La medicina del lavoro riveste un ruolo di fondamentale importanza in materia di sicurezza sul lavoro. Abbiamo voluto approfondire questo argomento insieme con gli specialisti di Sicurya.
In che cosa consiste di preciso la medicina sul lavoro?
È un’attività che è presente in quasi tutte le aziende: una branca della medicina che ha a che fare con la salute in relazione all’attività lavorativa svolta. Lo scopo più importante consiste nel prevenire la comparsa di sintomi che possono essere causati dal lavoro con insorgenza di patologie professionali. Come viene ben indicato nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, l’esposizione prolungata e continuativa di un lavoratore a specifici fattori di rischio può causare la comparsa di problemi di salute. Basti pensare al caso dell’amianto, che fino a qualche anno fa veniva lavorato senza preoccupazioni; ora, invece, è – come noto – vietato in tutta Italia, perché si è appurato che l’amianto è cancerogeno. Al di là di questo esempio specifico, è possibile affermare che lo scopo della medicina del lavoro è quello di mettere in pratica le attività e i controlli che hanno l’obiettivo di evitare l’insorgenza problemi di salute e conseguenti malattie nei lavoratori.
Quali sono i rischi professionali in un’azienda?
Per rispondere a questa domanda, sarebbe necessario sapere di quale azienda si sta parlando: i rischi professionali, infatti, cambiano da un’azienda all’altra. Una volta che tali rischi sono stati identificati, poi, è necessario capire quali sono i gruppi di lavoratori che risultano esposti ai rischi in questione. Ecco perché, in collaborazione con i vari componenti del servizio di prevenzione e protezione, il medico del lavoro ha il compito di garantire un contributo ad hoc per la redazione del documento di valutazione dei rischi.
In sintesi, che ruolo ha la medicina del lavoro?
Identificare e prevenire i diversi rischi che si ritrovano in azienda e che potrebbero causare un danno alla salute di chi lavora. A partire dagli esiti della valutazione dei rischi, il medico può stilare il cosiddetto protocollo sanitario. Per eseguire questo compito, è opportuno prendere in considerazione le mansioni che vengono svolte in azienda. Per esempio, è opportuno identificare i gruppi uniformi di lavoratori che sono esposti al medesimo livello di rischio. Per questo motivo, in genere, ha senso attendersi una lista di fasi di lavoro e di mansioni aziendali. Per ogni fase di lavoro o per ogni mansione devono essere valutati i vari fattori di rischio in grado di causare dei danni ai lavoratori, per la loro salute, sulla base della valutazione che è stata operata. Un esempio fra i tanti possibili: alcuni agenti chimici potrebbero favorire la creazione di vapori in grado di originare problemi di salute se inalati. Oppure, dei lavoratori potrebbero essere esposti ai raggi gamma, ai raggi x o agli ultra violetti.
La lista sarebbe lunga.
Esatto. Per esempio, la medicina del lavoro si occupa anche dell’esposizione a vibrazioni importanti o a rumori significativi, ma anche delle attività di movimentazione dei carichi che potrebbero risultare critiche. Il compito del medico del lavoro è correlare i rischi che vengono identificati agli eventuali problemi di salute che ne potrebbero scaturire. Per ciascun fattore di rischio, il medico definisce la tipologia di accertamenti sanitari che devono essere effettuati. Dopodiché, sulla base di ciò che è stato indicato all’interno del protocollo di sorveglianza sanitaria, si può procedere con le visite mediche. Il medico competente è tenuto, fra l’altro, a segnalare la frequenza con la quale le visite devono essere eseguite. Solo inserendo tale informazione si può considerare completo il protocollo sanitario, che dunque è una sorta di riassunto delle precauzioni che devono essere adottate allo scopo di far fronte ai rischi che si riscontrano sul luogo di lavoro.
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