Cronaca

Roma, chirurgo del San Filippo Neri accusato di aver operato al posto del padre morto prematuramente, ex primario di urologia

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Roma, chirurgo del San Filippo Neri accusato di aver operato al posto del padre morto prematuramente, ex primario di urologia

A raccontare questa particolare vicenda è il Corriere, che spiega come un uomo si sarebbe spacciato per il padre, ex primario di urologia presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma. Il “falso” chirurgo avrebbe addirittura compiuto una 50ina di interventi senza avere l’abilitazione. Su di lui pendono le accuse di falso. Ricostruiamo la vicenda.

I fatti

Adesso ha 37 anni, e all’epoca in cui si svolsero i fatti, il ragazzo si trovava al quinto anno di laurea specialistica. La sua attività non era passata inosservata, infatti sembra proprio che la segnalazione di quanto stava facendo fosse giunta direttamente dal personale interno. In seguito, sono iniziate le indagini dei carabinieri del NAS. Gli interventi chirurgici si sarebbero svolti tra il 2017 e il 2018. La difesa spiega che l’uomo era autorizzato e abilitato a frequentare la sala operatoria.

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Qui faceva praticantato, dopo averne fatto richiesta. Dunque, sostengono che non ci sia stato nessuno scambio di persona. Infine, si giustificano che le operazioni sono tutte andate a buon fine e nessun paziente ha mai sporto denuncia. Staremo dunque a vedere come finirà questo episodio. Intanto, arrivano pesanti accuse dalla politica. Di seguito, la nota del M5S in merito alla vicenda:

Sanità, Raggi-Menna-Chinni-Badaracco (M5S): “Sconcerto per storia falso chirurgo al San Filippo Neri. Regione Lazio chiarisca se prassi è estesa o meno in altri nosocomi della Capitale”
“Esprimiamo forte sconcerto e preoccupazione per la storia del chirurgo che al San Filippo Neri ha operato ben 51 volte spacciandosi per il padre primario, ma senza avere neanche la specializzazione. Ora a processo perché accusato di falso, l’imputato, classe 1985, è il figlio dell’ex primario di urologia dell’ospedale San Filippo Neri, scomparso prematuramente. Proprio sfruttando la parentela diretta con l’importante genitore, nelle cartelle cliniche al San Filippo Neri il ragazzo avrebbe usato solo il suo cognome, ingenerando così confusione e facendo risultare che a occuparsi delle operazioni era il padre, ex primario e direttore della Uoc di urologia.

Oltre agli esiti del processo penale in corso, chiediamo che anche la Regione Lazio faccia luce e chiarezza per capire se ci sono altri casi simili. Vorremmo capire come mai in due anni nessuno si era accorto che un falso chirurgo operava e quindi siamo molto preoccupati che questa ipotesi possa essersi replicata più volte. Appare infatti lampante che se oggi esce la notizia è perché si sono chiuse le indagini e c’è stato un rinvio a giudizio: tuttavia noi non possiamo sapere se vi siano altre indagini in corso su altre persone, ovverosia se questa prassi di far operare dei chirurghi non ancora laureati, quindi degli specializzandi, si sia estesa anche in altri settori all’interno dello stesso ospedale, oppure se è tuttora una prassi tollerata in altri ospedali della Capitale.

Ci sarebbe poi da capire se anche gli altri specializzandi, che non hanno parenti ‘di peso’, vengano ammessi in sala operatoria, chiaramente sotto la supervisione e nei limiti consentiti, ovvero se a loro vengano riservati turni al pronto soccorso come più volte ci è stato segnalato.
Attendiamo quindi dal presidente Zingaretti e dall’assessore alla Sanità D’Amato delle chiare risposte in merito”.
Così in una nota congiunta la consigliera del M5S in Campidoglio Virginia Raggi, i consiglieri del XIV Municipio Michele Menna e Sandro Chinni (M5S) e la capogruppo M5S del XV Municipio Irene Badaracco.