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Comitato Residenti Colleferro: “Quale destinazione per gli inceneritori di Colleferro?”

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Comitato Residenti Colleferro destinazione inceneritori

Di seguito la nota stampa del Comitato Residenti Colleferro, in merito alla destinazione degli inceneritori:

“Apertura e chiusura “lampo” (11-29 luglio 2022) del bando per l’alienazione, mediante asta pubblica, dei termovalorizzazioni di Colleferro, impianti di proprietà della società regionale Lazio Ambiente spa, in località colle Sughero, nel quartiere Scalo, il centro storico cittadino.

La E.P. Sistemi spa (società al 40% per cento di Ama, proprietaria di una delle 2 linee),  in liquidazione, con sede in Colleferro, tramite procuratori e liquidatori, ha proceduto all’alienazione, aggiudicata mediante asta pubblica al rialzo rispetto all’importo posto a base d’asta, dell’impianto di incenerimento, costituito dalle 2 linee di processo, in esercizio fino al 2017 (in attività dai primi anni 2000), come specificato nella perizia estimativa dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile); da materiale di magazzino della E.P. Sistemi Spa in liquidazione e della Lazio Ambiente Spa anch’essa in liquidazione; base d’asta lotto unico: € 3.300.000,00; data asta e data ultima presentazione offerte 29.07.2022.

La notizia non è trapelata, né ci sono stati comunicati dai soggetti interessati: semplicemente l’abbiamo appresa autonomamente dal sito di Lazio Ambiente spa. Come è ormai costume dalle nostre parti, questo è quanto viene riservato dagli Amministratori, anche quelli di Colleferro, così protagonisti della vicenda, a chi ha contribuito con il proprio impegno alla loro dismissione.

Il popolo della valle del Sacco non si è guadagnato nemmeno il diritto ad una comunicazione ufficiale, ad un dibattito in Consiglio comunale, perché il potere politico si rifiuta di rispettare il dovere pubblico all’informazione verso le realtà che hanno contrastato con forza gli inceneritori e la gestione lineare del ciclo dei rifiuti regionale.

Secondo indiscrezioni la “ferraglia” sarebbe stata acquistata da una società del nord, che intrattiene rapporti contrattuali con Ama, operante nel settore del trasporto di rifiuti, e che dovrebbe provvedere allo sgombero, smantellamento e/o rottamazione.

Stiamo valutando al “buio” le diverse ipotesi sulla possibile destinazione finale di tutti i beni oggetto della vendita, che saranno smontati dalla Ing.Am. srl, come pubblicato nel sito.

E’ evidente che un territorio, l’intera comunità della valle del Sacco, che ha combattuto una dura battaglia per la loro dismissione, affrontando sequestri, processi, una gestione travagliata con sperpero di denaro pubblico per il revamping (mai realizzato ma pagato dai contribuenti) non vuole vederli rimontati in un’altra parte del mondo, ma demoliti.

Con queste premesse, conosceremo il futuro di colle Sughero, il sito che ospita gli inceneritori, a cose fatte: la cittadinanza attiva sarà esclusa da ogni decisione che li riguarda direttamente.

Per tutti noi che abitiamo nella valle del Sacco fanno fede fino a prova del contrario gli impegni assunti dalla politica. Colle Sughero, infatti, deve essere bonificato dal cromoesavalente rinvenuto nel sottosuolo e il costo di tali operazioni deve essere sostenuto dal responsabile della contaminazione, ovvero Lazio Ambiente spa (sarà sempre un esborso di risorse pubbliche), anche se in liquidazione?

Tanti gli interrogativi che, in questo momento, non hanno risposte, note solo a pochi “intimi”, ma il resto degli abitanti si aspetta, come promesso dal Sindaco di Colleferro Sanna e dall’Assessore all’Ambiente Calamita che l’area venga bonificata e restituita alla città come zona riqualificata a verde.

Continueremo a vigilare, per quanto ci consentono le fonti ufficiali, sugli sviluppi della vicenda, sottolineando ancora una volta come in tutti questi anni il dovere al coinvolgimento e alla trasparenza da parte della Regione, di Lazio Ambiente spa e del Comune (passata e presente Amministrazione colleferrina) siano rimasti disattesi.

Continueremo, ciononostante, a pretendere (inascoltati) la partecipazione dei territori nelle scelte che riguar- dano il futuro della valle del Sacco”.

Foto di repertorio