Nella giornata odierna, su disposizione della Procura Della Repubblica presso il Tribunale di Latina, la Squadra Mobile di Latina, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal GIP di Latina, nei confronti di D.M. S. classe 47′, in quanto a vario titolo ritenuto responsabile del reato di turbata libertà degli incanti e intestazione fittizia di beni; in tale contesto, si è proceduto all’esecuzione del sequestro preventivo nei confronti del citato D.M. e della moglie, odierna indagata, di 7 beni immobili e di una società immobiliare, siti a Sabaudia (LT).
Le indagini
Le indagini nascono dalla denuncia presentata da una donna alla Questura di Latina, nel mese di Luglio 2020, nella quale veniva rappresentato un episodio di turbativa d’asta relativa ad un immobile sito a Sabaudia (LT), oggetto di aggiudicazione provvisoria in favore della donna da parte della società I., incaricata della dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici, fra cui quello della Regione Lazio.
Le indagini, realizzate dalla Squadra Mobile di Latina, sotto la direzione ed il coordinamento di questa Procura, mediante l’assunzione di sommarie informazioni ed attività di intercettazione, consentivano di accertare come in effetti il D.M. avesse occupato abusivamente un immobile, nonostante il rilascio immediato ordinato con una sentenza del Tribunale di Latina nel 2014.
Emergeva, nel proseguo, che il D.M. intendeva lucrare dalla società I. e dalla aggiudicataria provvisoria una “somma” per liberare l’immobile, in realtà non più in suo possesso.
Ciò era possibile anche in ragione del profilo delinquenziale mostrato dall’uomo, come emerge dalla misura di prevenzione personale e patrimoniale, in precedenza disposta dal Tribunale di Latina, da cui si evince che lo stesso è stato condannato in primo grado per il reato di estorsione nell’ambito di un procedimento di criminalità organizzata.
Le intercettazioni autorizzate davano ampio riscontro alla denuncia della persona offesa, consentendo di accertare altresì come il D.M., alla luce delle condizioni di pericolosità rivestite e della pregressa misura di prevenzione subita, avesse attribuito fittiziamente in capo ad un prestanome, odierno indagato, e successivamente alla moglie, la titolarità della partecipazione in una società immobiliare, proprietaria di beni immobili e terreni gestiti dall’uomo ed allo stesso riconducibili tramite tale schermo.
Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza.