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Roma, ricostruzione dell’Ares 118 sul decesso della turista a Focene del 20 gennaio scorso: “ambulanza sul posto dopo 18 minuti”

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ROMA: ARES 118, ‘CONFERMIAMO LA NOSTRA RICOSTRUZIONE DEI FATTI: NESSUN ERRORE DI TARGET INTERVENTO EQUIPE MEDICHE, AMBULANZA SUL POSTO DOPO 18 MINUTI DALLA FINE DELLA CHIAMATA”

In risposta all’ennesima ricostruzione dei fatti relativi ai soccorsi della cittadina tedesca presso Focene il 20 gennaio scorso, ARES 118 si trova costretta, suo malgrado, a ritornare sulla vicenda per fare chiarezza.

Si procederà per punti, cercando di fare ordine tra le confuse informazioni diffuse:

1)Si sostiene che il “brandello di telefonata” reso pubblico dalla Regione “nulla chiarisce”. La telefonata chiarisce invece benissimo quello che la cronista denunciava nel primo articolo, ovvero che ci fosse stato un problema di lingua nella gestione della chiamata. Problema che evidentemente non c’è stato.

Si ricorda che il “brandello di telefonata” è l’audio integrale della chiamata con l’operatore del NUE 112. L’audio tra il ragazzo e l’operatore ARES 118 non può essere pubblicato, dal momento che contiene dati sanitari sensibili e, come tale, il legislatore ne impone una tutela rafforzata. Continuare ad alimentare l’idea di comportamenti scorretti da parte di Pubbliche Amministrazioni che, al contrario, assolvono ai dettami normativi è scorretto e gravemente lesivo. Si comunica comunque che tutti gli atti sono stati messi a disposizione della Magistratura.

2)Come affermato nella prima smentita, si conferma che il tempo intercorso tra la fine della chiamata e l’arrivo sul posto indicato è stato di 18 minuti.

3)Come affermato nella prima smentita, si conferma che l’ambulanza è arrivata esattamente dove il ragazzo aveva detto di trovarsi “stabilimento Havana Beach” e dove era stato localizzato, con dati di latitudine 41.8071 e longitudine 12.2147, dal sistema di geolocalizzazione del NUE 112. Si conferma altresì che, una volta arrivati nel luogo indicato con ambulanza e automedica, non c’era traccia dei due ragazzi.

4) Nell’odierna ricostruzione dei fatti, si sostiene che “i soccorritori non hanno seguito la prassi e non hanno richiesto di mettersi in contatto direttamente col chiamante”. Neanche questo corrisponde al vero, dal momento che la seconda chiamata di cui si parla nell’articolo è stata proprio una chiamata triangolata (Utente – Centrale Operativa – Operatori sanitari sul luogo) per cercare di capire dove fossero i due ragazzi.

Si coglie l’occasione per rinnovare le condoglianze ai familiari della ragazza e, pur comprendendo lo stato d’animo del ragazzo, ARES 118 ribadisce di aver proceduto nel soccorso in maniera appropriata, secondo i protocolli dell’emergenza.