XXX edizione delle GIORNATE FAI DI PRIMAVERA
Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi
sabato 26 e domenica 27 marzo 2022
Le Giornate FAI compiono Trenta Primavere Una festa, ma non solo: l’occasione per rinsaldare i valori del vivere civile testimoniati dal patrimonio culturale
In programma visite a contributo libero in oltre 700 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 400 città.
A ROMA E IN LAZIO
Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it
Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione consultabili su www.giornatefai.it; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, è consigliata la prenotazione online perché garantisce l’accesso alla visita).
Le Giornate FAI quest’anno compiono “trenta primavere”: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari e 330.000 studenti “Apprendisti Ciceroni”. Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.
Mai come quest’anno, allora, le Giornate FAI mostrano il loro più autentico spirito civico ed educativo, che è nella missione del FAI: visitare gli oltre 700 luoghi eccezionalmente aperti dai volontari del FAI sarà l’occasione per conoscere la nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta. Proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale, aprendolo al pubblico e invitando tutti gli italiani a conoscerlo e frequentarlo: questa è la missione del FAI, che proprio in questi tempi bui, in queste Giornate FAI, trova un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e urgente.
Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.
Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box in fondo per dettagli).
Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”.
Tra le aperture più interessanti A ROMA E IN LAZIO (elenco completo al link riportato più in basso):
ROMA N.B. Le visite in tutti i luoghi di Roma sono su prenotazione
Chiesa dei SS. Sergio e Bacco POSTI ESAURITI
Apertura sabato 26 marzo, dalle ore 10 alle 16. Per la visita non sarà richiesto il contributo.
La Chiesa cattedrale dei SS. Sergio e Bacco, sede dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici di rito bizantino residenti in Italia, è una piccola chiesa di rito ucraino-bizantino, affacciata su piazza Madonna dei Monti. Sergio e Bacco erano due ufficiali dell’esercito romano che subirono il martirio in Siria nel 303 per essersi rifiutati di sacrificare a Giove: il loro culto si diffuse rapidamente in tutto l’Impero, tanto che nel IX secolo a Roma c’erano cinque chiese a loro dedicate (oggi rimane solo quella ucraina). Ricostruita dopo il Sacco di Roma nel 1527, la chiesa fu restaurata nella prima metà del Seicento a spese del cardinale Antonio Barberini, che acquistò inoltre gli edifici ad essa annessi per le esigenze degli ucraini e lasciò un fondo per la manutenzione di questi edifici e della chiesa stessa. Il cardinale era fratello del pontefice Urbano VIII, che assegnò il complesso ai Monaci Ruteni di San Basilio, di rito orientale e della provincia ecclesiastica di Kiev, che tuttora la amministrano. Nel 1718, sotto l’intonaco della sacrestia fu ritrovato un affresco della Madonna, copia ingrandita dell’icona miracolosa della Santissima Madre di Dio di Žyrovici: l’immagine fu posta sull’altare maggiore, dove è ancora oggi. In seguito a questa scoperta, nel 1741 alcuni fedeli finanziarono la ricostruzione della chiesa su progetto di Francesco Ferrari. La chiesa subì altre modifiche alla fine del Settecento e poi nel 1896. Di notevole interesse l’iconostasi che separa la navata centrale dal presbiterio con pitture a fondo oro. Fino agli anni Sessanta, la chiesa aveva un’iconostasi esemplare a cinque ordini, fino a metà di marmo bianco, arricchita da elementi dorati e da 52 icone, realizzata nel 1897 da Cesare Caroselli, discendente di una famosa famiglia di pittori romani. Purtroppo, l’iconostasi venne distrutta e la maggior parte di essa scomparve senza lasciare traccia. Si conservano oggi solo le porte reali e diaconali in ferro battuto, decorate con motivi di vite e con antiche icone di quattro evangelisti e di due arcidiaconi. L’attuale iconostasi a due ordini, realizzata in metallo, è stata installata il 16 agosto 1971. Le icone furono dipinte a olio nel 1943 da Oleksandr Savchenko-Bilsky secondo lo stile dell’impressionismo francese con l’inserimento degli elementi nazionali ucraini.
Casino dell’Aurora Ludovisi POSTI ESAURITI
Apertura sabato 26, dalle ore 10 alle 15.45, ingresso riservato agli iscritti FAI, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 15.45, ingresso per tutti
Raramente accessibile in quanto proprietà privata, durante le Giornate di Primavera 2022 aprirà eccezionalmente il Casino dell’Aurora, di origini cinquecentesche, acquistato nel 1621 da Ludovico Ludovisi, cardinal nepote di Gregorio XV. Edificato con pianta a croce greca, a tre piani con torretta belvedere, la villa fu ingrandita nel 1858. Collezioni d’arte e affreschi accolgono il visitatore al suo interno. La sala d’ingresso presenta al centro della volta, attribuita a Taddeo Zuccari e risalente al 1556, un curioso mascherone interpretato come Giano: da qui si dipartono raffigurazioni di vasi con fiamme alternate a facce femminili, sfingi e scudi con ridipinture, ora recanti lo stemma Ludovisi. Questo ambiente introduce nella grande sala dell’Aurora, dal nome dello straordinario soffitto affrescato dal Guercino nel 1621, capolavoro della pittura barocca che rappresenta l’Aurora sul carro mentre lascia il vecchio Titone, tra il Giorno e la Notte. Attraverso una sala dove si ammira, sul soffitto di Giovanni Luigi Valesio, una danza di quaranta putti uniti con ghirlande e fiori, si giunge alla sala ottocentesca e a quella dei paesaggi. Qui la volta, dipinta nel 1622 da Antonio Pomarancio, è aperta illusionisticamente in un ottagono sorretto da cherubini con otto putti danzanti che si tengono per mano; alternati, quattro stemmi Ludovisi e quattro paesaggi realizzati in competizione da Domenichino, Giovanni Battista Viola, Paul Brill e Guercino. Infine, attraverso una riproduzione realizzata dal FAI, esposta nella veranda al pian terreno, sarà possibile conoscere il dipinto a olio su muro di Caravaggio, presente al piano nobile e non raggiungibile per motivi logistici. L’opera, eseguita per il cardinale del Monte, proprietario del casino dal 1596 al 1621 e appassionato di alchimia, raffigura i tre stati della materia (aria, acqua e terra) con Giove, Nettuno e Plutone in un’ardita prospettiva.
Accademia nazionale dei Lincei POSTI ESAURITI
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18.
Nel 1736 il cardinale Neri Corsini, nipote di Lorenzo Corsini, papa Clemente XII, acquistò il cinquecentesco Palazzo Riario, che nel Seicento fu residenza della regina Cristina di Svezia e cenacolo degli intellettuali che poi diedero vita all’Accademia dell’Arcadia. Egli fece modificare e ingrandire, a opera dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga, il palazzo, uno dei più splendidi del XVIII secolo. Nel 1883 il palazzo fu acquistato dal Governo italiano affinché vi avessero sede gli uffici e la biblioteca della Reale Accademia dei Lincei e la Galleria d’Arte Antica, già Corsini. Il principe Tommaso Corsini, nello stesso anno, aveva donato all’accademia la biblioteca della sua famiglia con un fondo prezioso di manoscritti, incunaboli, disegni e stampe. L’Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 da Federico Cesi, studioso di scienze naturali e di botanica, è la più antica accademia scientifica del mondo. L’itinerario permetterà di ammirare la bellissima Biblioteca dell’Accademia e quella storica dei Corsini. Il percorso proseguirà nella Sala Dutuit, caratterizzata dal calco dell’iscrizione di Gorthyna (Creta); si vedrà la lince – emblema dell’accademia in quanto animale dotato di straordinario acume visivo, simbolo dello spirito d’osservazione e di indagine che guida la ricerca scientifica – e ci si affaccerà dalla terrazza del secondo piano con la splendida vista sul Gianicolo. Si percorreranno le sale che ancora mantengono la decorazione originale, come la Sala verde con pitture a “sughi d’erba” che raffigurano scene della Gerusalemme Liberata di Tasso. La visita si concluderà con l’appartamento della Principessa, vero e proprio gioiello dell’ultima residente della famiglia Corsini. Iniziative speciali arricchiranno le due giornate: sabato alle ore 12 il Presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli terrà una conferenza su Dante poeta e giudice del mondo terreno; domenica, sempre alle 12, il Direttore della Biblioteca Marco Guardo narrerà la storia dell’Accademia da Federico Cesi ai giorni nostri nell’incontro Nel segno dei Lincei.
Palazzo del Collegio Romano POSTI ESAURITI
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30
Costruito su progetto dell’architetto gesuita padre Giuseppe Valeriano tra il 1581 e il 1584, sotto il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, il grandioso complesso del Collegio Romano, che occupa un intero isolato includendo anche la chiesa di S. Ignazio, era destinato alla formazione teologica e culturale dei gesuiti e dei giovani delle famiglie notabili dell’epoca e divenne un centro accademico riconosciuto a livello internazionale. Nei secoli il palazzo è stato sede di importanti istituzioni come l’ex Museo Kircheriano, l’Osservatorio Astronomico, il Museo Preistorico-Etnografico Luigi Pigorini e la Biblioteca Nazionale. Attualmente ospita, oltre al liceo Ennio Quirino Visconti, il Ministero della Cultura, di cui durante le Giornate di Primavera 2022 si potranno visitare ambienti esclusivi, come la Sala Spadolini, originariamente il refettorio del collegio, e la Sala della Meteorologia, con la ricca biblioteca specialistica. Inoltre, aprirà straordinariamente la sezione distaccata della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte – parte integrante dei monumenti dell’Istituto VIVE Vittoriano e Palazzo Venezia – che comprende la Sala della Crociera e la Sala della Lettura. La Crociera, rivestita da magnifiche scaffalature contenenti rare edizioni, fa parte dell’edificio originario tardo-cinquecentesco, come attestano le insegne araldiche di papa Gregorio XIII sui portali d’ingresso e sulle volte. La sala conserva intatta l’atmosfera raccolta della Biblioteca Major, dove studiavano i frati e gli allievi del prestigioso Collegio Romano. La Sala della Lettura risale, invece, agli anni Settanta del XIX secolo e fu progettata da Francesco Bongioannini, partendo da un disegno cinquecentesco di Jacopo Barozzi, detto Vignola. La BiASA ha destinato a questi ambienti la Sezione numerica, che comprende gran parte delle collezioni costitutive della propria raccolta, e le raccolte librarie frutto di donazioni e lasciti.
Complesso Ospedaliero San Giovanni dell’Addolorata
Apertura sabato 26, dalle ore 10 alle 17.30, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18.30
In occasione delle Giornate di Primavera 2022 sarà possibile visitare in via straordinaria il complesso dell’Ospedale San Giovanni Addolorata al Laterano. Si tratta di un magnifico esempio di struttura pubblica sanitaria, in funzione dal XIV secolo fino a oggi, con testimonianze storiche e artistiche del tutto sconosciute. La visita si snoderà sui resti archeologici che l’area conserva, come la Domus degli Annii, antenati di Marco Aurelio, e poi riguarderà l’ospedale storico vero e proprio. Si percorreranno le due corsie di degenza risalenti al ‘400 e ‘500, in parte oggi utilizzate dalla ASL, e si scopriranno la chiesa, di solito inaccessibile, riccamente decorata e con un pavimento cosmatesco; un fresco e silenzioso cortile caratterizzato da una fontana seicentesca; l’antica farmacia, che conserva decorazioni e strutture architettoniche che vanno dal medioevo alla prima metà del ‘900.
Fondazione Marco Besso
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17. Ingresso riservato agli iscritti FAI
Si visiteranno eccezionalmente gli spazi della Fondazione Besso, che si trova all’interno di un quattrocentesco palazzo del Rione Pigna, acquistato nel 1905 dal finanziere e letterato Marco Besso che ne fece la propria abitazione e la sede dell’amata biblioteca: una raccolta di oltre 70.000 volumi, ancora oggi in continua espansione. Gli Apprendisti Ciceroni del FAI guideranno alla scoperta dell’innata passione per la divulgazione di storia, arte e letteratura profusa dal bibliofilo triestino nella sua dimora. Si potranno ammirare la preziosa sala della biblioteca con i maestosi arredi lignei risalenti agli inizi del XX secolo e gli ambienti ristrutturati nel 2018 in occasione del centenario della Fondazione, arricchiti di sezioni espositive che valorizzano la ricca collezione di oggetti d’arte, dipinti e sculture raccolte nel tempo dalla famiglia Besso.
ALBANO LAZIALE (RM)
Santuario di Santa Maria della Rotonda e Museo Diocesano
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17
Nel centro storico di Albano Laziale si trova il Santuario di Santa Maria della Rotonda, che in origine fu ninfeo della Villa di Domiziano, poi terme della Seconda Legione Partica sotto il governo di Settimio Severo: dell’età severiana si conservano ancora i mosaici con tessere bianche e nere, raffiguranti mostri marini. Il santuario, caratterizzato dalla struttura architettonica che ricorda un piccolo Pantheon, fu consacrato nel 1060, anche se il suo utilizzo ecclesiastico risale già al IX secolo. La tradizione narra che nel 768 alcune monache greche, fuggite alla persecuzione degli iconoclasti, vi portarono la sacra immagine della Madonna che ancora oggi è venerata. Degni di nota sono, inoltre, gli affreschi, come quello della Storia della vera croce del XIV secolo, e quello con Sant’Anna, San Giovanni e Sant’Ambrogio, attribuito a Pietro Cavallini, importante pittore di ambito giottesco e il campanile in stile romanico. La visita proseguirà a Palazzo Lercari, sede del Palazzo Vescovile e dal 2013 dell’interessante Museo Diocesano di Albano.
SAN FELICE CIRCEO (LT)
Grotta Guattari
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30. Ingresso riservato agli iscritti FAI
Durante le Giornate di Primavera 2022 sarà possibile accedere per la prima volta al nuovo percorso di visita nella Grotta Guattari, sito preistorico e paleontologico noto in tutto il mondo, situato a duecento metri dalla costa del Mar Tirreno, alla base del Colle Morrone, estremità orientale del Monte Circeo. Rimasta sigillata per 60.000 anni e scoperta nel 1939 nella proprietà del Cav. Guattari, era originariamente tana di una iena. È formata da un vano principale e da due antri, l’Antro del Laghetto e l’Antro dell’Uomo. In quest’ultimo vennero fatte scoperte sensazionali: un cranio fossile di Uomo di Neanderthal, in buone condizioni di conservazione, e un altro resto neandertaliano, ovvero una mandibola probabilmente appartenente allo stesso individuo. I primi scavi si limitarono a una porzione della grotta; per questo nell’ottobre 2019 la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina, in collaborazione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, ha voluto indagare le parti inesplorate portando a importanti scoperte: dal nel paleosuolo composto dai resti dei pasti delle iene sono stati rinvenuti i reperti fossili di altri nove uomini e di elefante, rinoceronte, orso delle caverne e di uro, il grande bovino estinto. I recenti ritrovamenti offrono uno spaccato della società neandertaliana; il nuovo percorso di visita li valorizza anche grazie a supporti tecnologici per la realtà virtuale e la ricostruzione 3D.
ISOLA DEL LIRI (FR)
Il pubblico avrà l’occasione di scoprire Isola del Liri, in particolare i luoghi legati alla produzione della carta, attività che durante il XIX secolo, grazie alla ricchezza d’acqua del territorio e allo sfruttamento della sua potenzialità energetica, determinò lo sviluppo economico della zona e la radicale trasformazione del paesaggio da agricolo a industriale. Tra le aperture eccezionali, Villa Nota Pisani (ingresso dedicato agli iscritti FAI. Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 17.30), edificata in stile eclettico nella prima metà dell’Ottocento per volere del conte Carlo Lefebvre di Pontarlier, il quale, giunto a Isola del Liri a seguito del riassetto amministrativo realizzato nel Regno di Napoli con Gioacchino Murat, qui impiantò le prime cartiere. La dimora, che ospitò importanti personalità come il Re Ferdinando II di Borbone, fu acquistata a inizio Novecento da Antonio Pisani ed è oggi di proprietà della famiglia Nota. Gli stessi proprietari accoglieranno i visitatori, che potranno ammirare le sale con decorazioni pittoriche in papier paint e trompe l’oeil e il parco, ricco di piante secolari, esotiche, essenze rare e fiori. Aprirà, inoltre, l’ex cartiera Boimond, sito industriale dismesso nel 1976 e tra i più importanti della zona, creata da Emilio Boimond negli anni Venti del Novecento su un impianto preesistente, trasformato e innovato grazie all’installazione di una centrale idroelettrica e di una centrale termica e la messa in funzione di una “seconda macchina continua” per la produzione della carta a partire dalla pasta di legno (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). Ancora, l’ex cartiera Lefebre, fondata nel 1812 da Carlo Beranger all’interno del soppresso convento dei Carmelitani di S. Maria delle Forme e acquisita nel 1822 da Carlo Lefebvre, che la modernizzò e introdusse le “vasche olandesi”, dove venivano lavati, sfilacciati e impastati nelle acque del Fibreno, affluente del Liri, gli stracci che fungevano da materia prima, forniti dalle manifatture di uniformi dell’esercito borbonico. Nella fabbrica si producevano tutti i tipi di carta, tra cui quella per quotidiani come il Daily Telegraph, fino al progressivo abbandono dell’edificio a partire da fine Ottocento. Riscoperta nel 1995, la cartiera è stata recuperata con un intervento che ne valorizza le rovine, in un contesto paesaggistico in cui naturale e artificiale sono in perfetta armonia (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). A Isola del Liri si potranno visitare, inoltre, la Chiesa di San Giuseppe, di origine seicentesca e modificata successivamente, dove si potrà vedere il pregevole organo, costruito nel 1848 da Tommaso Vayola con gli incredibili meccanismi in legno del mantice perfettamente funzionanti (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18); la Chiesa di Sant’Antonio, che racconta una storia di devozione in quanto custodisce la statua del SS. Crocefisso, salvatasi miracolosamente dai bombardamenti del 3 gennaio 1944 (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18); l’ex Conceria Nicolamasi-Ciccodicola, i resti del piccolo opificio dove, secondo un documento del 1858, si producevano suole per le scarpe, corde e “cioce”, le tipiche calzature del luogo (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18); la Chiesa di S. Lorenzo martire, dove eccezionalmente apriranno i locali della sagrestia che accolgono una cospicua raccolta di dipinti, arredi e paramenti sacri di notevole pregio (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18); la Galleria Eustachio Pisani, dedicata a uno stimato industriale isolano, che si potrà percorrere fino a raggiungere la terrazza a pochi metri dalla Cascata Grande, spettacolare e maestoso salto di 27 metri che, con la Cascata del Valcatoio e quella di S. Maria delle Forme, è l’elemento naturale simbolico della cittadina (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 18).
LABRO (RI)
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17
Labro, situato sulla cima di un colle affacciato sulla Valle del Fuscello, ha origini molto antiche testimoniate da ritrovamenti archeologici e dallo stesso nome del paese, che deriverebbe da lavabrum cioè vasca in riferimento all’antico Lacus Velinus prosciugatosi in seguito al taglio della cascata delle Marmore in epoca romana. Tra i borghi più belli d’Italia, è stato completamente recuperato a partire dagli anni Sessanta da un gruppo di architetti belgi, che si sono innamorati di Labro e lo hanno restaurato e valorizzato rispettandone l’identità storica. Durante le Giornate di Primavera 2022 la visita partirà da Porta Reatina e toccherà i punti più suggestivi del borgo. Si inizierà con una tappa nel crocevia delle Tre Porte, anticamente questo luogo era una torre dal quale si diramavano le tre strade principali. Si giungerà alla chiesa collegiata di Santa Maria Assunta, a navata centrale, con volte a crociera decorate con affreschi raffiguranti il cielo stellato, dove sono conservati notevoli arredi liturgici quattro/cinquecenteschi e un’Annunciazione di scuola umbra attribuibile a Bartolomeo Torresani. Si entrerà, poi, nel Teatrino Comunale, restaurato nel 1985 con l’obiettivo di dare alla comunità un luogo di cultura e socialità, e si giungerà al vicino Torrione, da cui si può ammirare lo splendido panorama. Il percorso si concluderà al Castello dei Nobili Vitelleschi, nel quale i visitatori, accolti dai proprietari, potranno scoprire l’archivio storico dei marchesi e ammirare gli scenografici giardini.
POGGIO SAN LORENZO (RI)
Le mura romane e il grande leccio
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 19
Tra la nuova e la vecchia Salaria, a quasi 500 metri d’altezza, sorge Poggio San Lorenzo, borgo edificato a partire dal XII secolo sulle mura di sostruzione ad archi romane. La visita durante le Giornate di Primavera 2022 sarà all’insegna dell’ambiente inteso come unione armonica di cultura della natura, di cui Poggio San Lorenzo e il suo paesaggio sono un sommo esempio: oltre alle antiche mura, prodigio di tecnica costruttiva di duemila anni fa, si potrà scoprire eccezionalmente il grande leccio plurisecolare conosciuto in paese con il nome di Erecione, che si trova in una proprietà privata in località Valle Gemma, la quale aprirà per la prima volta. Questo monumento naturale sorge, accanto a una grande vasca di raccolta dell’acqua, su un pianoro artificiale sostenuto da un possente muro di sostruzione romano in opera poligonale. Tra le tappe nel borgo, anche il Frantoio oleario Capofarfa, con la sua storia di quattro secoli e i resti romani nel sottosuolo. Sabato alle ore 16 si esibirà la Banda dell’Associazione Musicale di Poggio San Lorenzo che da oltre un secolo prosegue la propria attività.
A dieci minuti di macchina da Poggio San Lorenzo si trova Osteria Nuova di Frasso Sabino, con la Grotta dei Massacci, il monumento sepolcrale romano che costituisce l’altra apertura del Gruppo FAI Sabina per le Giornate di Primavera 2022.
ORTE (VT)
Palazzo Nuzzi – Itinerario
Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17
La storia di Orte è caratterizzata dall’altalenante rapporto con Roma e con la corte papale, reso indissolubile dalla presenza del Tevere e di importanti vie comunicazione. Questo rapporto venne rivitalizzato, a cavallo del 1700, da un’importante figura di origini ortane, membro della curia vescovile a Roma e, successivamente, cardinale: Ferdinando Nuzzi. È proprio in questi anni che Ferdinando Nuzzi fece erigere il palazzo di famiglia decorato da pregevoli pitture murali. Il palazzo non è mai stato visitabile, essendo stato fino a poco tempo fa sede degli uffici del Comune di Orte.
La collaborazione tra Comune, Università degli Studi della Tuscia e la Fondazione CariVIT ha promosso, in questi ultimi anni, il restauro delle pitture in uno degli ambienti al piano nobile. Guide d’eccezione per queste Giornate FAI di Primavera saranno i restauratori che hanno condotto i lavori, che racconteranno il Palazzo e le pitture da un punto di vista unico. Il racconto dei restauri di Palazzo Nuzzi sarà completato dalle visite ad altri due luoghi importanti della città: il ben noto Ninfeo Sotterraneo e la riscoperta delle pitture all’interno dell’ex Chiesa dei Raccomandati.
Elenco completo dei luoghi aperti, modalità di partecipazione e prenotazioni su:
Si raccomanda caldamente di controllare sul sito
gli orari di apertura ED EVENTUALI MODIFICHE DI PROGRAMMA prima della visita e se è necessaria la prenotazione
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita. Per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata perché garantisce l’accesso alla visita.
Sarà inoltre possibile sostenere ulteriormente la Fondazione con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che permette di godere di vantaggi dedicati. In occasione delle Giornate di Primavera, gli iscritti FAI potranno beneficiare di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 vigenti, l’accesso è consentito alle sole persone in possesso di Green Pass Rafforzato ed è obbligatorio l’utilizzo di mascherine FFP2. Il Green Pass non è obbligatorio per i bambini al di sotto dei 12 anni e per i soggetti esenti in base a idonea certificazione medica.
Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai di sensibilizzazione dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 21 al 27 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2022, anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale.