La madre di uno studente della scuola Giovanni Paolo II del Comune di Colleferro ha scritto una lettera indirizzata a dirigenti scolastici, vertici della Asl Roma 5 e all’Amministrazione Comunale. La missiva è stata inoltrata anche a noi e la pubblichiamo per intero (esclusi dettagli legati alla privacy).
Di seguito, la segnalazione di quanto successo in merito alla gestione del Covid-19, di quella che la donna considera una grave irregolarità:
Colleferro, segnalata grave irregolarità in una scuola nella gestione del Covid: la lettera di una madre preoccupata
Desidero segnalare con la presente, una grave irregolarità nella gestione dei casi Covid nella nostra scuola, afferente al distretto Sanitario ASL Roma 5.
In particolare mi riferisco ai provvedimenti attualmente in vigore e ben descritti nella nota 11 dell’8 gennaio
2021 emanata dal Ministero della Salute e Ministero dell’Istruzione, con oggetto “nuove modalità di
gestione dei casi di positività all’infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico – art. 4, del decreto-legge 7
gennaio 2022, n. 1 – prime indicazioni operative”.
La suddetta nota prevede per la scuola primaria, qualora sia presente un positivo in classe:
– Tampone T0, da effettuare il prima possibile, e, qualora tutti siano negativi, rientro in classe con
didattica in presenza e tampone di controllo T5.
Questa norma nella nostra scuola è stata completamente disattesa e i ritardi nella comunicazione hanno
portato profondi disagi alle famiglie coinvolte, in particolare:
– Alla comunicazione del caso positivo (18 gennaio – un unico caso positivo) è seguita una nota di
disposizione di quarantena preventiva con attivazione della DaD e la richiesta di attendere ulteriori
indicazioni dal Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 5;
– Solo dopo tre giorni (21 gennaio) viene data disposizione di un tampone a 5 giorni dall’ultimo
contatto (23 gennaio), invitando le famiglie a prenotare il tampone sul sito della regione Lazio nella
sezione scuola o privatamente presso qualsiasi laboratorio o farmacia abilitato (perciò a
pagamento).
A mio avviso ogni criterio di tutela della salute e di garanzia di continuità didattica è venuto meno:
– Non è stato effettuato il tampone T0: 1) se presenti altri positivi non sono stati individuati e questo
non permette di segnalare il caso ad eventuali contatti; 2) se tutta la classe negativa non si è
permesso ai bambini di proseguire con la regolare programmazione didattica in presenza, come è
loro diritto.
– Viene effettuato il tampone T5 senza il tampone T0, e in seguito i bambini, se negativi, sono
riammessi in classe. Ma questa possibilità non è contemplata in nessun modo nella normativa
vigente.
– La ASL ci ha informato dopo tre giorni (21 gennaio) di dover autonomamente provvedere a
prenotare il tampone T5 (23 gennaio), quando non era mai stato fatto prima (per lo meno nella
nostra scuola) e questo ha trovato le famiglie impreparate ed impossibilitate a prenotare per tempo
il tampone gratuitamente in un drive-in.
Questo vuol dire che ci troviamo costretti a pagare il tampone in una struttura privata se vogliamo far rientrare i nostri figli a scuola il prima possibile.
Sarebbe bastato avvisare di questa necessità in concomitanza con l’avviso di quarantena preventiva,
dando la possibilità di un tempo maggiore per prenotare il tampone necessario al rientro.
Ritengo che le irregolarità segnalate ledano i diritti delle famiglie e dei bambini e che, nonostante
capiamo tutti che la situazione sia molto delicata e complessa da gestire, tali irregolarità siano frutto di
un superficialità e negligenza.
Mi auguro vivamente che questa segnalazione sia presa in considerazione per garantire un
miglioramento della situazione attuale. Già comunicare con le famiglie più tempestivamente sarebbe un
bel passo in avanti.
In ogni caso spero di ricevere risposta e che tutto ciò venga concretamente preso in considerazione: le
famiglie sono piuttosto stanche di dover sopperire alle negligenze della ASL Roma 5 e quindi si
proseguirà per altre vie se questa segnalazione non dovesse essere sufficiente. Del resto tacere di fronte
ad una irregolarità è un atto di viltà e di scarso senso civico” – si conclude così la lettera.