Che il 2022 sarebbe stato un anno particolarmente difficile per i mercati finanziari era un’eventualità data quasi per certa dagli addetti ai lavori. Di sicuro non ci si aspettava che già le prime settimane di Gennaio sarebbero state così turbolente, come si sono effettivamente dimostrate: è vero che gli investitori hanno imparato a convivere con diverse incognite negli ultimi mesi, ma il concretizzarsi dei timori e delle tensioni rappresenta comunque un duro banco di prova. Il cambio di rotta delle politiche monetarie delle Banche Centrali e il conseguente deflusso di una parte di liquidità dal sistema finanziario sono eventi ormai metabolizzati dai mercati internazionali; tuttavia, rispetto al recente passato, ci si dovrà confrontare con uno scenario inusuale -totalmente nuovo in Europa da quando è stata introdotta la circolazione della moneta unica-: rendimenti del reddito fisso quasi nulli, valutazioni dei titoli azionari abbastanza elevate e inflazione strisciante.
Proteggere i risparmi con una corretta diversificazione
È chiaro che in tale congiuntura i risparmiatori più accorti siano alla ricerca di idee su come investire soldi, per cercare di mantenere quantomeno inalterato il potere di acquisto dei propri risparmi. Infatti, se negli ultimi anni mantenere un capitale non a reddito non rappresentava un grosso problema, oggi la situazione è completamente cambiata, in quanto gli alti livelli di inflazione rischiano di erodere il valore reale di un capitale in pochi anni, a maggior ragione se il fenomeno diventasse strutturale -secondo gli analisti in alcune macro aree già lo è- e più intenso.
In questo momento, secondo i professionisti del settore, strutturare una asset allocation strategica in modo troppo conservativo potrebbe essere controproducente per tutta la serie di motivi fin qui esposti, tuttavia discostarsi eccessivamente da quello che rappresenta il profilo di rischio di ciascun risparmiatore può risultare abbastanza pericoloso, soprattutto in fasi di forte volatilità di alcune classi di sottostanti. Sotto questo aspetto, quindi, una deroga potrebbe essere concessa al massimo in favore di un allungamento dell’orizzonte temporale -per diluire il rapporto rischio rendimento- a patto che vi sia disponibilità da parte di coloro che devono immobilizzare la liquidità. Naturalmente, Il modus operandi più sensato consiste nel diversificare efficacemente il portafoglio, per limitare quanto più possibile il rischio specifico di determinati strumenti finanziari.
Diversificazione e approccio tattico: ridurre gli effetti degli shock esogeni
In quest’ottica, una soluzione di investimento estremamente interessante è rappresentata dai fondi comuni, un prodotto che consente un’ottima differenziazione dei sottostanti anche su piccoli capitali. Fra le varie forme di gestione collettiva del risparmio meritano una citazione in particolare gli etf, in quanto hanno commissioni di gestione di gran lunga inferiori a quelle richieste da strumenti finanziari a gestione attiva della medesima categoria. È opportuno sottolineare che gli etf, oltre ad essere negoziabili sulle piazze regolamentate, utilizzate dagli intermediari tradizionali –Banche e Poste-, sono presenti, oggi, anche nei cataloghi prodotti dei broker online: si tratta di un canale di distribuzione molto vantaggioso, in quanto fornisce agli utenti un’ottima tecnologia per negoziare i fondi passivi, senza richiedere costi elevati. Inoltre sulle piattaforme di trading rilasciate da queste società sono disponibili specifiche funzionalità, per creare strategie di breve termine –short selling e leva finanziaria su tutte-.
Un approccio tattico, unito all’allocazione strategica di portafoglio, costituisce un ulteriore elemento di diversificazione, grazia alla combinazione di stili operativi che si basano su concetti diametralmente opposti. Mettere in atto delle strategie di breve termine, per hedgiare il portafoglio, consente di mettersi al riparo dalla volatilità causata da shock esogeni improvvisi.
Attualmente, ad esempio, nonostante il focus degli analisti sia concentrato principalmente sul cambiamento delle politiche monetarie e sull’inflazione, vi sono molte altre questioni rimaste in sospeso. Tra queste è bene citare la complessa situazione dell’economia cinese, afflitta ancora dai problemi che riguardano le grandi aziende operanti nel settore immobiliare domestico, a cui si sono aggiunti quelli legati alla diffusione della variante Omicron che è ormai divenuta dominante nella maggior parte dei Paesi.
