“Ho chiaramente detto il ‘no’ della Comunità di Ardea alla realizzazione di una discarica alla Ciocca, a confine con il nostro Comune. Ci siamo espressi più volte contro questa scelta assurda di apertura di un impianto in una delle aree di pregio del litorale. Lo abbiamo fatto andando anche ad approvare un atto di Consiglio comunale per dimostrare l’unanimità davanti a un fatto del genere. La politica, nel piano regionale dei rifiuti, dovrà ora dimostrare di saper fare scelte ambientali innovative, diverse e non capaci di individuare quelle risposte vecchie (le discariche) ai soliti problemi. La contrarietà dei due Comuni, Ardea e Aprilia, è netta. Abbiamo un fronte comune e la Regione Lazio ne deve tener conto”. Lo ha detto in una nota il sindaco di Ardea Luca Di Fiori in riferimento alla conferenza dei servizi che si è tenuta alla Regione Lazio per l’analisi del progetto di una discarica al confine con il Comune di Ardea. “Quell’area per noi è di pregio. Ha una viabilità insufficiente, ci sono importanti vincoli ambientali e storici. Sono presenti i Giardini della Landriana, i Vivai Tor San Lorenzo e soprattutto ci sono attività produttive e strutture agrituristiche importanti e circa 20.000 persone nel raggio di un chilometro. Abbiamo un polo scolastico e un centro sportivo proprio lì vicino. Inoltre, a Colle Romito alta, c’è un campo pozzi che per legge deve avere dei limiti territoriali di riserva”, ha aggiunto il sindaco.
“Perché abbiamo documentato tutto questo verbalmente? Malgrado la richiesta regionale di mandare l’intero progetto, la Paguro non ha mandato nulla al Comune di Ardea – ha spiegato Di Fiori – Abbiamo chiesto di bocciare questo progetto o, qualora non fosse possibile, di riaprire i termini per le osservazioni tecniche da parte del Comune. La dottoressa Flaminia Tosini, responsabile del settore rifiuti della Regione ha ovviamente sospeso questa iniziativa dando ragione ai Comuni e alle associazioni. Saremo molto vigili e attenti come sempre abbiamo fatto fin dal primo giorno”. “E’ giusto creare ambiti ottimali nella gestione dei rifiuti – ha concluso – e dunque è giusto che ci sia la chiusura del ciclo nello stesso territorio dove i rifiuti stessi vengono prodotti. Con la differenziazione del rifiuto i cittadini stanno vivendo una ‘rivoluzione’ dei loro comportamenti e in una ‘città ideale’ l’indifferenziato si deve ridurre a una percentuale minima, quasi risibile. Continuare a dare priorità a discariche del genere è un controsenso, un errore di fondo. Farlo, e allo stesso tempo dire sviluppare la differenziata, è terribile. Da una parte si va avanti e dall’altra si va indietro. In sostanza: con impianti del genere giustifichiamo chi fa l’indifferenziato, chi butta i rifiuti lungo le strade dalle auto in corsa, chi se ne frega di regole civili per la raccolta e che ancora nel 2016, fa prima a buttare tutto così com’è, a prendere l’auto, a fare il ‘delinquente’, piuttosto che prendere la busta e lasciarla fuori dal portone di casa”.