Polo unico Colleferro-Palestrina: la Asl Rm5 batte la ritirata. La nota del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro”
Il danno è fatto e il rimedio è una “toppa” variopinta che mostra ancora meglio lo strappo dei giorni scorsi e che potrebbe avere come conseguenza quella di allontanare le pazienti donne dall’ospedale di Palestrina, Polo unico ospedaliero con Colleferro (dove fino a 7 anni fa si poteva partorire).
In appena 24 ore il Direttore generale della Asl Rm5, Giorgio Santonocito, ha disposto e subito annullato la comunicazione urgente del 18.1.2022 relativa all’utilizzo temporaneo da parte del DEA di Tivoli delle attrezzature del reparto di ostetricia e ginecologia di Palestrina (interamente centro Covid).
La Direzione generale della Asl Rm5, in una riunione “lampo”, ha comunicato ai Sindaci – assente o non invitato quello di Colleferro – che non procederà al trasferimento. Se il trasloco era urgente come si spiega il suo sollecito annullamento?
Il Sindaco di Palestrina, Mario Moretti, aveva tuonato nei confronti del potere d’impèrio della Asl Rm5 per essere venuta meno al dovere di collaborazione fra Enti pubblici. Lo stesso dovere che lui e la Direzione sanitaria dimenticano di avere nei confronti del Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, in virtù dell’Atto aziendale istitutivo del Polo unico ospedaliero.
Collaborazione che i due Sindaci si erano solennemente giurati anche in occasione della costituzione del Tavolo permanente dei Monti Lepini, Prenestini e valle del Sacco, che li ha consacrati coordinatori, e della cui attività non hanno nemmeno tentato di dar bella prova.
Grazie ai social, Sanna si avvede tardivamente di essere stato bypassato e con un comunicato, che passa inosservato (proprio come voleva,) si limita a protestare per l’esclusione.
La disputa fa finire in secondo piano il disagio causato alle pazienti che da mesi, anzi anni, non hanno più il servizio di ginecologia e ostetricia nel Polo unico ospedaliero.
A parte le tesi complottistiche e le ricostruzioni dietrologiche, vero è che la mancata ripresa delle prestazioni materno-infantili entro settembre 2021, come garantito dal Direttore generale della Asl Rm5, è un fatto.
E’ un fatto vero che in oltre 5 mesi i Sindaci non hanno preso iniziative per pretendere dalla Asl Rm5 e dalla Regione l’immediata riattivazione ordinaria di tutti i reparti di Palestrina, al momento della sua riconversione in ospedale ordinario.
Dell’intera vicenda, che ha provocato un forte clamore mediatico, si è discusso nella trasmissione radiofonica “Zeroinonda” su Radio Ondalibera, con il Sindaco Moretti, poi con il Presidente della Commissione regionale sanità, Rodolfo Lena (ex sindaco di Palestrina), ed infine con Franco Cerquetani, Consigliere comunale di Gallicano del Lazio, che ha criticato la decisione aziendale.
Il Presidente Lena non sa spiegarsi il loro allarmismo e trova infondato il sospetto dello smantellamento dell’ospedale che, assicura, resterà aperto, come prevedono gli atti regionali. Ribadisce che tutti i reparti, compreso ginecologia, pediatria e ostetricia, saranno riattivati una volta terminata l’emergenza Covid. Assicura che sono già in uso “10 posti letto di terapia intensiva e subintensiva, fondamenti in un ospedale dove (non) nascono bambini”.
Come non mettere nuovamente l’accento sul fatto che finora i Sindaci hanno taciuto sulla mancata attivazione della terapia intensiva? Hanno partecipato o no alla sua “doppia” inaugurazione e che, secondo recenti notizie di stampa, i posti letto di terapia intensiva sono mancanti?
In conclusione, tutto questo frastuono sarebbe da ricondurre ad un difetto di comunicazione tra la Asl ed i Sindaci, che sono stati biasimati e invitati ad investire più tempo nell’informazione istituzionale, sollevando così la Regione e il suo Assessore da ogni coinvolgimento.
C’è però un interrogativo in attesa di risposta: la Regione intende continuare l’esperienza del Polo unico ospedaliero Colleferro-Palestrina oppure vuole affossarlo? E’ stata fatta una valutazione dei risultati ottenuti da questa aggregazione ed integrazione ospedaliera?
Cosa accadrà domani? Dopo anni di chiusura, ci vorrà molto tempo prima che le partorienti possano tornare a Palestrina. Probabilmente non si raggiungerà il numero di parti previsto per legge e questo sarà il “pretesto” per chiudere il reparto, come accaduto a Colleferro e a Velletri.
Quando il Presidente Lena afferma che il reparto di pediatria e ginecologia è aperto solo a Tivoli e Palestrina dovrebbe aggiungere che in tutta la Asl Rm5 manca il reparto di chirurgia pediatrica e che i ragazzi fino a 18 anni devono essere operati a Roma, dove gli ospedali sono congestionati e insufficienti.
Sono ancora pochissimi i posti letto in tutta la Asl Rm5, c’è una grave carenza di personale da oltre 10 anni, manca una risonanza magnetica in tutti e 5 gli ospedali e le liste di attesa sono infinite. I “tagli” lineari poi hanno contribuito a spostare l’utenza verso la sanità privata e/o convenzionata.
Difficilmente nel prossimo futuro si riuscirà a recuperare questo gap e le responsabilità sono di chi negli ultimi anni non ha programmato l’organico e, anche in previsione del piano pandemico 2006, non ha pianificato il potenziamento delle strutture sanitarie.
E’ nostro dovere chiedere ai Sindaci, alla Asl Rm5 e alla Regione un cronoprogramma sull’attività dei prossimi mesi, che devono proseguire in modo concreto, prevendendo confronti periodici anche con i comitati e le associazioni.
La “grande sfida” nei nostri territori non sono i progetti del Piano nazionale di riprese e resilienza (PNRR), ma una urgente riorganizzazione della sanità regionale che riesca a garantire negli ospedali della Asl Rm5 i livelli essenziali di assistenza (LEA).
Gabriella Collacchi, Portavoce e Ina Camilli, Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale