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Il problema degli Asili nido in Italia

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L’Italia è ancora alle prese con il problema relativo al numero ridotto di Asili Nido sul territorio nazionale, una circostanza constatata ormai da tempo ma che sembra non trovare una soluzione definitiva, malgrado gli sforzi a livello pubblico per aprire nuove strutture, ritenuti però non sufficienti a coprire la domanda.

Secondo l’ultima indagine Istat sugli asili nido italiani emerge infatti che circa il 76% dei bambini non riesce a trovare posto, con le percentuali che salgono ulteriormente se ci spostiamo dal nord al sud della Penisola. In linea generale, le strutture che gestiscono bambini di età inferiore ai 3 anni sono in totale 11.017, tra gestione diretta dei Comuni, quella indiretta e privata, e riescono a coprire solo il 24% del target dei potenziali frequentatori, lontano anche dal limite imposto dall’Unione Europea, individuato nel 33%.

Una situazione che riguarda anche Roma con i dati che ci raccontano di una riduzione degli asili nido pubblici, con le domande di iscrizione che continuano a salire senza trovare però una risposta positiva, con i genitori che propendono sempre più verso la via privata.

Asili nido: i numeri della Capitale

Pur essendo una delle città con le percentuali più alte di asili nido rispetto alla popolazione con meno di 3 anni (ossia quella che frequenta queste strutture), anche Roma vive di questa criticità. Prendendo gli ultimi dati dal sito istituzionale di Roma Capitale, vediamo che in totale le strutture educative per l’infanzia sono 839, di cui 436 a gestione diretta e indiretta comunale e i restanti 403 autorizzate alla gestione privata.

Nel periodo che va dal 2016 al 2020, però, come riferisce l’edizione romana del Corriere della Sera, gli asili nido comunali sono diminuiti di 69 unità a fronte di 82 nuove aperture a livello privato. Una tendenza che va di pari passo con le intenzioni delle famiglie, sempre più propense a optare per la seconda soluzione, vista la difficoltà di poter aderire all’opzione pubblica, ma anche per la carenza di un’offerta adeguata a livello di servizi e corpo insegnanti a fronte di una retta ritenuta troppo salata.

Consultando il documento redatto da Openpolis, che ha confrontato i dati 2018 della popolazione con età inferiore ai 2 anni e la copertura percentuale per quanti riguarda la disponibilità di posti per asili nido Roma, vediamo che i municipi che performano meglio sono il XIII°, in zona Aurelia fino a Boccea, Ovest della Capitale, con il 46%, il IV°, verso Nord-Est, con i quartieri Tiburtino, Pietralata, Colli Aniene, San Basilio e Settecamini, con il 44%, e il X°, zona sud di Roma che comprende anche Ostia, Acilia e Malafede, con 41%.

I municipi che fanno registrare le percentuali più basse sono invece il XV°, con i quartieri Giustiniana, Labaro, Prima Porta e Tomba di Nerone, quadrante nord della città, e il VI°, con Tor Bella Monaca, Torre Spaccata, Don Bosco, Torre Angela, Torre Maura, Borghesiana, Lunghezza, Est della Capitale, rispettivamente con una copertura del 18% e del 23%.

Le mosse del Comune

La situazione di Roma, pur essendo migliore di tante altre città, specie quelle del Mezzogiorno, ha portato la giunta comunale a intraprendere un percorso per rendere gli asili nido un “servizio universale”, aperto a tutti, con una riduzione drastica delle rette di iscrizione a partire dal prossimo anno, con possibilità di frequentazione gratuita per le famiglie che presentano un ISEE inferiore ai 5 mila euro, che in aggiunta al Bonus Nidi, in accordo con l’Inps per facilitarne l’adesione, coinvolge nella misura anche i nuclei familiari con ISEE minore di 25 mila euro.

Verrà inoltre rafforzata la presenza di strutture, con la costruzione di 12 nuovi asili e la ristrutturazione di 8 nidi e scuole dell’infanzia già esistenti, con l’intenzione di incentivare le iscrizioni, passaggio formativo determinante per la crescita e lo sviluppo cognitivo, motorio e relazionale dei bambini. In questo modo verrebbero aggiunti circa 1300 posti nella disponibilità delle famiglie, con risvolti positivi anche per quel che riguarda l’occupazione, con l’assunzione di 600 figure professionali del settore, in particolare donne, già a partire dal settembre prossimo per concludere nei primi mesi del 2023, sfruttando il fondo PNRR, come sottolineato dal Sindaco Roberto Gualtieri.