Di seguito, la nota congiunta in merito alla condanna dell’assessore regionale Alessio D’Amato da parte della Corte dei Conti, dove Comitato Salute ed Ambiente Asl Rm5 e Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” rifletto su quale debba essere la condotta da tenersi in casi del genere.
IN CASI DEL GENERE NEI PAESI CIVILI CI SI DIMETTE PER POI DIFENDERSI COME SEMPLICE CITTADINO
Apprendiamo da vari media, nazionali e non, che l’assessore regionale Alessio D’Amato è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire la regione Lazio per una cifra di 275.000€. Gli stessi media ci fanno sapere, inoltre, che D’Amato depositerà contro questa sentenza un esposto al consiglio di presidenza della Corte dei Conti e una denuncia per falso ideologico alla Procura della Repubblica di Roma.
Non riportiamo i particolari, per ovvi motivi di praticità comunicativa, ma chiunque volesse approfondire la notizia, potrà farlo comodamente, consultando i media suddetti, come il quotidiano “La Repubblica”, anche perché vi sono vari aspetti interessanti, riportati nella sentenza dei magistrati contabili della Corte dei Conti, che sollevano diversi dubbi di varia natura!
Noi seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione su descritta, riservandoci in seguito eventuali valutazioni in merito, ma quello che vorremmo sottolineare attualmente, invece, è il fatto che nei Paesi civili e democratici sia la norma che chi occupi una carica pubblica, in seguito ad accuse simili nei propri confronti, solitamente si dimetta, per poi difendersi come semplice cittadino! Si sottolinea che i fatti suddetti risalgono ad alcuni anni fa e che la precedente ipotesi di reato penale è andata in prescrizione.
Specificato quanto sopra, lasciamo chiaramente ogni riflessione a ciascuno di voi, in attesa di una rapida valutazione della vicenda da parte dei Magistrati che dovranno giudicare gli esposti dell’assessore D’Amato.