Di seguito, il comunicato stampa dei Comitati Salute ed Ambiente ASL RM5 e “A difesa dell’Ospedale”.
Il comunicato stampa
In merito alle recenti dichiarazioni di politici e amministratori locali e regionali, riportate dai media, sulla ristrutturazione del Pronto soccorso dell’Ospedale di Palestrina, ci sembra doveroso effettuare un’analisi il più possibile obiettiva e tecnica per capire cosa ci potrebbe toccare come cittadini che hanno come punto di riferimento il Polo unico ospedaliero Colleferro-Palestrina.
Innanzitutto, vorremmo scongiurare di fare la fine dell’ospedale di Colleferro, dove ricordiamo che ci sono stati annunci sulle opere di ristrutturazione ma che non risultano andare avanti e ultimati.
Con un certo realismo possiamo affermare che la situazione non è certo migliorata, come era stato anticipato, e ancora oggi i locali del Pronto soccorso di Colleferro sono, oltre che affollati, anche molto congestionati di pazienti che restano in sofferente attesa di ricevere le prime cure e un posto letto. A riprova che il problema urgente e grave prima ancora degli spazi è quello del personale.
Un mix emotivo che provoca rinunce all’assistenza e frequenti proteste vibranti da parte dei pazienti e dei loro familiari! Infatti, realizzare delle mega strutture, come quella programmata a Palestrina, non è la priorità: il problema principale è la grave ed enorme carenza di personale, di posti letto in tutta l’ASL RM5 e di gestione degli accessi impropri: tutto questo equivale alla famosa strettoia del collo di bottiglia.
Quindi, si potrebbe verificare l’assurdo che il numero dei pazienti che arrivano al Pronto soccorso non diminuisce e continueranno a sostarvi a lungo ed attendere spesso molti giorni prima di essere trasferiti nei reparti specialistici, spesso in ospedali molto lontani dal loro luogo di residenza e frequentemente al di fuori della stessa ASL, con notevole disagio sia per il paziente stesso che i suoi familiari.
La grave mancanza di medici, di operatori sanitari infermieristici ed altre figure professionali (costretti a lavorare in condizioni difficilissime e proibitive) è spesso denunciata dalle stesse persone che si sono rivolte alla stampa.
Quanto sommariamente descritto dimostra come quello che dovrebbe essere un Pronto soccorso in realtà è una specie di centro di smistamento, e neanche tanto pronto, visti gli interminabili tempi di attesa dei pazienti prima di essere ricoverati nei reparti ospedalieri!
Nessuno, riteniamo, è più disposto ad accettare scusanti o l’alibi dell’emergenza coronavirus per giustificare tale gravi e reiterati disservizi pubblici. È ovvio che questa situazione sia stata aggravata dalla problematica Covid e dall’ulteriore consistente taglio di posti letto realizzato con la trasformazione dell’ospedale prenestino in presidio Covid.
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Questa situazione era pesantemente presente nelle nostre strutture ospedaliere pubbliche da anni, prima del Covid. Infatti, il personale che andava in pensione o che si trasferiva in altre ASL spesso non veniva sostituito.
A Palestrina, purtroppo, non esiste ancora una copertura h. 24 del fondamentale Servizio di Cardiologia.
Come Associazioni e Comitati civici abbiamo più volte segnalato queste gravi criticità ai più alti vertici amministrativi e istituzionali locali, regionali e nazionali, cercando, negli ultimi quindici anni, di avere dei confronti con le Istituzioni e i loro rappresentanti, ma purtroppo inutilmente!
Questo adesso è il risultato, ampiamente prevedibile!
Per quanto riguarda poi la riapertura del reparto di ostetricia presso l’ospedale di Palestrina esistono gli stessi problemi di organico riguardante il personale sanitario, tant’è vero che a tutt’oggi non c’è stato ancora fornito un reale cronoprogramma relativo a tale riapertura.
Qualora il reparto di ostetricia dovesse riaprire, ci sembra indispensabile che debba restare aperto il tempo necessario per ricreare quel rapporto fondamentale di fiducia tra operatori del reparto e partorienti, visto che oramai le donne sono state costrette a cercare altri ospedali di riferimento, spesso al di fuori della nostra Asl.
Invero, qualora ciò non accadesse, e non venissero raggiunti i famosi 500 parti nel corso del primo anno, il reparto verrebbe richiuso, quando invece prima del trasferimento di medici ed infermieri presso l’ospedale di Tivoli, a Palestrina si effettuavano circa 600 parti ed era un reparto perfettamente funzionante!
Richiamate le più eclatanti problematiche, invitiamo i nostri concittadini a valutare e riflettere sui toni trionfalistici con cui sono state date certe notizie, considerando soprattutto che non abbiamo ancora né date né alcuna sicurezza che i progetti annunciati verranno attuali in un ambito temporale accettabile.
Intanto come sappiamo tutti e come ci ricordano le promesse dei nostri amministratori siamo in pieno periodo elettorale. Come sempre continueremo a tenervi informati sugli sviluppi della situazione e cercheremo di coinvolgervi il più possibile in queste vicende, così importanti e vitali per la nostra vita quotidiana.
Presidente coordinatore del Comitato Salute ed Ambiente ASL Roma 5 dott. Stefano Fabroni – Coordinatore del Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” dott.ssa Ina Camilli