7.2023 e numero di lotto G09W37110 venduto nei supermercati di Croazia e Slovenia. Eurospin si scusa per gli eventuali disagi causati da questa situazione e ringraziano i clienti per la loro comprensione. “In Italia non c’è stata nessuna comunicazione, nulla è stato detto ai consumatori del macinato di caffè tostato sotto accusa” – continuano dallo Sportello dei Diritti.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si ripete il solito schema poco responsabile del Ministero della Salute italiano che, a oggi, non ha indicato sul sistema di pubblicazione on line del dicastero dedicato ai richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, la marca del prodotto, né vengono fornite foto ai consumatori, mentre le catene di supermercati implicate nella vicenda hanno diramato comunicati nei propri siti. Tutto lascerebbe quindi supporre che il pericolo non sia grave, ma diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini.
In altri Paesi europei le notizie delle allerta vengono divulgate in rete da parte delle stesse aziende o da parte delle autorità sanitarie che le raccolgono e le diffondono. È un silenzio assordante che i responsabili del ministero giustificano con argomenti improbabili, visto che molti Paesi che aderiscono come l’Italia al Sistema rapido di allerta (Rasff) ogni settimana diffondono i nomi, le marche e le foto dei prodotti oggetto di richiamo e di allerta.
Lo “Sportello dei Diritti”, per sopperire a questa grave lacuna del ritardo di tali comunicazioni delle autorità sanitarie, pubblica ogni settimana l’elenco dei prodotti ritirati o richiamati dal mercato a causa di contaminazioni batteriche, presenza di corpi estranei, eccessiva presenza di pesticidi, errori in etichetta, mancanza di avvertenze sulla presenza di allergeni, errori nella data di scadenza, ecc…