Cultura

Il trittico del Santissimo Salvatore, uno dei tesori di Bracciano

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trittico di Bracciano

Uno dei tesori nascosti di Bracciano è il trittico del Salvatore di Gregorio e Donato d’Arezzo. Quest’opera d’arte risale al XIV secolo ed è custodita presso il museo dell’opera del duomo di S. Stefano protomartire.

Trittico di Bracciano: descrizione dell’opera

Il trittico è stato realizzato nel 1315 da Gregorio e Donato d’Arezzo, due artisti aretini impegnati in una trasferta lavorativa nell’alto Lazio. Tutti i dettagli relativi alla commissione dell’opera sono ancora oggi sconosciuti e ruotano attorno alla famiglia dei Prefetti Di Vico e ad un non meglio noto Marco Antonio de Notilibus, priore agostiniano.

L’opera è un trittico opistografo, vale a dire dipinto su entrambi i lati, realizzato in legno di pioppo: davanti troviamo Cristo in trono affiancato da san Giovanni Battista e San Nicola; dietro è rappresentata la Vergine con San Lorenzo e Santo Stefano. Nei pannelli esteriori le immagini purtroppo sono del tutto deteriorate. Lo stile dell’opera risente della cultura giottesca, nonché del linguaggio spiccatamente aretino dei suoi autori.

La storia del trittico: fra leggenda e realtà

L’opera è stata oggetto di venerazione sin dall’anno della sua realizzazione fino a quando non scomparve per poi essere ritrovata nel XVI secolo. Sembra infatti che il 18 agosto di un anno imprecisato fra il 1580 ed il 1584 le pale siano state ritrovate da un contadino, impegnato nelle operazioni di aratura.

Dopo aver riportato la notizia in paese, l’uomo tornò sul luogo del ritrovamento seguito da una grande folla e, con i suoi buoi a capo, portò in processione l’immagine verso il borgo. Si narra inoltre, che sulle tracce del carro che condusse l’opera al paese, un altro contadino abbia passato l’aratro, per non dimenticare il fatto accaduto: sembrerebbe che proprio da ciò abbia preso avvio la gara dei solchi, una tradizione folkloristica braccianese tutt’oggi presente.

Successivamente l’opera è stata rubata di nuovo nella notte del 17 febbraio 1922 ed è stata ritrovata nel 1926 in modo del tutto rocambolesco. Infatti al comune di Bracciano era stata destinata una partita di vetri che  nessuno aveva ordinato, mentre in realtà all’interno della misteriosa cassa erano custodite le pale del Santissimo Salvatore. C’è anche un’altra versione della storia: sembrerebbe che il reale destinatario della cassa non fosse il comune, ma il proprietario di una ditta di mattonelle braccianese.

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Oggi il trittico è custodito presso il museo dell’opera del duomo di Bracciano ed in virtù della sua bellezza artistica merita di essere visto. Incentivare lo studio di tesori nascosti significa fare in modo che la loro dignità e la loro importanza non scolori inghiottita dalla fama di opere più note.

Foto del trittico in galleria

Articolo a cura di Arianna Linfozzi