Il lavoro del GOM, il gruppo oncologico multidisciplinare, introdotto in azienda dalla Direzione Sanitaria nel 2020, dà i suoi frutti e offre lo spunto per la realizzazione del convegno, in programma il 7 maggio 2022 presso la Sala Teatro Comunale “Costanzo Costantini” di Isola del Liri, a partire delle 10.00, centrato sul “Trattamento multidisciplinare del paziente affetto da metastasi cerebrali”, è l’occasione per entrare in maniera profonda nel comparto della Neurochirurgia della Asl di Frosinone, nato nel giugno del 2018 e da allora diretto dal dott. Giancarlo D’Andrea, che vanta servizi all’avanguardia.
Lo facciamo assieme al dott. Catello Costagliola, Neurochirurgo dell’Azienda Sanitaria Locale.
Dott. Costagliola, da dove nasce l’idea di questo incontro?
Questo incontro, aperto a varie figure specialistiche mediche non ultimi i Medici di Medicina Generale, ed accreditato ECM, è stato fortemente voluto sia dai Neurochirurghi sia dai colleghi Oncologi della nostra ASL. Ciò che ci ha spinti fortemente a volerlo sta nei numeri: ogni anno in Italia vengono diagnosticati dai 16.000 ai 20.000 nuovi casi di pazienti con lesioni secondarie cerebrali la maggior parte originate da neoplasie polmonari, della mammella e da melanomi cutanei. Va da sé che tale quadro epidemiologico necessita assolutamente di un momento di riflessione comune tra i vari specialisti coinvolti nel trattamento di tali pazienti.
Le metastasi cerebrali sono di fatto il più comune dei tumori cerebrali e fino ad 1/3 dei pazienti che hanno un tumore in altra sede soprattutto se presente al polmone, mammella, rene, colon o cute possono presentare una o più metastasi al cervello. Gli eventuali segni clinici o sintomi come forte cefalea, comparsa di deficit motori, confusione spazio-temporale, crisi epilettiche devono essere interpretati come un potenziale danno cerebrale e, soprattutto se presenti in pazienti con neoplasie primitive note, essere interpretati come possibili manifestazioni di lesione/i secondarie.
I nuovi trattamenti chemioterapici, l’affinamento delle tecniche radioterapiche ed il ruolo della chirurgia sono al centro di questo incontro che vuole sottolineare l’importanza della presa in carico del paziente da parte di un team di esperti e il ruolo che può avere il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) nel corretto inquadramento clinico-terapeutico di questi pazienti.
Quali altre figure professionali sono state coinvolte?
Sono stati invitati a presentare le loro esperienze in merito colleghi Radioterapisti, Radiologi, Anatomo Patologi e Fisiatri/Fisioterapisti che apporteranno il loro validissimo contributo scientifico per una migliore definizione dell’iter diagnostico-terapeutico-riabilitativo di tali pazienti.
Durante l’incontro inoltre si terrà una tavola rotonda anche con l’autorevole presenza di colleghi Neurochirurghi che esercitano presso centri Universitari di Roma come il prof. Antonio Santoro, professore Ordinario presso il Policlinico Umberto I, il prof. Alessandro Frati, professore Associato presso L’Azienda Ospedaliera/Universitaria S. Andrea ed il prof. Maurizio Salvati, professore Associato presso il Policlinico Tor Vergata.
Ci spieghi il ruolo del team multidisciplinare
È importantissimo. Di fatto presso la nostra ASL già da tempo, con cadenza settimanale, si tengono incontri multidisciplinari coordinati dalla dott.ssa Vincenza Maiola, che fa parte della nostra equipe neurochirurgica, durante i quali vengono discussi i casi clinici dei pazienti oncologici cerebrali da sottoporre a trattamento, il riesame dei casi clinici già trattati nonché l’analisi del follow-up dei pazienti.
Quali sono i tumori che possono dare metastasi celebrali?
Ce ne sono tre in particolare, quello del polmone, del seno ed il melanoma. Ci sono però altre neoplasie che possono provocare metastasi e sono quelle del rene e del colon.
Ci sono sintomi che occorre conoscere?
Sì, ed è fondamentale essere in grado di riconoscerli. Si tratta di cefalea, deficit di forza focale (incapacità di muovere un arto), deficit cognitivi (disturbi di memoria e spazio temporale) e crisi epilettiche. Questi segni e sintomi sono di fatto comuni anche ad altre lesioni neoplastiche cerebrali ma ciò che è importante e la tempestività della diagnosi. Non di rado accade che dall’individuazione di una metastasi cerebrale si riesce poi a risalire al tumore primitivo.
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Che ruolo ha la chirurgia nel trattamento delle metastasi cerebrali?
Direi che la chirurgia ha un ruolo chiave nel percorso terapeutico. Essa ha lo scopo di rimuovere una o più metastasi cerebrali, quando necessario, per far sì che i successivi trattamenti chemio/radioterapici possano avere maggiore successo.
Dottor Costagliola, su quali strumenti può contare la nostra Neurochirurgia?
La Sala Operatoria Neurochirurgica dell’Ospedale “F. Spaziani” è dotata delle più moderne tecnologie per poter condurre interventi chirurgici cerebrali nelle condizioni ottimali per il chirurgo onde poter ottenere i migliori risultati per il paziente: microscopio operatorio (con moduli per la fluorescenza) e Neuronavigatore di ultima generazione, possibilità di monitoraggio neurofisiologico durante gli interventi, possibilità di eseguire interventi chirurgici in “awake surgery” ovvero la chirurgia con paziente sveglio, allorquando le lesioni siano nelle vicinanze delle cosiddette aree critiche come l’area del linguaggio e l’area motoria.
L’indice PREVALE premia il reparto della Asl di Frosinone
Dai dati periodici PREVALE della Regione, ne scaturisce che la Neurochirurgia della Asl di Frosinone è quella con la mortalità più bassa della Regione Lazio sui pazienti operati per neoplasie celebrali. Un risultato che premia il lavoro di tutta la U.O.C. di Neurochirurgia guidata dal dott. Giancarlo D’Andrea.
Foto di repertorio